- Una politica siciliana senza vergogna riesce lasciare i cittadini senz’acqua dai rubinetti anche durante le alluvioni
- Ma per mandare via i signori di Sicilacque spa che bisogna fare? La Rivoluzione?
- L’acqua della diga Sciaguana scomparsa e la Nesté che si è presa l’acqua degli agrigentini
- Le rivendicazioni un po’ tardive per l’acqua pubblica dell’onorevole grillino Giampiero Trizzino
Una politica siciliana senza vergogna riesce lasciare i cittadini senz’acqua dai rubinetti anche durante le alluvioni
A parte di 30 gradi di qualche giorno fa – temperatura assurda e impossibile anche in Sicilia a Novembre, il segno che i cambiamenti climatici in corso non annunciano alcunché di buono – registriamo cielo coperto e piogge ormai da settimane. Ci sono state inondazioni a Catania e dintorni, a Siracusa e dintorni. Acqua in provincia di Ragusa, a Palermo e in provincia e, in generale, in un in tutta l’Isola. Ecco, in questo scenario, leggere che ci sono zone dove manca l’acqua perché le condotte non sono state riparate è semplicemente incredibile. Nel Luglio del 2004 la Regione siciliana ha consegnato a una società privata – Sicilacque spa – il cosiddetto sovrambito: le grandi condotte, le dighe, i potabilizzatori. Una privatizzazione assurda, illogica, degna dell’Unione europea di massoni & banditi che l’ha imposta. Fino al 2044 la gestione dell’acqua in Sicilia è stata consegnata ai signori di Sicilacque spa. Avrebbero dovuto sistemare le grandi condotte che perdono acqua. Cosa hanno fatto fino ad ora? Di strutturale, poco o nulla. In pratica, questi privati arrivati in Sicilia vendono ai cittadini siciliani l’acqua della Sicilia. Nell’Ottobre del 2019 la situazione, in estrema sintesi, era la seguente: “L’acqua costa 7 cent. Sicilacque compra a 70 cent. E a noi siciliani la rivende a 360 cent Semplicemente busuness”. In questa frase si concentra la politica siciliana di sempre: servi dei potenti, pronti a svendere la Sicilia come capita, ascari a 24 carati.
Ma per mandare via i signori di Sicilacque spa che bisogna fare? La Rivoluzione?
Non sappiamo più quanti articoli abbiamo scritto sulla pessima gestione dell’acqua che dovrebbe essere distribuita nella città. non sappiamo più quanto articoli abbiamo scritto per raccontare il nulla di fatto di Sicilacque spa (per i cittadini siciliani, ovviamente, non per la società, che ovviamente non rimane in Sicilia per fare beneficienza: anzi!). Ecco alcuni nostri articoli:
Il grande imbroglio sull’acqua ai danni di 5 milioni di siciliani!
Il Forum per l’acqua: chiudere il capitolo Siciliacque spa.
A Enna (e nel PD) con Sicilacque spa c’è un po’ di confusione o noi ci siamo persi qualcosa?
L’acqua della diga Sciaguana scomparsa e la Nesté che si è presa l’acqua degli agrigentini
Passano gli anni e la situazione, in Sicilia, in materia di gestione dell’acqua, è sempre la stessa: uno schifo! Nel Maggio di quest’anno è scomparsa anche l’acqua di una diga. Sembra un racconto dell’orrore, ma è la realtà: nel giro di qualche giorno è scomparsa l’acqua della diga Sciaguana, in provincia di Enna. C’è stata la denuncia del WWF, le polemiche del momento, la commissione di ‘esperti’ chiamata a fare luce su una vicenda misteriosa. Poi il silenzio. Ancora aspettiamo che il Governo regionale di Nello Musumeci spieghi ai siciliani che fine ha fatto della diga Sciaguana: aspetta e spera. Sull’acqua, nella nostra sempre più sbrindellata Isola, si viaggia tra l’assurdo e il paradosso. Negli anni ’80 c’erano sempre circa cinquanta dighe; le dighe piene d’acqua non riuscivano a erogare l’acqua agli agricoltori perché mancavano le canalizzazioni; dove invece c’erano le canalizzazioni le dighe erano sempre vuote. Le poche dighe che funzionavano – per esempio la diga Poma, nel Palermitano – dovevano dividere l’acqua città e campagne (in pratica, per cattiva organizzazione, si rubava l’acqua agli agricoltori). Oggi viviamo altri paradossi: la multinazionale Nestlé che si è presa l’acqua dei Monti Sicani (l’Acqua Vera, quella che ci vendono, per decenni e decenni era l’acqua degli agrigentini). E alcune dighe siciliane che si riempiono, ma l’acqua viene gettata in mare perché le dighe sono piene di fango e nessuno le ripulisce. O la riforma dei Consorzi di Bonifica, he dovrebbe azzerare i debiti del passato, frutto di gestioni sbagliate, che rimane nel limbo perché la politica non sa che fare, a parte presentare bollette ‘salatissime’ agli agricoltori. I siciliani cambieranno registro o voteranno le stesse persone che hanno solo prodotto danni, nella gestione dell’acqua e in atri settori della vita economica e sociale?
Le rivendicazioni un po’ tardive per l’acqua pubblica dell’onorevole grillino Giampiero Trizzino
Nota a margine su alcune considerazioni del parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Giampiero Trizzino, che abbiamo letto su Facebook. Dice, Trizzino, che lui è sempre stato favorevole al ritorno alla gestione pubblica dell’acqua. Noi ricordiamo che Trizzino, nei primi due anni e mezzo della legislatura 2012-2017, è stato presidente della Commissione Ambiente dell’Assemblea regionale siciliana. Non ricordiamo particolari battaglie condotte dall’onorevole Trizzino per mandare via Sicilacque spa. Così come non ricordiamo particolari azioni politiche e parlamentari dell’onorevole Trizzino presidente della Commissione Ambiente in favore dell’acqua pubblica. Noi ricordiamo che scrivevamo su questo argomento su Link Sicilia. Ma è stato tutto inutile. Battaglia persa. Ricordiamo, anche, che era stato presentato in Assemblea regionale siciliana – sempre negli anni in cui Trizzino era il presidente della Commissione Ambiente del Parlamento dell’Isola – un disegno di legge d’iniziativa popolare che si proponeva di riportare in Sicilia la gestione pubblica dell’acqua. Nella legislatura 2012-2017 i grillini contavano 14 deputati su 90. Non ricordiamo una battaglia politica dei grillini di allora per portare a Sala d’Ercole e discutere questo disegno di legge d’iniziativa popolare per il ritorno all’acqua pubblica. Noi ricordiamo che questo disegno di legge è stato vergognosamente ‘insabbiato’. Né ci risulta che qualche gruppo parlamentare – compreso il gruppo parlamentare grillino di oggi – lo abbia riesumato e riproposto. E ricordiamo che, ancora oggi, Sicilacque spa non la smuove nessuno e l’acqua – a parte Agrigento – continua ad essere gestita dai privati.
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