Scaccabarozzi ha spiegato che “l’industria del farmaco non è solo ricerca, produzione e distribuzione ma realizza, in partenariato con istituzioni e professioni, anche processi e servizi dedicati alla salute pubblica e alla personalizzazione delle cure dei singoli pazienti. Le nostre imprese hanno garantito i farmaci per tutte le patologie. E si sono impegnate nello sviluppo di vaccini anti-Covid e, in assenza di garanzie che sarebbero stati approvati, li hanno prodotti a proprio rischio durante la sperimentazione”. Per il presidente di Farmindustria, la pandemia ci ha insegnato che bisogna rafforzare la medicina sul territorio: “l’Italia ha la fortuna di avere un Ssn universale, riconosciuto in Costituzione, che va unificato rispetto alle diversità regionali, potenziato nei servizi territoriali e adeguato ai criteri della presa in carico e della continuità assistenziale. L’obiettivo primario deve essere quello di avvicinare sempre di più l’innovazione al paziente in ogni parte del territorio. Abbiamo proposto di proseguire questa collaborazione attivando tavoli tematici con la commissione Salute”. L’Italia ora deve puntare tutto sul Pnrr. “Proprio dal Pnrr possono ora arrivare i finanziamenti necessari per la reingegnerizzazione del Ssn e per gli investimenti nella filiera della Salute. Ci sono 1.500 miliardi di dollari pronti a essere investiti in ricerca nel mondo dal 2020 al 2026. Il valore di quasi sette Pnrr; credo che si debba avvertire tutta la responsabilità di attirarli il più possibile in Italia”, ha aggiunto. “Abbiamo pronti 4,6 miliardi di investimenti aggiuntivi in tre anni, in produzione e ricerca, con progetti facilmente cantierabili che potrebbero portare 8.000 nuovi posti di lavoro solo nelle nostre imprese. L’Italia – ha concluso Scaccabarozzi -è un giacimento di risorse ed eccellenze nelle life sciences”.
(ITALPRESS).
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