- Sollevare il problema dell’abbattimento di cinghiali e daini mentre la Sicilia brucia non è il massimo. Se poi la parlamentare Valentina Palmeri affronta la questione dimenticando l’agricoltura, beh, allora i Verdi siciliani sono veramente messi male!
- Proprio perché l’onorevole Valentina Palmeri ha aderito ai Verdi non dovrebbe dimenticare di garantire le produzioni agricole
- Giusti i rilievi della deputata: ma la sua proposta alternativa qual è?
Sollevare il problema dell’abbattimento di cinghiali e daini mentre la Sicilia brucia non è il massimo. Se poi la parlamentare Valentina Palmeri affronta la questione dimenticando l’agricoltura, beh, allora i Verdi siciliani sono veramente messi male!
A parte che questo non ci sembra il momento per affrontare il problema dei daini e dei cinghiali, visto che la Sicilia è ancora in fiamme, va detto che l’intervento della parlamentare regionale Valentina Palmeri – ex grillina, tra i fondatori del gruppo parlamentare Attiva Sicilia in Assemblea regionale siciliana, oggi non in sintonia con questo gruppo e legata ai verdi europei – pone alcuni problemi legittimi, ma ne dimentica altri più importanti. Vediamo cosa si legge nel comunicato della deputata Palmeri: “C’è il concreto rischio di alimentare un circuito illegale e irregolare legato alla presenza di cinghiali e daini nel territorio madonita, che favorirebbe di fatto l’attività di bracconaggio oltre ad un mercato e pratiche di autoconsumo di carne non adeguatamente controllata dal punto di vista sanitario e commerciale. Questa la pesante denuncia di Valentina Palmeri, deputata regionale dei Verdi, che ha presentato una interrogazione urgente al Presidente della Regione e agli assessori per l’Ambiente, per la Salute e per l’Agricoltura ed ha chiesto di accedere a tutti gli atti e documenti a supporto delle scelte operate dal Governo. Secondo Palmeri, le modalità scelte dalla Regione per l’attuazione del piano di controllo e contrasto alla presenza di suidi e daini nel territorio madonita, nonché la paventata inclusione dei daini fra le specie cacciabili nonostante siano considerati specie alloctona naturalizzata, sembrano non avere alcun fondamento scientifico, ma rischiano di fatto di trasformarsi in un ‘cavallo di Troia’ per favorire attività di vero e proprio bracconaggio in aree protette e, ulteriormente aggravante, rischiano di favorire la commercializzazione e il consumo umano di carni non adeguatamente sottoposte a controlli sanitari”.
Proprio perché l’onorevole Valentina Palmeri ha aderito ai Verdi non dovrebbe dimenticare l’importanza di garantire le produzioni agricole
“Palmeri ricorda che “da anni gli agricoltori madoniti lamentano ingenti danni a causa della presenza incontrollata di cinghiali e daini, arbitrariamente e sconsideratamente introdotti negli anni passati”, ma sottolinea anche che “secondo alcuni esperti gli animali verrebbero tuttora illecitamente inseriti nel territorio da cuccioli, ed attirati in più zone con il cibo al fine di alimentare l’attività venatoria, concretizzando e rafforzando il disegno criminale che porta all’introduzione illegale di tali specie in diverse zone dell’Isola.” Nella sua interrogazione, Palmeri scrive che “il piano per il contenimento dei daini e dei cinghiali messo a punto dalla Regione siciliana e dall’ente Parco delle Madonie prevede di attirare gli esemplari all’interno di un recinto già esistente e di un altro che verrà appositamente costruito, dove poi, sotto il controllo dei funzionari del Parco, quelli individuati dai sele-controllori, verranno abbattuti; le carcasse andranno al mattatoio e andranno a foraggiare la filiera della carne per il consumo fresco, la ristorazione o la trasformazione in salumi. Con queste modalità – afferma la deputata di Europa Verde – non vi è alcun sistema di controllo sanitario sui capi abbattuti e sulla loro destinazione, alimentando di fatto ogni possibile elusione delle normative sulla salute pubblica. Inoltre, questa generalizzata attività di vera e propria caccia non gestita da guardiaparco o altro personale della pubblica amministrazione, rischia di fatto di trasformarsi in una ‘normalizzazione’ del bracconaggio. Un fatto ancor più inaccettabile proprio nel momento in cui le aree verdi della Sicilia stanno subendo un attacco violentissimo ed esteso con incendi che hanno distrutto migliaia di ettari compromettendo l’habitat naturale floro-faunistico”.
Giusti i rilievi della deputata: ma la sua proposta alternativa qual è?
Ok, tutto giusto: bracconaggio, carni non controllate e via continuando. La parlamentare, nel suo comunicato, non dedica nemmeno una parola al dramma degli agricoltori siciliani che hanno subito danni ingenti a causa dei cinghiali. La deputata non sembra interessata ai problemi delle aziende agricole e degli agricoltori che hanno subito danni senza essere ancora riusciti a far risarcire dalla pubblica amministrazione. L’onorevole Palmeri lo sa che i cinghiali hanno invaso anche l’entroterra della Sicilia e che distruggono tutto quello che incontrano? Lo sa che quest’anno i cinghiali hanno arrecato danni economici gravissimi alle coltivazioni di angurie di Mazara del Vallo (che, peraltro, sono le migliori angurie della Sicilia!). Non siamo contrari alla filosofia ‘animalista’, che va comunque contemperata con la realtà di un’agricoltura siciliana già in gravissima difficoltà tra globalizzazione dell’economia e, adesso, anche dal caldo e dagli incendi. Il comunicato dell’onorevole Palmeri non ci sembra molto centrato, perché chi si professa ambientalista non può ignorare l’agricoltura. Non solo. La brava parlamentare, oltre a criticare legittimamente il Governo regionale – che almeno ha finalmente messo in campo qualcosa di concreto per fronteggiare i problemi provocati dai cinghiali e dai daini – oltre a criticare dovrebbe fornire soluzioni alternative. insomma, forse l’onorevole Palmeri dovrebbe aggiustare un po’ il tiro…
Foto tratta da Sicilia Oggi Notizie
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