Il presidente dell’Aia ha poi elogiato il lavoro di Rocchi: “Sta guidando il rinnovamento facendo crescere in un clima di grande serenità i giovani. Si vede il loro atteggiamento propositivo, si stanno impegnando molto nell’allenamento, nello studio, nell’applicazione perchè l’arbitro del futuro è un ricercatore, non un presuntuoso. E soprattutto si vede la disponibilità dei meno giovani”. In questo scenario è sempre aperto il dibattito sulla tecnologia in campo: “Il Var è un’ancora di salvezza formidabile – ha osservato Trentalange – e anche uno strumento di giustizia e pace perchè evita i grandi errori, una situazione drammatica per gli arbitri che quando sbagliano e decidono il risultato di una partita non dormono la notte”. Il sogno di Trentalange sarebbe quello di poter vedere gli arbitri “parlare e spiegare liberamente le proprie decisioni. Il vero salto di qualità sarà quando non ci sarà più bisogno di giustificare, ma di comprendere e fare cultura. Per questo ci vuole reciprocità e rispetto, mentre dopo le partite non tutti hanno questo atteggiamento corretto. Speriamo si raggiunga l’obiettivo, è uno dei sogni nel cassetto”, ha concluso il presidente dell’Aia.
(ITALPRESS).
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