- Non è proprio una novità: si sa, infatti, che nelle aree più inquinate del mondo il virus colpisce di più le persone. La novità – rivelata da Science Advances – è che anche le sostanze che si liberano nell’aria con gli incendi sortiscono lo stesso effetto
- I possibili effetti in Sicilia. Il ‘caso’ Palermo, dove c’è il problema dell’aumento delle polveri sottili dovuto al continuo passaggio di mezzi pesanti nel cuore della città
- I possibili effetti in Sicilia. Il ‘caso’ Palermo, dove c’è il problema dell’aumento delle polveri sottili dovuto al continuo passaggio di mezzi pesanti nel cuore della città
Non è proprio una novità: si sa, infatti, che nelle aree più inquinate del mondo il virus colpisce di più le persone. La novità – rivelata da Science Advances – è che anche le sostanze che si liberano nell’aria con gli incendi sortiscono lo stesso effetto
Esiste una correlazione tra gli incendi che stanno funestando mezzo mondo e la diffusione del virus SARS-COV-2 e le sue varianti? A quanto pare, sì. Ed è una correlazione diretta: all’aumentare degli incendi, aumenta la diffusione del virus. Così come gli agenti inquinanti presenti nell’aria contribuiscono a far ‘viaggiare’ il virus e a infettare le persone (vedi l’inquinamento nel Nord Italia, dove è ormai provato che il virus è più diffuso a causa della presenza, nell’aria, di inquinanti), anche le sostanza che si producono con la combustione delle aree verdi contribuiscono alla diffusione del virus. Quindi in Sicilia – Regione più incendiata d’Italia – siamo messi male anche da questo punto di vista. Proviamo a raccontare, per grandi linee, come sanno le cose. “Eminenti scienziati – leggiamo in un articolo pubblicato da Renovatio 21 – hanno stabilito che esiste una correlazione tra gli incendi che stanno martoriando il mondo e l’aumento dei casi di Covid. Secondo un recentissimo studio apparso sulla rivista Science Advances, il 20% dei casi di Coronavirus sono conseguenza dei fumi sprigionati negli incendi”. A parlare è la professoressa Francesca Dominici, dell’università di Harward, considerata una della massime autorità nel campo della biostatistica, la disciplina che utilizza calcoli statistici su grandi quantità di dati per la ricerca medica e biologica. Come già accennato, la scoperta non è una novità. Esistono studi, resi noti lo scorso anno, che hanno messo in evidenza la correlazione tra inquinamento dell’area e diffusione del Covid. Lo scorso anno proprio la professoressa Dominici ha reso noto che, nel lungo periodo, basta una differenza di un microgrammo nella media di pm 2,5 (si tratta del particolato ultrasottile) per aumentare il tasso di mortalità del Covid del 15%.
I possibili effetti in Sicilia. Il ‘caso’ Palermo, dove c’è il problema dell’aumento delle polveri sottili dovuto al continuo passaggio di mezzi pesanti nel cuore della città
Quali saranno gli effetti – in ordine alla diffusione del Covid – degli incendi che questa Estate hanno colpito tante aree del mondo? E che effetti ci saranno in Sicilia? Nella nostra Isola c’è qualcuno che sta studiano questi fenomeni? E a proposito di inquinamento, con riferimento a Palermo – argomento che abbiamo già affrontato – qualcuno si sta occupando dell’aumento di inquinamento dovuto alla chiusura del ponte Corleone ai mezzi pesanti? Ormai da mesi tanti, tantissimi mezzi pesanti invadono la città. Anche se non se ne occupa nessuno, l’aumento delle cosiddette polveri sottili nel capoluogo siciliano è sostanziale. Le polveri sottili, o pm 2,5, sono micro particelle già dannose per l’organismo umano, se è vero che si tratta di sostanze inquinanti e cancerogene. Si tratta di piccole particelle che riescono a penetrare negli alveoli dei polmoni e poi nel sangue, danneggiare l’organismo. A queste sostanze, già dannose, si può ‘agganciare’ il virus SARS-COV-2. Da qui un possibile doppio danno: quello diretto provocato dalle polveri sottili e il danno provocato dal virus.
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