In seno alla Bce “c’è divergenza nel Consiglio direttivo. Le previsioni secondo cui si scenderà al di sotto del 2% nel biennio 2023-24 sono ovviamente soggette a rischi sia verso il basso sia verso l’alto. Secondo alcuni dei miei colleghi questi ultimi potrebbero essere prevalenti – spiega -. Ma occorre ragionare su almeno due dei fattori sottostanti: uno energetico, l’altro legato ai margini delle imprese e all’aumento delle retribuzioni. Ora, su queste ultime, abbiamo un’ipotesi di crescita del 3% ogni anno per i prossimi tre anni. Ricordiamoci che negli Stati Uniti le retribuzioni stanno salendo del 4% e in Europa siamo sotto al 2%, come peraltro è successo per i vent’anni passati”.
“In questo momento non si vedono effetti di secondo impatto dai prezzi dell’energia, cui soprattutto si deve l’aumento dell’inflazione, a salari e margini, quindi resto sostanzialmente tranquillo. Io penso che i rischi siano bilanciati e non asimmetrici verso l’alto – prosegue il governatore della Banca d’Italia -. In ogni caso, siamo tutti straordinariamente attenti a verificare mese per mese quali sono, come si muovono le determinanti dell’inflazione: mercato del lavoro, domanda, salari”.
(ITALPRESS).
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