“Io non rinnovo la mia iscrizione al Movimento dove Pino Aprile si è trasformato in un monarca assoluto

29 dicembre 2021
  • Una testimonianza piena di amarezza e di passione per la crisi del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale. Ma anche la voglia di ricominciare con una nuova esperienza per il rilancio del Mezzogiorno  
  • Sconfessati, allontanati ed espulsi centinaia di compagni di viaggio, amici e co-fondatori del Movimento
  • Non si può vivere di sole denunce, bisogna anche sapere elaborare le proposte politiche
  • Non si può dire di volere attuare l’equità nei territori negando al proprio interno i fondamenti del processo democratico 
  • Il fallimento delle Commissioni tematiche e la mancanza di chiarezza sul periodo borbonico
  • La scissione del Sud paventata da Pino Aprile è un errore

Una testimonianza piena di amarezza e di passione per la crisi del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale. Ma anche la voglia di ricominciare con una nuova esperienza per il rilancio del Mezzogiorno  

di Daniele Quarta

Rivendico con orgoglio i miei primi due anni di appartenenza al Movimento M24A, perché con orgoglio rivendico i principi di equità e di riscatto del Sud che ho condiviso con esso, così come con orgoglio rivendico l’enorme errore commesso nel credere che il Movimento M24A fosse realmente in grado di perseguire quei principi politici. Ma si sa, è proprio dagli errori che si traggono le migliori lezioni per proseguire nel percorso della vita. Col medesimo orgoglio rivendico ora la mia personale decisione di non rinnovare la mia tessera n.ro 549, allo scadere del suo secondo anno di validità, non come gesto di delusione o di sconfitta, bensì come atto di scelta politica cosciente, affinché come cittadino libero possa dare il mio contributo alla nascita di un nuovo Movimento politico, neo meridionalista popolare e democratico, capace realmente di accettare la sfida di un grande progetto di riscatto e rinascita del Mezzogiorno d’Italia. Dunque, non rinnovo la mia iscrizione al movimento di Pino Aprile e desidero condividere pubblicamente i motivi di questa mia decisione.

Sconfessati, allontanati ed espulsi centinaia di compagni di viaggio, amici e co-fondatori del Movimento 

Innanzi tutto, non rinnovo la mia iscrizione a M24A perché la portata rivoluzionaria del progetto di riscatto del Mezzogiorno richiede anche una “nuova politica”, lontana ed innovativa rispetto ai movimenti “personalistici” che ruotano intorno alla figura carismatica di un leader, con cui si indentificano e al quale è affidato il compito di decidere tutto per tutti. Non rinnovo la mia iscrizione a M24A perché consapevole che un ottimo giornalista e scrittore non fa necessariamente un ottimo leader politico, ancor più se è lo stesso leader a riconoscerlo onestamente per primo. Ne è stata la riprova il fatto che il “leader”, male interpretando il suo ruolo e confondendo il confronto e il contraddittorio come disubbidienza, ha ben presto avocato a sé pieni poteri, trasformandosi in un monarca assoluto fino a giungere a sconfessare, allontanare, commissariare ed espellere centinaia di compagni di viaggio, amici e co-fondatori del Movimento.

Non si può vivere di sole denunce, bisogna anche sapere elaborare le proposte politiche

Non rinnovo la mia iscrizione a M24A perché un Movimento di grande respiro non può per due anni arenarsi in una sterile politica di sola “denuncia”, come infatti di sola denuncia sono i lavori editoriali del suo presidente. Per perseguire un grande progetto di riscatto del Sud, oltre alla denuncia, necessita elaborare proposte politiche su temi, basate su una nuova visione di società e convivenza civile e operando attraverso la ricostruzione di interi settori del tessuto socioeconomico. Ebbene tutto questo manca nel Movimento ed è gravissimo. Non rinnovo la mia iscrizione a M24A perché ogni tentativo di dare corpo ad una “nuova politica”, attraverso lavori e scritti politici, operati da gruppi di attivisti, specialisti nei vari settori, è stato ostacolato in ogni modo temendo che questo grande contributo intellettuale potesse creare discordia invece che dibattito, oppure “correnti di potere” invece che unione attraverso una scuola politica. Un lavoro degno di nota è stato un grande Piano di Rilancio del Mezzogiorno che ho avuto l’onore di coordinare all’interno di un gruppo di lavoro “spontaneo” di 30 attivisti. Al documento ne fu cambiata la firma, il lavoro ora giace nel dimenticatoio ed il gruppo che lo ha prodotto fu sciolto con disonore. Non posso sentire mio un Movimento che decide scientemente di mortificare l’intelligenza, le energie ed il lavoro dei suoi attivisti.

Non si può dire di volere attuare l’equità nei territori negando al proprio interno i fondamenti del processo democratico 

Non rinnovo la mia iscrizione a M24A perché non mi appartiene un Movimento che pensa di attuare equità nei territori, negando al proprio interno i fondamenti del processo democratico, del dibattito e della contrapposizione delle idee, per giungere in modo collegiale ad una decisione condivisa. Il Movimento M24A non ha mai tollerato tutto questo, prendendo decisioni unilaterali, calate dall’alto, senza alcuna consultazione della base. Non rinnovo la mia iscrizione a M24A perché tutti i suoi circoli territoriali sono stati abbandonati a sé stessi, isolandoli dal contatto diretto con i vertici del Movimento e, cosa ancor più grave, dalla possibilità di comunicare tra di essi per allargare una discussione a tutti gli iscritti. È prevalsa la sola comunicazione unidirezionale, tra il presidente e la sua base, attraverso dirette on line nel quale il leader diffondeva le proprie considerazioni. Tali dirette hanno costituito un grande stimolo a cui però non ha mai fatto seguito il dibattito e la elaborazione politica della base.

Il fallimento delle Commissioni tematiche e la mancanza di chiarezza sul periodo borbonico

Non rinnovo la mia iscrizione a M24A perché le Commissioni tematiche istituite per l’elaborazione politica del Movimento hanno peccato del medesimo dirigismo del Movimento che le ospitava. Trasformandosi ben presto in gruppi di “segreteria tecnica” al servizio del referente, fedele al presidente, e mortificando anche qui le tante capacità intellettuali e progettuali presenti in esse. E sotto gli occhi di tutti che tali Commissioni sono miseramente fallite nel loro compito, non producendo mai lavori significativi. Non rinnovo la mia iscrizione a M24A perché il Movimento non ha mai saputo prendere una posizione chiara nel confronti del periodo borbonico, facendo intuire una certa compiacenza nei confronti del movimentismo neoborbonico, senza che vi sia stata una vera discussione democratica con tutti gli iscritti. Al contrario, credo sia indispensabile un serio processo di revisione storica del periodo borbonico, come grande eredità identitaria del popolo meridionale, così come grandi lo sono state altre eredità storiche, quali quelle greco-romane, arabe, normanne, sveve e angioine, che completano le radici culturali del Mezzogiorno. Infine, tale lavoro mai eseguito, sarebbe dovuto sfociare in un grande dibattito sul neo-meridionalismo. Ma tutto ciò è stato evitato ed anche questo è gravissimo.

La scissione del Sud paventata da Pino Aprile è un errore

Non rinnovo la mia iscrizione a M24A perché non credo ad un Movimento “secessionista”, paventata come unica soluzione alla cosiddetta questione meridionale. Pino Aprile è stato chiaro in tal senso, nella sua ultima diretta sulla pagina “Terroni” del 18 Dicembre 2021, quando afferma: “L’abuso sui soldi del PNRR potrà segnare la rottura della finta unità italiana e portare il Sud alla secessione”. Sebbene sia noto a tutti che ogni separazione sia sempre un disastro socioeconomico per le parti contraenti, effettuarla poi in vigenza di un conflitto sociale, assume tale toni drammatici che immaginarla accettabile per la popolazione che la subisce ha i contorni di una vera e propria miopia politica. In questo contesto, particolarmente problematico, parlare di secessione non è trovare una soluzione (della quale si omettono contorni, dettagli e le conseguenze) ma è solo sbandierare un problema davanti al naso della gente come da tempo si fa nel più banale populismo italico. Dunque, non sono divergenze di opinione o contrasti personali ad allontanarmi dal Movimento M24A, che al contrario sono per me il sale della politica, ma la constatazione lucida e cosciente che questo movimento abbia in sé i geni di un drammatico fallimento politico, che il popolo meridionale e le sue future generazioni non meritano. Tuttavia, grazie a questa esperienza sono ora pronto ad imboccare un nuova strada per giungere insieme al grande traguardo che il Mezzogiorno attende da oltre un secolo. Confido che questa nuova strada sia proprio quella giusta.
#iononrinnovo

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