- Si ricorda per modo di dire, perché lo stanziamento, per ogni Comune, è economicamente irrisorio. ‘Notevole’, sotto il profilo amministrativo, la Protezione civile che va a ‘caccia’ dei fondi nel Bilancio regionale…
- Quattro soldi in attesa che Roma ‘cacci’ i veri fondi
- Nessuna iniziativa in favore degli agricoltori siciliani che hanno subito danni economici gravissimi e che, ancora oggi, sono costretti ad operare con le strade allagate che cadono a pezzi
Si ricorda per modo di dire, perché lo stanziamento, per ogni Comune, è economicamente irrisorio. ‘Notevole’, sotto il profilo amministrativo, la Protezione civile che va a ‘caccia’ dei fondi nel Bilancio regionale…
Sui cambiamenti climatici in corso il Governo regionale di Nello Musumeci naviga a vista, senza idee, senza un programma preciso, svolazzando da un’emergenza all’altra addumannanu (chiedendo per i non siciliani) picciuli (soldi per i non siciliani) a Roma e spattennu (dividendo per i non siciliani) ‘nnu pocu ‘i picciuli regionali (un po’ di soldi della Regione), in attesa che arrivino altri soldi da Roma. E’ una recita a soggetto, perché tutti sanno: 1) che i Comuni siciliani, quasi tutti senza soldi, nulla potranno fare se si presenteranno altr piogge torrenziali; 2) che i soldi che arriveranno ai Comuni – i quattro spiccioli della Regione e non sappiamo quanto dallo Stato – andranno semmai a coprire i ‘buchi’ (provocati dallo stesso Stato). Un comunicato dai toni ‘solenni’ del Governo regionale annuncia, bontà sua, i “primi contributi per le spese di emergenza sostenute da alcuni Comuni siciliani a causa delle alluvioni che hanno colpito la Sicilia tra Ottobre e Novembre. Eventi per i quali il governo Musumeci ha dichiarato ‘lo stato di crisi e di emergenza regionale’ e richiesto a Roma ‘lo stato di emergenza nazionale’. In attesa che il governo centrale deliberi il provvedimento, la Regione ha autorizzato il dipartimento della Protezione civile, guidato da Salvo Cocina, a reperire all’interno del Bilancio regionale oltre un milione di euro da destinare complessivamente alla copertura (per il 90 per cento) delle spese affrontate in emergenza dalle Amministrazioni comunali e al finanziamento di alcune situazioni particolarmente critiche. Gli importi sono stati determinati in seguito alle verifiche effettuate sul campo dal personale della Protezione civile con i tecnici comunali”. E’ interessante il passaggio ‘amministrativo’ illustrato nello stesso comunicato: la Protezione civile regionale che si intrufola nel Bilancio regionale a caccia di “oltre un milione di euro”: non abbiamo più cosa sentire da questo Governo…
Quattro soldi in attesa che Roma ‘cacci’ i veri fondi
Nel comunicato – sempre con tomo ‘solenne’ – si legge: “Questi i 13 Comuni al momento interessati, suddivisi per aree territoriali, e gli importi dei contributi. Nel Catanese: Palagonia (90 per cento di 83mila euro), Scordia (90 per cento di 281mila euro), Randazzo (90 per cento di 83mila euro), Tremestieri Etneo (90 per cento di 47mila euro). Nel Messinese: Merì (35mila euro per l’intervento urgente di ripristino di un tratto di condotta fognaria tra via Dante, via intercomunale Camicia fino all’intersezione con via Brig in contrada Nania); Galati Mamertino (90 per cento di 20mila euro); Frazzanò (120 mila euro per il ripristino delle opere di captazione e distribuzione idrica in località Curcuruzzo). Nell’Ennese: Agira (90 per cento di 12mila euro); Piazza Armerina (90 per cento di 100mila euro). Nel Siracusano: Ferla (250 mila euro per i lavori di somma urgenza per il ripristino dell’acquedotto intercomunale Ferla-Cassaro in località Malvaggia); Siracusa (90 per cento di 16mila euro). Nel Palermitano: Caccamo (90 per cento di 80mila euro). Nel Trapanese: Partanna (finanziamento di 120mila euro per i lavori di ripristino dell’impianto di depurazione reflui in contrada Villa Ruggero). Le Amministrazioni comunali devono fare pervenire la documentazione richiesta dal dipartimento regionale di Protezione civile entro il 10 dicembre, pena la perdita del finanziamento”.
Nessuna iniziativa in favore degli agricoltori siciliani che hanno subito danni economici gravissimi e che, ancora oggi, sono costretti ad operare con le strade allagate che cadono a pezzi
Nessuna iniziativa in favore degli agricoltori alle prese con le strade provinciali e le strade poderali a pezzi ed allagate. Stamattina abbiamo pubblicato la foto di una strada che rientra nelle competenze del Comune di Monreale che sembra un letto di dolore. Ai ‘geni’ dell’assessorato regionale all’Agricoltura non è stato dato l’incarico di intrufolarsi bel Bilancio regionale alla ricerca di soldi per tenere in piedi un settore – l’agricoltura – che non ha subito solo danni prima dal caldo asfissiante (due mesi – Luglio e Agosto – con temperature a 40 gradi centigradi) e dagli incendi (quasi 80 mila euro di boschi inceneriti) e poi dalle alluvioni. Eppure ci sono stati danni enormi non soltanto agli agrumeti e, in generale, a tutta l’agricoltura del Catanese e del Siracusano, ma un po’ in tutta la Sicilia. Gli agricoltori siciliani hanno dovuto sopportare costi aggiuntivi per raccogliere le olive un giorno sì e quattro giorni di pioggia no, alla ricerca di operai agricoli sempre più difficile da reperire. Poi, a Ottobre, è arrivato il tempo della semina del grano. Anzi no, non è arrivato affatto perché ci sono le piogge che non danno tregua. Poi ci sono i danni subiti dalla zootecnia: allevamenti prima colpiti dal caldo e dagli incendi estivi e poi dalle alluvioni. Ma che centra: gli agricoltori possono aspettare. L’obiettivo dell’agricoltura siciliana, con l’avvento, quattro anni fa, del Governo Musumeci, è assicurare un ‘feudo’ all’onorevole Gianfranco Miccichè, che piazza nell’assessorato all’Agricoltura i propri sodali. Obiettivo: la sua ricandidatura e, magari, la sua rielezione a presidente di quello he resta del Parlamento della nostra sempre più scombiccherata Isola. Non vi sembra un grandissimo risultato per l’agricoltura siciliana?
Foto tratta da La Sicilia
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