- L’attacco di De Magistris: tutti, in Calabria, hanno lavorato per consegnare la Regione al centrodestra
- L’analisi di Erasmo Vecchio sulle elezioni comunali in Sicilia e l’importanza dell’incontro di Sabato prossimo a Caltanissetta
- Il possibile consenso per un soggetto meridionalista e federalista non manca nel Sud e in Sicilia: bisogna organizzarsi al meglio per intercettare l’elettorato grillini e progressiste e per motivare i Siciliani che oggi non votano
L’attacco di De Magistris: tutti, in Calabria, hanno lavorato per consegnare la Regione al centrodestra
Sulla pagina Facebook Pagine di R-Esistenza leggiamo una dichiarazione di Luigi De Magistris, l’ex sindaco di Napoli che, alle recenti elezioni regionali della Calabria è riuscito a prendere il 16% contro i colossi del centrodestra, del centrosinistra e anche contro chi avrebbe dovuto appoggiarlo e poi si è chiamato fuori: “Dopo l’adesione al gruppo misto della Bruni, candidata di PD/5S, dopo le dichiarazioni del voltagabbana Pino Aprile (fino a pochissimi mesi fa contro il Sistema dei grandi partiti), dopo il tuffo nel PUT (partito unico della torta) di Tansi, l’ex aspirante rottamatore, è ormai chiaro come tutti hanno lavorato affinché vincesse Roberto Occhiuto e la destra. L’importante è che non vincesse De Magistris e la coalizione civico-popolare che avrebbero impedito al SISTEMA di continuare ad avere mani libere sul denaro pubblico. Siamo in Calabria, l’unica alternativa al partito trasversale e consociativo della spesa pubblica. E poi, a differenza di altri, non abbiamo un prezzo e non ci facciamo comprare. L’opposizione in Consiglio Regionale la faranno davvero i nostri due consiglieri coraggiosi e liberi (Ferdinando Laghi ed Antonio Lo Schiavo), nelle strade la faremo tutti noi, con me in prima linea”.
L’analisi di Erasmo Vecchio sulle elezioni comunali in Sicilia e l’importanza dell’incontro di Sabato prossimo a Caltanissetta
Una dichiarazione battagliera, quella di De Magistris, che conferma quanto abbiamo scritto noi lo scorso 14 Ottobre: forte del 16% dei voti presi in Calabria contro tutto il “SISTEMA”, come lo definisce lo stesso ex sindaco di Napoli – 16% che sono circa 130 mila voti – De Magistris ha tutta l’intenzione di dare vita a un nuovo soggetto politico per dare voce a tutto il Sud e noi ci auguriamo anche alla Sicilia. Noi ci auguriamo che De Magistris dia vita a un partito politico d’ispirazione federalista, in grado di unire, federandole, le tante anime inquiete del Mezzogiorno che vogliono impegnarsi in politica e, tra queste, anche i tanti movimenti presenti in Sicilia. Il fatto che anche alle elezioni comunali ormai vada a votare meno del 50% degli elettori (a Roma, al ballottaggio, si è recato alle urne il 40% degli aventi diritto al voto!) significa che la maggioranza dei cittadini italiani consideri l’attuale ‘offerta politica’ non degna di essere votata: da qui la ‘fuga’ di tanti cittadini dai seggi elettorali. Noi guardiamo con interesse al Sud e alla Sicilia. E guardiamo con interesse a De Magistris e a quello che succede nel Sud e in Sicilia. Ci ha convinto l’analisi del recente voto alle comunali di Erasmo Vecchio, leader di Identità Siciliana. E guardiamo con interesse all’incontro di Sabato a Caltanissetta. “Nell’area autonomista ed indipendentista – scrive Vecchio a proposito della Sicilia – da oltre un anno si ripropongono riunioni, spesso inficiate da nostalgie che, tuttavia, confermano un fermento in atto, perché in questa fase storica serve un’azione politica alternativa e contraria all’attuale assetto politico in uno schema del tutto diverso da quello che ha reso la Sicilia colonia di Roma e del Nord. Un’azione che abbia la forza di imporre ai Governi regionale e nazionale temi cruciali per la rinascita della Sicilia. Nella nascita di questa azione serve metterci l’anima, la visione, il progetto, l’entusiasmo e la generosità romantica. Lasciando fuori gli ascari, servili, ignavi e pericolosi, un autentico circo Barnum di soggetti a tutto vocati, meno che a fare i guerrieri indipendentisti, autonomisti e sovranisti. Questa politica deleteria, ad oggi, è stata rappresentata e guidata in Sicilia da un manipolo di soggetti che alla Sicilia hanno voltato le spalle tanto che oggi un elettore siciliano su due non vota. Il vero sconfitto in queste elezioni amministrative dell’Ottobre 2021, infatti, è la capacità della politica siciliana di dare rappresentanza alle domande del suo corpo sociale”. Condividiamo tale analisi e aggiungiamo un sommesso consiglio: per le elezioni regionali siciliane del prossimo anno ci vuole un candidato di alto profilo per dare forza al progetto politico di rinascita della Sicilia.
Il possibile consenso per un soggetto meridionalista e federalista non manca nel Sud e in Sicilia: bisogna organizzarsi al meglio per intercettare l’elettorato grillini e progressiste e per motivare i Siciliani che oggi non votano
Noi siamo convinti che ormai, per come si stanno mettendo le cose in Italia, è possibile accendere la speranza di un partito meridionalista in grado di federare i tanti movimenti presenti nel Sud. Ci addolorano le parole di De Magistris là dove dà del “voltagabbana” a Pino Aprile, con riferimento al fatto che, a un certo punto, in campagna elettorale, in occasione delle citate elezioni regionali calabresi, dopo averlo sostenuto ad appoggiato all’inizio, il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale di Pino Aprile ha deciso – peraltro con una decisione verticistica – di non appoggiare più Luigi De Magistris. Decisione che noi, dalla Sicilia, non abbiamo compreso. Tant’è vero che ci siamo chiesti il perché di tale scelta, non condivisa da tanti iscritti ad Movimento, che si sono dissociati, con alcuni di loro che si sono candidati nelle liste di De Magistris. Abbiamo chiesto ‘lumi’ al coordinatore di Equità Territoriale in Sicilia, Franco Calderone, che non ne vuole sapere di parlare. Sappiamo anche che ad Equità Territoriale sta finendo a colpi di carta bollata: altra cosa che ci addolora. Inutile chiedere notizie a Calderone, che non vuole commentare. Ormai di Equità Territoriale versione Pino Aprile non comprendiamo più nulla. E non riteniamo che possa diventare un riferimento politico ed elettorale per il Sud e per la Sicilia. Troppe divisioni e troppo veleni. Peccato. Crediamo, invece, nella grinta di De Magistris e nell’azione che stanno portando avanti i Sicilianisti, da Erasmo Vecchio a Siciliani Liberi e, in generale, ai tanti soggetti che, nella nostra Isola, per ora forse con troppe “monadi senza finestre”, stanno comunque lavorando per far germogliare un soggetto politico nuovo in grado di interpretare il cambiamento indispensabile al Sud e in Sicilia. Con la sostanziale scomparsa del Movimento 5 Stelle si aprono nuovi scenari. L’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, pescando nell’elettorato moderato siciliano che non è in disfacimento è già oltre il 5% in quasi tutti i Comuni dove si è presentato e in qualche Comune è al 10% come primo partito. L’elettorato grillino e progressista è invece in disfacimento, se è vero che Movimento 5 Stelle e PD perdono consensi. Oggi, per rilanciare in grande stile autonomismo, sicilianismo e, perché no?, indipendentismo non c’è un problema elettorale: c’è un problema di organizzazione politica e territoriale per intercettare il voto grillini e progressiste in uscita e per motivare e portare alle urne il 53-54% dei Siciliani che non va più a votare.
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