- La Relazione Aifa illustrata in un articolo di ‘Affaritaliani.it’. Segnalazioni di reazioni osservate dopo la somministrazione del vaccino. Ciò non significa che queste reazioni siano state causate dallo stesso vaccino. Potrebbero essere un sintomo di un’altra malattia o potrebbero essere associate a un altro prodotto assunto dalla persona che si è vaccinata. Ma la correlazione temporale c’è
- L’articolo è importante perché, finalmente, si mettono insieme gli eventi avversi – compresi i decessi – avvenuti, come già ricordato, tra il 27 Dicembre 2020 e il 27 Luglio di quest’anno in seguito alla somministrazione dei vaccini anti-Covid
- Sabato scorso la ricerca di spiegazioni tra vertici e dirigenti Aifa
- Il dubbio che il vaccino anti-Covid “sia diventato più una fede incrollabile, su cui non si possono fare domande, che un farmaco da vigilare come tutti gli altri”
La Relazione Aifa illustrata in un articolo di Affaritaliani.it. Segnalazioni di reazioni osservate dopo la somministrazione del vaccino. Ciò non significa che queste reazioni siano state causate dallo stesso vaccino. Potrebbero essere un sintomo di un’altra malattia o potrebbero essere associate a un altro prodotto assunto dalla persona che si è vaccinata. Ma la correlazione temporale c’è
“… dopo la somministrazione dei vaccini anti Covid in Italia ci sono stati 506 morti circa in 211 giorni (505,9 per la precisione), una media di 2,4 deceduti al giorno. Ovvio che non ci sia alcuna prova che sia stato il vaccino a provocare deterministicamente la morte del paziente ma il dato è rilevante e da conoscere. Come scrive anche Aifa ‘il rapporto descrive le segnalazioni di reazioni che sono state osservate dopo la somministrazione del vaccino. Ciò non significa che queste reazioni siano state causate dal vaccino. Potrebbero essere un sintomo di un’altra malattia o potrebbero essere associate a un altro prodotto assunto dalla persona che si è vaccinata’”. Così si legge in un interessante articolo pubblicato da Affaritaliani.it. L’articolo analizza l’ultimo Rapporto Aifa (Agenzia italiana del farmaco) sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19, attività di sorveglianza che va dal 27 Dicembre 2020 al 27 Luglio 2021. Vengono esaminati dall’Aifa 211 giorni di somministrazioni a fronte di 65.926.591 dosi complessive di vaccino inoculate (prima e seconda dose). Ebbene, gli eventi avversi successivi alla vaccinazione anti-Covid segnalati sono 84.322. Qui i dati vanno letti bene: “L’87,1% delle segnalazioni”, cioè di queste 84.322 segnalazioni, “è riferita a eventi non gravi”, mentre “il 12,8% a eventi avversi gravi”, ospedalizzazioni, paralisi, pericolo di vita, morti, eccetera. Lo 0,6% di queste 84.322 sono decessi, scrive Aifa a pagina 11”. Da qui si arriva ai citati “506 morti circa in 211 giorni (505,9 per la precisione), una media di 2,4 deceduti al giorno”. Ribadiamo: questo non significa che tali reazioni siano state causate dal vaccino. Ma la correlazione temporale c’è.
L’articolo è importante perché, finalmente, si mettono insieme gli eventi avversi – compresi i decessi – avvenuti, come già ricordato, tra il 27 Dicembre 2020 e il 27 Luglio di quest’anno in seguito alla somministrazione dei vaccini anti-Covid
La correlazione temporale tra vaccinazione anti-Covid e i decessi deve essere o no oggetto di riflessione? “Ma 2,4 deceduti al giorno – leggiamo sempre su Affaritaliani.it – dopo la somministrazione dei vaccini, anche se non vi fosse una correlazione deterministica, anche se il numero non fosse precisamente questo (vista la mancanza di specifiche tra inoculazioni e reazioni possibili) ci sembra comunque un dato rilevante che chi si vaccina dovrebbe almeno conoscere“. Soprattutto in tempo di Green pass, provvedimento adottato per spingere i cittadini a vaccinarsi contro il Covid-19. E soprattutto dopo che il capo del Governo, Mario Draghi, ha lanciato la proposta di un obbligo vaccinale! Affaritaliani.it – a cui va il grande merito di aver reso pubblica la relazione dell’Aifa – cita un passaggio delle stessa relazione sulla quale ci sembra opportuno soffermarsi: “Complessivamente, il 43% di tutte le segnalazioni gravi valutate (3.453/8.032) è correlabile alla vaccinazione, il 35% (2.800/6.306) è indeterminato, il 19% (1.562/8.032) è non correlabile e il 3% (215/8.032) inclassificabile”. Poi dopo scrivono il contrario: “Il 59,9% dei casi è non correlabile, il 33,2% indeterminato e il 4,5% inclassificabile”. L’articolo di Affaritaliani.it è importante perché, finalmente, si mettono insieme gli eventi avversi – compresi i decessi – avvenuti, come già ricordato, tra il 27 Dicembre 2020 e il 27 Luglio di quest’anno in seguito alla somministrazione dei vaccini anti-Covid. Si parla di eventi avversi, anche gravi, che non hanno comunque determinato decessi, dei quali sappiamo pochissimo; e si parla di decessi. E se ne parla con i ‘numeri’. Dobbiamo ringraziare l’Aifa per averli messi nero su bianco e Affaritaliani.it per averli resi pubblici.
Sabato scorso la ricerca di spiegazioni tra vertici e dirigenti Aifa
L’articolo di Affaritaliani.it – che è stato pubblicato ieri – racconta la giornata di Sabato 4 Settembre, quando la redazione del giornale, in possesso di questa relazione Aifa, ha provato a cercare spiegazioni presso i vertici e gli uffici della stessa Agenzia italiana del farmaco. La redazione ha raggiunto al telefono il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù. Che ha risposto così: “Mi pare tanto… Bisogna vedere il decesso correlato e quello no, ma non ho il rapporto sotto mano”. Insomma, bisogna parlare con i tecnici dell’Aifa che hanno redatto il Rapporto. La redazione del giornale è riuscita a rintracciare i tecnici dell’Agenzia italiana del farmaco? Sì, ma c’è stato, come dire, un po’ di ‘rimpallo’. Alla fine la patata bollente è stata passata all’ufficio stampa dell’Aifa. Che ha fatto sapere che il dirigente che ha redatto il Rapporto sarebbe stato raggiungibile Lunedì, cioè oggi. Commenta il giornale: “E’ sabato. Il Paese è in panne per la pandemia, ogni virologo e politico del governo dice di essere in prima linea per difendere gli italiani, si vuole imporre l’obbligo vaccinale, da qui ogni giorno gli appelli a vaccinarsi sennò moriamo, Aifa scrive che dopo il vaccino ci sono stati 2,4 morti al giorno e la dirigente non può parlare fino a lunedì perché è sabato. Non ci si crede. Il presidente Palù risponde anche di sabato, la dirigente no. La pandemia di sabato va in pausa”.
Il dubbio che il vaccino anti-Covid “sia diventato più una fede incrollabile, su cui non si possono fare domande, che un farmaco da vigilare come tutti gli altri”
Il giornale insiste nel cercare altri dirigenti Aifa. Le telefonate e le mail non si contano. Ma le risposte non arrivano. “Veniamo anche a sapere – leggiamo sempre nell’articolo di Affaritaliani.it – che all’ordine del giorno del Cda di Aifa, che si terrà lunedì prossimo (cioè oggi ndr), ci sarà proprio l’argomento su cui abbiamo chiesto spiegazioni, oltre a varie interpellanze perché l’evasività di Aifa è stata sollevata anche da altri”. Amare le conclusioni dell’articolo: “Se dopo quasi 2 anni di pandemia e una tensione sociale diffusa sulla lotta al Covid e sulla vaccinazione di massa siamo a questo vuol dire che forse non è sbagliato pensare che il vaccino sia diventato più una fede incrollabile, su cui non si possono fare domande, che un farmaco da vigilare come tutti gli altri“. La storia non è finita. Siamo certi che Affaritaliani.it continuerà a seguire questa vicenda. Anche perché siamo proprio curiosi di sapere come andrà a finire. Quanto a noi, beh, ricordiamo lo slogan che ha accompagnato la vaccinazione anti-Covid: “I benefici sono maggiori dei rischi”. Però se tra i “rischi” – come viene fuori da questa storia – c’è una correlazione temporale che si sostanzia nei dati illustrati dal Rapporto Aifa, ebbene, un po’ di preoccupazione la avvertiamo. Anzi, qualcosa in più di qualche preoccupazione. Voi che ne dite, egregi lettori?
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