Collegamenti Isole Minori: la sceneggiata si concluderà con la Regione che tira fuori altri soldi? Non era meglio la Siremar?

20 novembre 2021
  • I liberisti ci avevano detto che con la privatizzazione del servizio di collegamento tra la Sicilia e le Isole Minori si sarebbero risparmiati un sacco di soldi. Invece…  
  • Le avventure senza tempo di Morace e Franza
  • La privatizzazione è stata una totale fregatura per la Sicilia e per i cittadini siciliani (ma non per i politici…)
  • Una proroga del servizio che si annuncia “salata” per la Regione?

I liberisti ci avevano detto che con la privatizzazione del servizio di collegamento tra la Sicilia e le isole minori si sarebbero risparmiati un sacco di soldi. Invece…  

Ieri abbiamo dato notizia di un fatto che avevamo ampiamente previsto: i bandi della Regione siciliana per l’assegnazione dei servizi di collegamento tra la Sicilia e le Isole Minori andati deserti. Un finale scontato. Oggi – in un clima di incertezza, perché non è facile capire come andrà a finire questa storia – vogliamo provare a ragionale sul filo dei ricordi. E quando, nel settore dei trasporti marittimi della nostra Isola, si parla di ricordi, non si può non pensare agli anni della Siremar, prima dell’arrivo della privatizzazione del servizio. I teorici del liberismo economico ci avevano assicurato che con l’arrivo dei privati sarebbero finiti i disservizi, i cittadini sarebbero finalmente rimasti soddisfatti di viaggiare su navi nuove e aliscafi nuovi. E la felicità sarebbe arrivata anche ai cittadini delle isole che circondano la Sicilia: isole Eolie, Ustica, isole Egadi, Pantelleria, Lampedusa, Linosa. Le cose sono andate così? Non sembra proprio se la Regione, nel bando andato deserto, ha dovuto specificare che le navi da utilizzare nel servizio non possono avere più di vent’anni di vita e che gli aliscafi da utilizzare nel servizio non possono avere più di 15 anni di vita.

Le avventure senza tempo di Morace e Franza

E dire che non sono passati tanti anni da quando la Siremar – che era una società che faceva capo a un soggetto pubblico – è stata rilevata dai privati. Cinque anni fa, a Roma, veniva siglata la convenzione tra il Ministero dei Trasporti e la SNS, sigla che sta per Società Navigazione Siciliana spasocietà che ha acquisito la Siremar. Il 13 Aprile ricordiamo una conferenza stampa, a Palermo nel saloni di Palazzo Steri. Giornata storica con passerella di politici nazionali e regionali, burocrati, uomini di affari. La SNS durerà poco. Qualche mese appena, il tempo di attuale lo ‘scorporo’. Una vicenda che abbiamo raccontato nel Settembre del 2018: “La sigla SNS sta, come molti di voi sapranno, per Società di Navigazione Siciliana. Una sorta di joint-venture tra i gruppi Morace e Franza messa su per rilevare la Siremar. Un’operazione molto controversa se è vero che i due gruppi riescono a strappare la Siremar ad una società partecipata dalla Regione (Compagnia delle Isolesenza una vera e propria gara. Consolidando, di fatto, un regime monopolistico di tutto ‘rispetto. Fin qui, i fatti sono già noti e già all’attenzione, come accennato, sia della magistratura inquirente, sia dell’Antitrust. Poco dopo l’acquisizione della Siremar, i Morace e i Franza concordano uno ‘spacchettamento’ della società. A fine giugno del 2016, infatti, i due armatori, dinnanzi ad un notaio, mettono nero su bianco che il ramo traghetti va alla Caronte&Tourist (alias gruppo Franza) e che il ramo aliscafi va a Ustica Lines (oggi Liberty lines, ovvero il gruppo Morace). La società da Spa diventa così società consortile”. Tre anni fa ponevamo alcune domande: “Le domande che annebbiano anche questa operazione sono tante: chi ha autorizzato lo scorporo? Basta una semplice comunicazione cartacea al Ministero per procedere? Può una società che gestisce concessioni statali e regionali decidere di trasformare il suo status e scindersi? La Regione non avuto nulla da ridire?”.

La privatizzazione è stata una totale fregatura per la Sicilia e per i cittadini siciliani (ma non per i politici siciliani…)

E oggi a che punto siamo? Dopo cinque anni abbiamo una spesa di poco meno di 300 milioni di euro da parte dello Stato per questi trasporti marittimi siciliani. A questi si sommano i fondi regionali. Quante nuove navi si sono viste in questi cinque anni? Quanti nuovi mezzi di trasporto via mare veloci si sono visti in questi anni? Cosa hanno guadagnato i residenti degli arcipelaghi della Sicilia (gli abitanti delle Isole Minori, per capirci, anche se a noi le due parole – Isole Minori – non piacciono affatto)? Cosa hanno guadagnato gli imprenditori che operano nelle 14 isole che circondano la Sicilia? Cosa hanno guadagnato i pendolari? Cosa hanno guadagnato i lavoratori del settore? Cosa ha guadagnato l’indotto? In parole ancora più semplici: chi ha guadagnato con la privatizzazione dei collegamenti marittimi in Sicilia? Una privatizzazione iniziata nel 2010 prima con il Commissariamento poi con la vendita alla Compagnia delle Isole, che ha visto quest’ultima più impegnata nelle aule dei Tribunali amministrativi a difendersi che a poter gestire e programmare i servizi… Una privatizzazione che è stata una totale fregatura per la Sicilia e per i cittadini siciliani (ma non per i politici siciliani…). Oggi ci chiediamo e chiediamo: a cosa servono le Commissioni parlamentari? Quanto ai bandi andati deserti: c’è una legge che regola la pubblicazioni dei bandi? E cosa prevede? Ce lo chiediamo perché questi bandi andati deserti non piacevano a nessuno: non piacevano ai sindaci delle Isole Minori, non piacevano agli imprenditori, non piacevano ai lavoratori che utilizzano questo servizio. Da qui le domande: poco più di cinque anni fa è stata tolta di mezzo la Siremar per avere in cambio che cosa? Quante inchieste della Magistratura ci sono in questo settore? Quanti politici hanno a che fare con il ‘complicato’ mondo dei trasporti via mare?

Una proroga del servizio che si annuncia “salata” per la Regione?

Oggi leggiamo su SHIPPING ITALY. IT un articolo che desta in noi altre perplessità. Titolo: “Caronte & Tourist polemizza con la Regione Siciliana e avvia licenziamenti collettivi”. Ieri l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Marco Falcone – quello che fino ad oggi non ne ha fatta una giusta con le autostrade, con le strade e con le ferrovie della Sicilia (l’ultima sceneggiata è il treno ‘Frecciabianca’: andate avanti voi che a noi viene da ridere…) – ha detto che ci sarà una proroga del servizio. La seconda proroga, perché la prima proroga è stata firmata dallo stesso assessore Falcone nel Dicembre del 2020. Ma questa volta sembra che gli attuali gestori – alle attuali condizioni – potrebbero non essere interessati alla proroga per la gestione del servizio per il prossimo anno. SHIPPING ITALY. IT pubblica una nota diffusa ieri dal gruppo Caronte & Tourist: “La decisione di non partecipare alle gare bandite dalla Regione siciliana per i servizi integrativi di Trasporto Pubblico Locale marittimo – sono le parole attribuite a Tiziano Minuti, responsabile del personale e della comunicazione del Gruppo Caronte & Tourist – ha origine da valutazioni oggettive sui contenuti tecnici ed economico/finanziari dei bandi. Ci riferiamo in particolare ai vincoli per l’età massima del naviglio, evidentemente escludenti per i noti requisiti anagrafici della nostra flotta; alla generalizzata riduzione della base d’asta; ai maggiori oneri legati alla previsione dei costi operativi indeducibili; all’inasprimento delle penali per mancata sostituzione del naviglio fuori servizio entro le 96 ore – tali da vanificare in questi casi, tutt’altro che infrequenti e/o improbabili, la redditività prevista – e alla peculiare parametrizzazione del margine di remunerazione contrattuale massimo cui l’esercente può aspirare, che lo rende del tutto inadeguato rispetto al rischio d’impresa cui esso si sottopone. In altre parole, non si garantisce un margine di profitto ma si preannuncia una perdita quasi certa”. E ancora: “Come contrattualmente previsto, continueremo a garantire il servizio fino al 31 Dicembre 2021. Nelle more, tuttavia, non possiamo esimerci dall’avviare le procedure di licenziamento collettivo del personale fino a oggi impiegato sulle tratte oggetto di gara”. Da qui alcune deduzioni logiche. Da una parte la società fa capire che lavorare nelle attuali condizioni non può perché ” si preannuncia una perdita quasi certa”; dall’altra parte c’è la Regione – che ormai è direttamente responsabile del servizio di collegamento tra Sicilia e Isole Minori – che non può certo lasciare le 14 isole siciliane senza servizio di collegamento via mare. Il finale, anche in questo caso, sembrerebbe scontato: la Regione (e anche lo Stato) dovranno mettere mano al portafoglio. Finirà così? SHIPPING ITALY. IT conclude l’articolo scrivendo che per la Regione la proroga sarà “salata”. Scommettiamo che ha ragione?

Foto tratta da Caronte & Tourist

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