- “Non si può ipotecare la città per i prossimi 20 anni con danni incalcolabili per i lavoratori, le imprese e i contribuenti”
- Guarda caso, osservano i sindacalisti della Cisal, vogliono vendere la Gesap quando il valore delle azioni è basso a causa della crisi pandemica
- “Il sindaco non si è confrontato con le forze sociali”
- I dipendenti comunali pronti a scendere in piazza
“Non si può ipotecare la città per i prossimi 20 anni con danni incalcolabili per i lavoratori, le imprese e i contribuenti”
Il piano di riequilibrio del Comune di Palermo? Secco il giudizio del sindacato Cisal: “Ipotesi da bocciare, all’aeroporto e al Comune pronti allo sciopero”. Piano piano cominciano a venire fuori le prese di posizione sul tentativo del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, di affrontare la crisi finanziaria del Comune appioppando nuovi balzelli ai cittadini e vendendo i beni della città a cominciare dalla privatizzazione della Gesap, la società che gestisce l’aeroporto ‘Falcone e Borsellino’. La Cisal è netta. A parlare sono i sindacalisti Nicola Scaglione e Gianluca Colombino: “Il piano di riequilibrio presentato dalla Giunta Orlando è irricevibile, non si può ipotecare la città per i prossimi 20 anni con danni incalcolabili per i lavoratori, le imprese e i contribuenti. Un piano credibile non può basarsi sulla svendita dei gioielli di famiglia e sulla carenza di personale addetti ai servizi alla collettività, chiediamo che il consiglio comunale lo bocci senza se e senza ma”.
Guarda caso, osservano i sindacalisti della Cisal, vogliono vendere la Gesap quando il valore delle azioni è basso a causa della crisi pandemica
“La svendita delle quote di Gesap è un errore madornale e un danno per i cittadini e i lavoratori che sono pronti allo sciopero – spiega Gianluca Colombino, segretario generale della Legea Cisal, sindacato maggiormente rappresentativo nella società di gestione dell’aeroporto Falcone-Borsellino -. Siamo pronti ad opporci in ogni modo a una scelta miope che non risolverà alcuno dei problemi finanziari della città, ma anzi la impoverirà mettendo in discussione decine di milioni di euro di investimenti. Già a Novembre avevamo detto a chiare lettere che la svendita delle quote sarebbe stato un errore e l’Amministrazione, con una nota ufficiale, aveva escluso questa ipotesi; le bugie però hanno le gambe corte e oggi Orlando e i suoi assessori decidono di fare cassa gettando alle ortiche una delle poche cose buone fatte in questi anni. I lavoratori non consentiranno una vendita che, sebbene prevista entro il 2025, necessiterebbe di un iter che dovrebbe partire a breve, in un momento in cui il peraltro il valore delle azioni è basso a causa della crisi pandemica”.
“Il sindaco non si è confrontato con le forze sociali”
“Il Comune di Palermo soffre di problemi atavici che la politica non ha mai voluto veramente affrontare – aggiunge Giuseppe Badagliacca, altro sindacalista Cisal – e le uniche soluzioni che ora si prospettano sono uno sconsiderato aumento delle tasse a tutti i livelli, la svendita dei beni, la mortificazione del personale, fantomatiche riorganizzazioni che non hanno alcuna aderenza con la realtà. L’unico effetto sarà quello di azzoppare il turismo e la ripresa economica, con danni alle imprese che si ripercuoteranno sui lavoratori già vessati dall’incredibile aumento dell’Irpef. Il sindaco, anziché confrontarsi con le forze sociali per redigere un piano credibile, ha preferito fare da sé con risultati che sono sotto gli occhi di tutti e che sono inaccettabili per la città”.
I dipendenti comunali pronti a scendere in piazza
“Rimandare sine die la stabilizzazione degli ultimi 90 Lsu e l’aumento delle ore per il personale part time o prevedere assunzioni solo nel 2026 significa non avere alcuna cognizione della realtà – conclude Scaglione -. Il Comune è già al dissesto funzionale, non ci sono abbastanza lavoratori per garantire il rilascio delle carte di identità o lavorare le pratiche cimiteriali e spostare una ventina di dipendenti ai Tributi non servirà a niente, con una riscossione che rimarrà inchiodata a percentuali bassissime. I dipendenti del Comune sono allo stremo e solo grazie a loro si garantiscono i servizi, ma l’Amministrazione si è dimenticata di loro: siamo pronti a scendere in piazza”.
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