La FAO: in crescita i prezzi dei beni alimentari per il terzo mese consecutivo in tutto il mondo. Il dilemma del grano / MATTINALE 481

5 novembre 2021
  • L’Unione europea comincia a pagare il prezzo della perdita della sovranità alimentare
  • Il dilemma del grano. Il prezzo dei fertilizzanti è alle stelle. Ma è in crescita anche il prezzo del grano. E’ una sfida
  • Gli errori dell’Unione europea nella gestione del grano: gravissima l’apertura al grano canadese per favorire le multinazionali che operano nell’industria e nei servizi 
  • Il Governo regionale siciliano di Nello Musumeci continua a sbagliare rispetto ai cambiamenti climatici: servono 30 mila operai forestali subito, non 600 guardie forestali nei prossimi cinque anni!
  • E’ in corso un’inflazione pesante i cui effetti vengono ignorati
  • La produzione mondiale di grano sarà inferiore alla domanda e diminuiranno le scorte

L’Unione europea comincia a pagare il prezzo della perdita della sovranità alimentare

Nella stagione iper-liberista, dove le multinazionali fanno quello che vogliono – basti pensare che producono vaccini, li vendono in tutto il Pianeta ma non hanno alcuna responsabilità sulle tantissime conseguenze negative sulla salute delle persone e sui tanti decessi – esiste un Governo del Mondo? Dipende. Per condizionare le elezioni presidenziali americane sì, mentre nel settore alimentare, che pure è fondamentale, ogni Paese fa ciò che vuole. Ieri abbiamo dato notizia che anche la Russia, dopo la Cina, ha deciso di ridurre l’esportazione di fertilizzanti. Visto dal lato degli ambientalisti potrebbe anche essere una buona notizia: bene, d’ora in poi, a cominciare dal grano, via libera all’agricoltura biologica, così, oltre a ridurre l’uso di concimi chimici, riduciamo anche l’uso di pesticidi ed erbicidi. Purtroppo – almeno fino a questo momento – quando si punta sulla produzione agricola ‘bio’ la quantità di prodotti diminuisce sensibilmente. Insomma, fino a quando la ricerca scientifica non consentirà all’agricoltura biologica di produrre le stesse quantità di beni alimentari assicurate dalla cosiddetta agricoltura convenzionale, piaccia o no, bisognerà fare i conti con i fertilizzanti e, purtroppo, anche con gli erbicidi e i pesticidi. Anche se, in prospettiva, il cambio di paradigma è più che mai necessario.

Il dilemma del grano. Il prezzo dei fertilizzanti è alle stelle. Ma è in crescita anche il prezzo del grano. E’ una sfida

Così, in questo momento – per andare subito a un argomento che trattiamo da sempre – il mondo grano deve fare i conti con i fertilizzanti i cui prezzi sono in aumento. E che aumento! Scrive Cosimo Gioia, produttore di grano duro nell’entroterra della Sicilia, per la precisione a Valledolmo, provincia di Palermo: “E ti pareva che, con l’aumento del prezzo del grano, gli agricoltori avrebbero avuto, finalmente, un bilancio positivo… L’Urea da 43 euro a 97 euro, il grano da seme raddoppierà il prezzo, così il resto… In sostanza non cambierà niente. In perdita eravamo ed in perdita resteremo… Già, in molti, rinunziano a seminare…”. L’urea, guarda caso, è prodotta in buona parte in Russia. E allora? Noi non la vediamo in termini così negativi. Teniamo conto che il prezzo del grano duro è passato da 18-20 euro al quintale di qualche anno fa a oltre 50 euro al quintale di quest’anno. E come dice Mario Pagliaro, chimico del Cnr e appassionato di climatologia, che fino ad oggi non ha sbagliato una previsione, a fine anno il prezzo del grano duro siciliano potrebbe raggiungere i 60 euro al quintale. E, magari, potrebbe sfiorare i 100 euro al quintale nei primi mesi del prossimo anno. Lo sappiamo: gli agricoltori siciliani sono pessimisti. Giovanni Verga non è nato in Sicilia per caso. Mettono nel conto, gli agricoltori delle nostre parti, che il prossimo anno si ritroveranno con i costi maggiorati, ovvero con le spese raddoppiate, e con il prezzo del grano duro di nuovo a 18-20 euro al quintale: praticamente rovinati. Tutto è possibile, per carità, specie in un settore dell’economia – l’agricoltura – dove l’imponderabile è sempre dietro l’angolo. Ebbene, noi non pensiamo che lo scenario sia questo. Noi pensiamo che i cambiamenti climatici in corso non si fermeranno; e pensiamo, inoltre, che nei prossimi anni il ruolo dell’agricoltura diventerà centrale.

Gli errori dell’Unione europea nella gestione del grano: gravissima l’apertura al grano canadese per favorire le multinazionali che operano nell’industria e nei servizi 

Purtroppo, in Sicilia e nel Sud Italia, scontiamo una doppia penalizzazione: siamo finiti in un’Italia che, dal 1860, ci tratta come una colonia, mentre l’Italia è finita dentro un’Unione europea governata da gente che non conosce nemmeno la storia. Se questi massoni che controllano la Ue conoscessero almeno per grandi linee la storia dell’Antica Roma, saprebbero che perdere la sovranità alimentare è pura follia. Massacrare i produttori di grano dell’Europa mediterranea per riempire di grano canadese il Vecchio Continente, solo perché le multinazionali, in cambio, vanno in Canada a fare affari con le automobili e, in generale, con le attività industriali e con la fornitura di servizi è stata ed è una stupidaggine somma che tutta l’Europa pagherà nei prossimi anni. Anche perché, non lo ricordiamo, il grano canadese, in buona parte, matura artificialmente a colpi di glifosato. Questi ‘Padroni del vapore della Ue’ pensano di affrontare i cambiamenti climatici eliminando terreni agricoli, che dovrebbero essere riempiti di pannelli fotovoltaici. In Sicilia abbiamo tanti esempi di questa dabbenaggine politica, avallata da un Governo regionale inadeguato e miope: basti pensare a circa 100 ettari di terreni, per lo più agricoli che, dalla Val di Noto, arrivano fino al cuore del Parco Ibleo. Un area di pregio agricolo e naturalistico che dovrebbero essere ricoperta di pannelli fotovoltaici per produrre energia da esportare. Una follia, in un mondo dove i cambiamenti climatici hanno iniziato a erodere l’agricoltura. Si dirà: gli interessi sono fortissimi e il Governo siciliano rischiava di essere spazzato via. Quindi per salvare le poltrone di Governo gli lasciamo fare ciò che vogliono? Perché il presidente Nello Musumeci, i suoi assessori e i dirigenti generali che ha nominato lo stesso Governo non se ne vano a casa subito?

Il Governo regionale siciliano di Nello Musumeci continua a sbagliare rispetto ai cambiamenti climatici: servono 30 mila operai forestali subito, non 600 guardie forestali nei prossimi cinque anni!

Chi è che in Europa ha deciso non non produrre fertilizzanti secondo i bisogni della nostra agricoltura, creando una dipendenza dai Paesi esteri? Così se Cina e Russia decidono di ridurre l’esportazione di fertilizzanti, il prezzo degli stessi fertilizzanti schizza all’insù. C’è da stupirsi? No. E qui torniamo al pessimismo dei siciliani che, forse, dovrebbe essere rivolto ad altri scenari. Quello che stiamo vivendo è il terzo anno di pesante siccità globale, con un aumento spaventoso degli incendi boschivi in tutto il Pianeta. E noi, in Sicilia, abbiamo un Governo regionale che, dopo due mesi – Luglio e Agosto – di temperature a 40 gradi centigradi, con quasi 80 mila ettari di boschi andati in fumo, pensa di risolvere il problema con l’assunzione di 600 guardie forestali nei prossimi cinque anni, quando ci vorrebbero, a partire dalla Primavera del prossimo anno, almeno 30 mila operai forestali dislocati in tutte le aree verdi della nostra Isola in servizio h 24 per provare a bloccare, o magari a contenere gli effetti della possibile prossima Estate siccitosa. Gli attuali governanti della Sicilia hanno un’idea, anche vaga, di quello che sta succedendo nel mondo con i cambiamenti climatici? Lo sanno che in Germania la patata ormai da qualche anno si coltiva solo in irriguo? Lo sanno che, da qualche anno, nelle aree verdi, si assiste ad un crollo storico del Faggio? La siccità e poi l’alluvione che ha colpito quest’anno il Nord Europa non ha insegnato nulla? Il crollo della produzione di grano negli Stati Uniti, in Canada e in Russia è solo un caso e il prossimo anno tutto tornerà come prima? I laghi prosciugati in Romania cosa sono, scherzi della natura? E’ sempre la natura che si diverte a fare scomparire i microrganismi dai terreni, impedendo agli stessi terreni di immagazzinare acqua? L’elenco di problemi ambientali è lungo. I prossimi anni potrebbero essere ancora più difficili, ovviamente per chi crede che i cambiamenti climatici dipendono per il 95% dal sole e solo per il 5% dall’uomo.

E’ in corso un’inflazione pesante i cui effetti vengono ignorati

E’ in corso una grande sfida. In queste ore la FAO, l’agenzia alimentare delle Nazioni Unite, ci dice che i prezzi alimentari mondiali sono aumentati per il terzo mese consecutivo ad Ottobre, raggiungendo un nuovo picco di 10 anni. Tale aumento – leggiamo su SWB – ha continuato ad essere trainato dall’aumento dei prezzi dei cereali e degli oli vegetali. La FAO, infatti, ha registrato una media di 133,2 punti il ​​mese scorso rispetto ai 129,2 rivisti di Settembre (visto che il dato di settembre era precedentemente indicato come 130,0). La lettura di Ottobre è stata la più alta per l’indice dal Luglio 2011. Su base annua, l’indice è cresciuto del 31,3% ad Ottobre“. Il prezzo delle materia prime in agricoltura – e qui torniamo alle parole di Cosimo Gioia – è in crescita: e i prezzi dei prodotti agricoli vanno su. E’ una sfida, in un mondo dove il liberismo economico ha prodotto enormi danni, eliminando l’intervento pubblico nei Paesi fragili. E’ una sfida. Il prezzo dei fertilizzanti cresce. Ma cresce il prezzo dell’energia, in un’Italia dove il Governo fa finta di non sapere che l’inflazione erode ogni giorno il potere d’acquisto dei cittadini:
–  tariffe pubbliche +9.5%4
– tar. regolate +19%
– Riso+cereali +43%
– Carni +6%
– Latte Uova Formaggi +10.2%
– Oli +21%
– Vini +10%
– Voli EU +41.7%
– Gas naturale+37.1%
– elettricità tutela+37%
– voli intercont.+23%
– Benzina+18%
– pomodori+17.9%
– trasporto marittimo+16%
(dati del Ministero dello Sviluppo Economico).

La produzione mondiale di grano sarà inferiore alla domanda e diminuiranno le scorte

Ancora SWB ci ricorda che i prezzi del grano sono cresciuti per il quinto mese consecutivo “per raggiungere il massimo dal Novembre 2012. Anche i prezzi mondiali dell’olio vegetale sono aumentati del 9,6% nel mese, raggiungendo un livello record. Al contrario, i prezzi globali dello zucchero sono diminuiti dell’1,8% in Ottobre. La FAO, nel frattempo, ha ridotto la sua proiezione della produzione cerealicola mondiale nel 2021, a 2,793 miliardi di tonnellate dai 2,800 miliardi stimati un mese fa. La produzione mondiale di cereali prevista rappresenterebbe ancora un record, ma sarebbe inferiore alla domanda prevista, portando così a un calo delle scorte di cereali previste. La domanda è stata sostenuta da un aumento della proiezione del commercio mondiale di cereali verso un nuovo record, sostenuto da un aumento del commercio di grano”. Certo, tutto può cambiare da qui ad un anno. Però se la FAO ci dice che, in proiezione, da domanda di grano nel mondo sarà maggiore dell’offerta e che le scorte sono in calo, non produrre grano sarebbe un errore. Certo, ci vorrebbe un ‘paracadute’ per gli agricoltori. Anche per questo il Regno Unito è uscito dall’Unione europea, al netto delle fesserie pro-liberiste europeiste raccontate o fatte raccontare dai ‘banditi’ liberisti che oggi governano la Ue. Ma alle balordaggini economiche ‘europeiste-liberiste’ dovremmo essere abituati, ormai. O no?

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