- Con molta probabilità, chi consiglia il presidente della Regione ha dimenticato che gli attuali vaccini anti-Covid non proteggono dall’infezione (cioè dal contagio), ma dovrebbero evitare ai vaccinati di finire in ospedale
- I 55 Comuni penalizzati
- Vogliono ridurre i contagi o vogliono appioppare i vaccini anti-Covid? Le contraddizioni di un presidente della Regione che, dopo avere sbagliato tutto sugli incendi estivi dei boschi, adesso si arrampica sugli specchi nella gestione della pandemia
- Noi non abbiamo le certezza di Musumeci, di Mario Draghi e degli altri ‘scienziati’ dall’ottimismo panglossiano per i vaccini anti-Covid: noi nutriamo dubbi
Con molta probabilità, chi consiglia il presidente della Regione ha dimenticato che gli attuali vaccini anti-Covid non proteggono dall’infezione (cioè dal contagio), ma dovrebbero evitare ai vaccinati di finire in ospedale
Per il Governo della Regione siciliana il Covid è un’equazione di primo grado: meno vaccini anti-Covid più contagi. Da qui una serie di provvedimenti restrittivi in 55 Comuni della nostra Isola che verranno applicati dal 24 Agosto al 2 Settembre: “Uso obbligatorio delle mascherine in tutti i luoghi al chiuso e in quelli all’aperto ove sono presenti più soggetti (ad esempio, strade e piazze), ad eccezione dei bambini di età inferiore ai 12 anni, di chi è affetto da patologie che ne rendono incompatibile l’utilizzo e di chi svolge attività sportiva all’aperto; è inoltre previsto il divieto di assembramento nelle aree pubbliche; infine, per i banchetti e gli eventi privati restano ferme le disposizioni vigenti, con l’obbligo per gli operatori e per i partecipanti di avere effettuato il tampone nelle 48 ore antecedenti. Nei Comuni interessati dalle misure, l’Asp competente per territorio promuove, con i sindaci, il Distretto sanitario e la rappresentanza dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, un tavolo tecnico per raggiungere, nel territorio comunale, il target del 70 per cento di vaccinati in prima dose. L’Asp potrà compiere tutti gli atti necessari a reperire personale amministrativo e medico necessario per attivare la vaccinazione decentrata e a domicilio. L’Asp, infine, monitorerà l’efficacia delle misure adottate. Alla scadenza, in caso di mancata progressione del target previsto di vaccinati almeno in prima dose e in presenza di una incidenza dei contagi superiore a 250 casi per centomila abitanti, potranno essere disposte ulteriori misure di contenimento. Per i Comuni di Barrafranca, nell’Ennese, e di Niscemi, nel Nisseno, è stata istituita la ‘zona arancione’ sempre dal 24 Agosto al 2 Settembre”. Chi ha consigliato al presidente Musumeci e all’assessore alla Salute-Sanità, Ruggero Razza, i vaccini come antidoto al crescere dei contagi deve aver dimenticato che gli attuali vaccini anti-Covid non proteggono dall’infezione – cioè dai contagi – ma devono, o forse è più corretto dire dovrebbero, visto quanto sta succedendo in Israele, nel Regno Unito e negli Stati Uniti d’America, evitare ai vaccinati di finire in ospedale. Quindi l’equazione di primo grado più vaccini meno contagi è azzardata, se non sbagliata.
I 55 Comuni penalizzati
I Comuni della Sicilia interessati da questo provvedimento sono: Licata, Porto Empedocle, Racalmuto, Ravanusa nell’Agrigentino; Butera, Gela, Mazzarino, Niscemi (che, come già ricordato, diventa zona arancione), Riesi nel Nisseno; Aci Castello, Castel di Iudica, Fiumefreddo di Sicilia, Grammichele, Gravina di Catania, Mascalucia, Mazzarrone, Motta Sant’Anastasia, Palagonia, Ramacca, San Cono, San Michele di Ganzaria, San Pietro Clarenza, Valverde, Viagrande nel Catanese; Barrafranca (seconda zona arancione), Piazza Armerina, Pietraperzia nel’Ennese; Pace del Mela, Rodì Milici, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, Villafranca Tirrena nel Messinese; Capaci, Cinisi, Terrasini nel Palermitano; Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ispica, Vittoria nel Ragusano; Augusta, Avola, Carlentini, Francofonte, Lentini, Noto, Pachino, Priolo Gargallo, Rosolini, Solarino nel Siracusano; Campobello di Mazara, Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Custonaci, Pantelleria nel Trapanese.
Vogliono ridurre i contagi o vogliono appioppare i vaccini anti-Covid? Le contraddizioni di un presidente della Regione che, dopo avere sbagliato tutto sugli incendi estivi dei boschi, adesso si arrampica sugli specchi ella gestione della pandemia
La domanda è: l’obiettivo è ridurre i contagi o appioppare i vaccini anti-Covid? Quindi ci si infetta per mancanza di vaccinazioni e non per effetto della presenza simultanea, in Sicilia, di turisti, crocieristi, migranti e siciliani che vivono all’estero tornati per le vacanze? Sul quotidiano la Sicilia il presidente della Regione, Nello Musumeci, cerca di aggiustare il tiro: “La stagione turistica in Sicilia ha registrato numeri record ed è abbastanza naturale che si registri anche per questa promiscuità l’aumento di casi, come abbiamo costantemente potuto osservare in questi giorni, assieme ad un certo calo di tensione che è stato palpabile in molte zone dell’Isola. Tuttavia, immagino che nessun siciliano voglia correre il rischio di ulteriori appesantimenti o, peggio, di un nuovo lockdown: la nostra economia non lo vuole e non se lo può permettere. Il mio appello, dunque, è sempre lo stesso: vaccinarsi è un dovere civico, per questo siamo accanto ai Comuni e a tutte le nostre comunità. Questo modello, che inizia con i 55 Comuni, potrà essere adottato anche in altri casi. Oltre tre milioni di siciliani hanno fatto il vaccino. Ma non basta. Quanto sarebbe ingiusto far pagare a tutti il duro prezzo di chi non vuole vaccinarsi. Per noi – conclude il governatore – non è solo una priorità sanitaria, perché – come dice il presidente di Confindustria – tutelare la salute significa tutelare il lavoro”.
Noi non abbiamo le certezza di Musumeci, di Mario Draghi e degli altri ‘scienziati’ dall’ottimismo panglossiano per i vaccini anti-Covid: noi nutriamo dubbi. Eccoli
Non non abbiamo le certezze del presidente Musumeci, del capo del Governo Mario Draghi e, in generale, di chi magnifica un vaccino anti-Covid sperimentale che, in certe zone del ondo, sta già mostrano i propri limiti. Noi coltiviamo dubbi, soprattutto quando c’è di mezzo la scienza. Noi nutriamo il dubbio he gli attuali vaccini anti-Covid possano essere ‘aggirati’ dalle varianti del virus, come sta avvenendo in Israele, dove hanno già deciso di ‘ricorrere’ i virus con una terza dose a nemmeno sei mesi di distanza dalla seconda dose; noi nutriamo il dubbio che in Autunno, quando le temperature si abbasseranno, il virus e le sue varianti infetteranno sempre più persone; noi nutriamo il dubbio che la coincidenza tra stagione autunnale e riapertura delle scuole – vista soprattutto la presenza delle cosiddette ‘classi-pollaio’ (leggere classi con tanti, troppo studenti) – determinerà un aggravamento dello scenario sanitario; detto in parole ancora più semplici, noi nutriamo il dubbio che gli effetti nefasti della grande presenza in Sicilia di turisti, crocieristi, migranti e siciliani che vivono all’estero tornati nella nostra isola per le vacanze estive si siano manifestati fino ad oggi, in minima parte, grazie alle alte temperature di questi giorni; tali effetti – questo è sempre il nostro dubbio – si manifesteranno con sempre maggiore forza e incidenza man mano che le temperature autunnali sostituiranno le temperature estive e, ancora di più, quando le temperature invernali sostituiranno le temperature autunnali. Noi nutriamo tanti dubbi, ma tra tanti dubbi ci sorregge un’olimpica convinzione: e cioè che durante e pandemie la prima cosa da fare è la chiusura delle frontiere, come stanno facendo in modo ‘militare’ in Nuova Zelanda, Paese che ha lo stesso numero di abitanti della Sicilia, dove hanno chiuso tutto per la presenza di una decina di soggetti positivi, senza nessun cittadino ricoverato! La Sicilia – ci perdonino l’espressione – rimane invece un ‘Bordello a cielo aperto’, se è vero che continuano ad arrivare turisti, crocieristi e migranti!
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