Ormai si sono moltiplicate. Dopo il primo giorno in cui a trionfare sono stati gli istinti da basso ventre, le voci fuori dal coro sul caso Maniaci si sono fatte più frequenti. Noi ve le abbiamo proposte sin da subito nel tentativo di spezzare, per quel che possiamo, quella sorta di catena di Sant’Antonio forcaiola che si era venuta a creare. Oggi ve ne proponiamo un’altra, scelta tra tante, perché al di là del caso specifico, offre una riflessione sulle false illusioni di cui vive l’essere umano
di Fabio Bagnasco
“Le intercettazioni rivelano sempre il lato oscuro degli esseri umani. Sono convinto che se si dovesse persino intercettare un santo ne ricaveremmo una sensazione sgradevole. Il punto è il famoso ‘contesto’. Nell’intimità della comunicazione, in quella zona dove l’individuo ‘sociale’ lascia il posto all’individuo ‘naturale’, si annida il marcio, l’ipocrisia, e la maschera lascia il posto al volto. E’ noto che la maggior parte degli esseri umani ritiene di essere “qualcuno”. Gravissimo errore che denota la nostra profonda ignoranza. Non siamo proprio niente. Se accettassimo questo nostro (non) stato come condizione normale, allora forse anche la natura delle ‘intercettazioni’ cambierebbe il proprio segno. Prima di essere ‘qualcuno’, devi essere ‘nessuno'”.
Il Video/ Parla Maniaci:”Una polpetta avvelenata per fare chiudere Telejato”
Caso Maniaci, quelle voci fuori dal coro …
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