Andrea Piazza e Carmine Mancuso: basta con le elargizioni pubbliche alle associazioni antimafia

25 agosto 2021
  • A parlare sono Andrea Piazza (fratello di Emanuele Piazza, assassinato dai mafiosi nel 1990 in circostanze mai chiarite) e Carmine Mancuso (figlio di Lenin Mancuso, il poliziotto ucciso insieme con il magistrato Cesare Terranova nel 1979) 
  • Basta elargizioni, bisogna favorire “le iniziative etiche portate avanti dal terzo settore antimafia, consentendo l’accesso e l’utilizzo temporaneo in forma gratuita di strutture pubbliche funzionali a manifestazioni e/o attività di aggregazione”  

da Andrea Piazza e Carmine Mancuso
rispettivamente segretario e presidente dell’Associazione Caduti Mafia
riceviamo e pubblichiamo 

A parlare sono Andrea Piazza (fratello di Emanuele Piazza, assassinato dai mafiosi nel 1990 in circostanze mai chiarite) e Carmine Mancuso (figlio di Lenin Mancuso, il poliziotto ucciso insieme con il magistrato Cesare Terranova nel 1979) 

L’associazionismo antimafia rappresenta un baluardo di legalità? Un quesito che apparentemente dovrebbe portare ad una risposta affermativa scontata ma che, alla luce dei molteplici scandali economici che lo hanno interessato, oggi solleva numerosi dubbi. Tralasciando di tracciare un elenco delle svariate, macroscopiche manchevolezze ed illegalità perpetrate nel sacro nome dell’antimafia, sia in ambito giudiziario sia in quello riconducibile alla c.d. “ società civile “, è fuor di dubbio che la leva economica assolva ad una funzione fuorviante, contribuendo ad identificare le suddette attività nell’alveo del privilegio non suscettibile di controllo e conseguentemente non punibile. E’ proprio questo profilo che ha allontanato una moltitudine di cittadini portandoli a non credere più nella nobile finalità etica, vanificando il senso dell’alta funzione sociale che dovrebbe rappresentare. Si rammenta che il comparto dell’antimafia gestisce una moltitudine di interessi economici in particolare talune associazioni molto “note“ sono privilegiate nella destinazione delle risorse pubbliche che vengono generosamente loro elargite, nonostante le manifestazioni commemorative siano in realtà sostanzialmente tutte equivalenti fra di loro, anche quelle in memoria di vittime non ricadenti nel clamore mediatico che si autofinanziano con oneri minimi a carico dei promotori. Non sfuggono ad una valutazione critica le procedure DISCREZIONALI di assegnazione dei beni confiscati sottratti alla criminalità organizzata, al pari dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati ( A.N.B.S.C. ). Sotto tale profilo la nostra Associazione esprime un giudizio assolutamente critico, suggerendo al Legislatore di rivedere l’impianto normativo, privilegiando la vendita del patrimonio illecito con procedure TRASPARENTI, agevolando preferenzialmente le società con fine mutualistico in forma aperta o, in alternativa, la vendita del patrimonio a singoli privati con modalità pubbliche.

Basta elargizioni, bisogna favorire “le iniziative etiche portate avanti dal terzo settore antimafia, consentendo l’accesso e l’utilizzo temporaneo in forma gratuita di strutture pubbliche funzionali a manifestazioni e/o attività di aggregazione”  

Ulteriore preoccupazione, per le considerazioni espresse in precedenza desta la volontà politica di inserire anche nel Piano Nazionale Rilancio Resilienza ( PNRR) attività per la riqualificazione e valorizzazione di oltre 200 immobili confiscati, la costituzione di presidi di legalità a sostegno di un’economia più trasparente (risultati raggiunti di modesta entità reale). Rammentiamo che ogni bene immobile o mobile acquisito in forza di provvedimento ablatorio non è più soggetto a tassazione patrimoniale, determinando indirettamente una ricaduta negativa sulla fiscalità generale. Alla luce delle considerazioni che precedono come Associazione CHIEDIAMO ALLE ISTITUZIONI POLITICHE TUTTE NAZIONALI REGIONALI E LOCALI di porre fine al sistema di elargizione pubblica, favorendo le iniziative etiche portate avanti dal terzo settore antimafia, consentendo l’accesso e l’utilizzo temporaneo in forma gratuita di strutture pubbliche funzionali a manifestazioni e/o attività di aggregazione. Al contempo, nell’ottica di tutelare, preservare ed efficientare il patrimonio illecitamente realizzato nell’ambito dell’attività criminale, SI AUSPICA una riforma della normativa che regola la gestione dei beni confiscati, privilegiando in via ordinaria la vendita del patrimonio mobiliare ed immobiliare acquisito in forza di provvedimento definitivo di confisca.

 

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