Con le elezioni comunali in Sicilia è rinata la Dc/ MATTINALE 464

12 ottobre 2021
  • Questo, a nostro avviso, è un dato politico che salta agli occhi. In tutti i Comuni dove si è presentata, la nuova Dc di Totò Cuffaro ha superato il 5% e in un paio di Comuni – Caltagirone e Favara – ha superato il 10% 
  • Ad Alcamo i grillini hanno poco da esultare, perché ha vinto l’uscente Domenico Surdi, che è grillino a metà, se è vero che è da sempre vicino a Ignazio Corrao, l’europarlamentare siciliano che ha lasciato il Movimento 5 Stelle
  • Inutile girarci attorno: il centrodestra siciliano ha perso. Il primo motivo della sconfitta è la presenza della Lega nel Governo Draghi, che è totalmente fallimentare, dal momento che Draghi, come Monti, è il capo di un Governo delle tasse  
  • La seconda motivazione della sconfitta del centrodestra in Sicilia la disastrosa presenza di Nello Musumeci alla presidenza della Regione  
  • Incomprensibile l’esultanza dei grillini, che da primo partito in Sicilia, sono stati ‘promossi’ a portatori di acqua nel PD. Bene invece Claudio Fava, che si conferma come il migliore candidato del centrosinistra alle elezioni regionali del prossimo anno
  • I grillini, con il presidente di una scialba Commissione Antimafia, hanno etichettato come “impresentabile” il candidato sindaco di Mistretta, Sebastiano Sanzarello, convincendo a tanti elettori indecisi a votarlo…

Questo, a nostro avviso, è un dato politico che salta agli occhi. In tutti i Comuni dove si è presentata, la nuova Dc di Totò Cuffaro ha superato il 5% e in un paio di Comuni – Caltagirone e Favara – ha superato il 10% 

Delle elezioni comunali siciliane quasi tutti parlano e scrivono del confronto tra centrosinistra e centrodestra. Noi, dai risultati ormai quasi completi di questa tornata elettorale, ‘leggiamo’ un dato che ci sembra interessante, soprattutto per quello che potrebbe succedere da qui a un anno, quando si celebreranno le elezioni regionali siciliane: la rinascita della Dc. Fino a ieri il ritorno della Democrazia cristiana era solo un’idea dell’ex presidente della Regione siciliana, Totò Cuffaro. Ebbene, da ieri la nuova Democrazia cristiana è una realtà. In Sicilia Domenica e Lunedì si è votato in 42 Comuni (13 Comuni con più di 15 mila abitanti). Sono stati chiamati alle urne 537.294 elettori. Non tutti si sono presentati a votare. Anzi, in tanti sono rimasti a casa, confermando la tendenza nazionale che vede una sempre minore presenza di elettori ai seggi. In Sicilia il calo di elettori c’è stato, ma inferiore rispetto al dato nazionale. Ebbene – tornando alla nuova Dc – in quasi tutti i Comuni dove la nuova Democrazia cristiana si è presentata è stato superato il 5%; e in alcuni Comuni – come Favara in provincia di Agrigento e Caltagirone in provincia di Catania – la Dc ha superato il 10 (a Favara – stando ai dati di ieri sera – la Dc potrebbe addirittura essere il primo partito).

Ad Alcamo i grillini hanno poco da esultare, perché ha vinto l’uscente Domenico Surdi, che è grillino a metà, se è vero che è da sempre vicino a Ignazio Corrao, l’europarlamentare siciliano che ha lasciato il Movimento 5 Stelle

Quanto ai risultati, si conferma la tendenza nazionale: centrodestra in calo, centrosinistra in avanti, anche se i dati vanno letti Comune per Comune. Ad Alcamo, per esempio, ha vinto il sindaco uscente Domenico Surdi. Cinque anni fa è stato eletto con i grillini. Ma oggi il politico di riferimento del sindaco riconfermato, Ignazio Corrao, europarlamentare, è ormai un ex grillino. Insomma non sappiamo se Surdi può essere considerato ancora un grillino, anche perché con lui si è schierata una realtà civica ABC, sigla che sta per Alcamo Bene Comune. La sorpresa è arrivata da Caltagirone, dove il centrosinistra dovrebbe avere vinto al primo turno con Fabio Roccuzzo (sembrerebbe al 54%), sostenuto da PD, grillini e Cento Passi di Claudio Fava, mentre il candidato del centrodestra, Sergio Gruttadauria, si sarebbe fermato al 40%. Nel buon risultato ottenuto dal centrosinistra a Caltagirone centrale sembra il ruolo di Fava, unica figura di questa parte politica che gode di visibilità e credibilità. Con molta probabilità, senza Fava il centrosinistra non avrebbe vinto al primo turno in nessun Comune. Fallimentare, invece, il tentativo del PD di ‘addizionarsi’ a Forza Italia. Emblematico il caso di Canicattì, provincia di Agrigento, dove berlusconiani e PD hanno prodotto un fiasco!

Inutile girarci attorno: il centrodestra siciliano ha perso. Il primo motivo della sconfitta è la presenza della Lega nel Governo Draghi, che è totalmente fallimentare, dal momento che Draghi, come Monti, è il capo di un Governo delle tasse  

E il centrodestra siciliano? E’ andato male. Questo schieramento politico sconta due problemi, uno nazionale e uno siciliano. Il dato nazionale è che la Lega di Governo non funziona. Pessima la figura che ha fatto il leader, Matteo Salvini, con la riforma fiscale delegata al Governo di Mario Draghi. Sembrava che i leghisti si sarebbero opposti. Invece stanno ‘inghiottendo’ anche una riforma fiscale – con in testa la riforma del Catasto – che massacrerà di nuove imposte i cittadini. Al di là delle chiacchiere di Draghi, la riforma del Catasto comporterà un sensibile aumento dell’IMU e un sensibile aumento della TARI. E ci sarà una stangata per i proprietari delle abitazioni sfitte. Questi ultimi verranno presi da due fuochi: se affittano la casa rischiano di ritrovarsi con l’inquilino che non paga la pigione; se non l’affitteranno dovranno pagare un ‘botto di soldi allo Stato! Su questo tema saremo più precisi in un articolo a parte. Quello che sta per succedere con la riforma fiscale gli elettori l’hanno capito: e infatti molti elettori – e tra questi tanti del centrodestra – non sono andati a votare. E poiché Salvini, a quanto pare, è ormai un ‘prigioniero politico’ che resterà ad appoggiare il Governo Draghi, è destinato a perdere ancora voti. E non è detto che i voti che perderà la Lega andranno a Fratelli d’Italia, proprio perché, come già ricordato, molti elettori del centrodestra non si recano a votare e altri cambiano ‘cavallo’.

La seconda motivazione della sconfitta del centrodestra in Sicilia la disastrosa presenza di Nello Musumeci alla presidenza della Regione  

In Sicilia il centrodestra sconta un secondo problema: l’ingombrante presenza di Nello Musumeci alla presidenza della Regione siciliana. Nell’ultimo anno la Giunta Musumeci ha manifestato limiti evidenti: basti pensare alla disastrosa gestione dei boschi. Lo stesso risultato di Caltagirone, prima che una sconfitta del centrodestra, è una sconfitta di Musumeci, perché le precedenti elezioni comunali di Caltagirone le aveva vinte il centrodestra a ‘trazione’ Musumeci con Gino Ioppolo, fedelissimo dell’attuale presidente della Regione. Il risultato di Caltagirone dimostra inequivocabilmente che la ‘trazione’ di Musumeci non c’è più; semmai, oggi, Musumeci e il suo Governo in buona parte fallimentare sono un peso per il centrodestra siciliano (pessima la gestione del Bilancio dell’assessore Gaetano Armao, inesistente la gestone dell’Agricoltura, disastrosa la gestione dell’Ambiente e via continuando). Musumeci dovrebbe farsi da parte, ma non lo farà. E questo è oggettivamente un problema per il centrodestra, perché l’elettorato siciliano che vota (perché alle elezioni regionali un 50% e forse più di elettorato non va a votare) ha capito che Musumeci è un perdente ed è già pronto a votare il candidato vincente, che in questo momento, nel centrosinistra siciliano, è rappresentato da Claudio Fava. Non sappiamo se il centrosinistra ‘chiuderà’ su Fava: ma sembra quasi matematico che Fava, grazie anche alle divisioni del centrodestra, oggi non avrebbe difficoltà a vincere le elezioni regionali. Attenzione: oggi è così, tra un anno non sappiamo, sia perché la politica oggi è ‘volatile’, sia perché tra un anno la Lega potrebbe essere passata all’opposizione del Governo Draghi, sia perché Musumeci, a quasi 70 anni, potrebbe sempre capire che è arrivato il tempo di tornare a coltivare arance a nella sua Militello in Val di Catania, godendosi magari i cavalli di Ambelia…

Incomprensibile l’esultanza dei grillini, che da primo partito in Sicilia, sono stati ‘promossi’ a portatori di acqua nel PD. Bene invece Claudio Fava, che si conferma come il migliore candidato del centrosinistra alle elezioni regionali del prossimo anno

E il resto del risultati elettorali? Va segnalata la grande vittoria di Francesco ‘Ciccio’ Aiello nella ‘sua’ Vittoria, cittadina agricola per antonomasia. Aiello, vecchia guardia del Pci siciliano, già parlamentare regionale, già assessore regionale, è stato sindaco della sua città per sei volte. Va al ballottaggio e, a meno di colpi di scena, dovrebbe essere rieletto. Fondamentale, nel risultato di Aiello, è stato il ruolo dei Cento Passi di Fava. Non riusciamo a capire l’esultanza dei grillini. E’ evidente che si rifiutano psicologicamente di ‘leggere’ il dato politico che li riguarda: da primo partito in Sicilia sono diventati i portatori di acqua al mulino del PD siciliano. Ad Alcamo, come abbiamo già accennato, il sindaco rieletto è grillino più di forma che di sostanza. A Caltagirone, come già ricordato, la differenza l’ha fatta la lista di Fava. A Porto Empedocle i grillini hanno perso il sindaco Ida Carmina, sconfitta. Gioiscono per essere andati al ballottaggio in alcuni Comuni, ma non è detto che vinceranno. Anzi, a nostro avviso, dovrebbero gioire un po’ meno, perché gli elettori siciliani, ormai, quando sentono la parola ‘grillini’…

I grillini, con il presidente di una scialba Commissione Antimafia, hanno etichettato come “impresentabile” il candidato sindaco di Mistretta, Sebastiano Sanzarello, convincendo a tanti elettori indecisi a votarlo…

Da segnalare il caso di Mistretta, Comune del Messinese di poco più di 4 mila e 5oo abitanti, dove l’ex democristiano Sebastiano Sanzarello, espressione del mondo agricolo e zootecnico di queste contrade, già consigliere provinciale, già deputato regionale, già europarlamentare avrebbe addirittura raggiunto il 70% delle preferenze! E questo nonostante il tentativo di ‘sgambetto’ da parte del grillino Nicola Morra, presidente di una scialba Commissione parlamentare Antimafia nazionale, che qualche giorno prima del voto ha appioppato a Sanzarello l’etichetta di “impresentabile” per via di una vicenda giudiziaria in parte chiusa con la prescrizione, in parte ancora aperta: e forse è stato questo maldestro tentativo giustizialista che ha convinto tanti elettori di Mistretta indecisi a votarlo. Della serie: se i grillini ne parlano male significa che va votato! Da segnalare, infine, i casi di Gioiosa Marea, provincia di Messina, e Ferla, provincia di Siracusa, dove risultano eletti gli unici 2 candidati in lista nei rispettivi Comuni. Quando c’è un solo candidato sindaco, questi, a norma di legge, risulta eletto se a votare va più del 50% degli elettori. E così è stato in questi due Comuni: a Gioiosa Marea risulta eletta sindaco Giusy La Galia, a Ferla risulta eletto Michelangelo Giansiracusa (per lui è il terzo mandato). Non è stato così a San Cipirello, provincia di Palermo, dove l’unico candidato sindaco non è riuscito a portare alle urne più del 50% degli elettori e, di conseguenza, non risulta eletto e si dovrà tornare a votare.

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