Francesco chiede “visione, capacità di pianificazione e rapidità di esecuzione” per ripensare “il futuro della nostra casa comune”, cogliendo “una vera occasione di trasformazione, un vero punto di conversione, non solo in senso spirituale”.
“Quest’ultima via è la sola che conduce verso un orizzonte “luminoso” e può essere perseguita solo attraverso una rinnovata corresponsabilità mondiale, una nuova solidarietà fondata sulla giustizia, sulla condivisione di un comune destino e sulla coscienza dell’unità della famiglia umana, progetto di Dio per il mondo – sottolinea il Pontefice -. Si tratta di una sfida di civiltà a favore del bene comune e di un cambiamento di prospettiva, nella mente e nello sguardo, che deve porre al centro di ogni nostra azione la dignità di tutti gli esseri umani di oggi e di domani”.
Francesco ricorda, poi, l’Appello congiunto, firmato il 4 ottobre scorso con capi religiosi e scienziati, per richiamare “azioni più responsabili e coerenti” sul clima, perchè “non possiamo permettere” che le generazioni future debbano vivere “in un mondo inabitabile”.
“Nell’Appello congiunto abbiamo richiamato la necessità di adoperarci responsabilmente a favore della “cultura della cura” della nostra casa comune ed anche di noi stessi, cercando di estirpare i “semi dei conflitti: avidità, indifferenza, ignoranza, paura, ingiustizia, insicurezza e violenza”, dice ancora Francesco, per il quale “un cambio di rotta così tanto urgente richiede l’impegno di ciascuno”, un impegno che “va alimentato anche dalla propria fede e spiritualità”.
(ITALPRESS).
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