- Forse, in Italia, l’unico che non ha capito che Beppe Grillo ha stretto un accordo con il PD è Giuseppe Conte
- Il tempo perso inutilmente da Conte per andare dietro al rilancio del Movimento 5 Stelle
- Grillo ha ‘placcato’ Conte con il ‘bastone’, ma ora proverà a ‘ingabbiarlo’ ancora con la ‘carota’
- I sondaggi che danno i grillini al 16% funzionali al gioco di Grillo e del PD
- E oggi? Conte è in ritardo. Se i toglie dalla testa il Movimento potrebbe provare a dare vita a un nuovo soggetto politico: cosa che avrebbe dovuto fare lo scorso Gennaio, quanto aveva il vento politico e mediatico in poppa
Forse, in Italia, l’unico che non ha capito che Beppe Grillo ha stretto un accordo con il PD è Giuseppe Conte
Sono in tanti, in queste ore, a chiedersi il perché Beppe Grillo è tornato in campo ‘strigliando’ Giuseppe Conte che, ancora una volta, ha dimostrato grande ingenuità. Fino a quando è stato a capo del Governo, Conte – sia con la Lega, sia con il PD – se l’è cavata bene. Ma quando si è trattato di entrare nel vero agone politico, l’ex premier ha mostrato tutti i suoi limiti. Non ha capito che la sfiducia di Italia Viva di Renzi era il preludio di un’operazione politica imposta dall’Unione europea dell’euro e si è fatto logorare in Parlamento alla ricerca di impossibili maggioranze; e ancora oggi non ha compreso qual è il vero ruolo di Grillo. Non è che sia così difficile da capire: Grillo, nell’Estate del 2019, ha ‘chiuso’ un accordo con il PD; quali siano i termini di questo accordo non è chiarissimo: ma il fatto che il segretario del PD, Enrico Letta, cerchi in tutti i modi di portare avanti azioni comuni in Parlamento e fuori con i grillini dovrebbe far sorgere il dubbio a Conte che Grillo non ha alcuna intenzione di far ripartire il Movimento 5 Stelle che, vuoi o non vuoi, toglierebbe voti al PD; noi quello che pensiamo di Grillo lo abbiamo scritto nel Settembre del 2019: Grillo, a nostro avviso, lavora per far confluire il Movimento 5 Stelle nel PD.
Il tempo perso inutilmente da Conte per andare dietro al rilancio del Movimento 5 Stelle
Le mosse di Grillo, dall’Estate del 2019 ad oggi, sono state tutte calcolate. Conte avrebbe dovuto aprire gli occhi – lo ribadiamo – quando Renzi gli ha messo in crisi il Governo; ma avrebbe dovuto aprirli ancora di più quando Grillo ha ‘infilato’ il Movimento 5 Stelle dentro il Governo di Mario Draghi con una tragicomica votazione sulla piattaforma Rousseau con la sceneggiata della ‘Transizione ecologica’. Solo un ingenuo non capisce che, così facendo, il comico o ex comico (oggi, in effetti, non fa più ridere) ha realizzato un obiettivo politico importante: ha minato alla radice il rapporto tra i parlamentari del Movimento 5 Stelle e la base, perché Draghi rappresenta l’antitesi alla storia del Movimento: molto di più della Lega e del PD messi assieme. Appena fuori da Palazzo Chigi, Conte ha commesso un terzo errore: si è messo a lavorare per rilanciare il Movimento, ignorando l’accordo tra Grillo e il PD. Così l’ex premier ha perso mesi preziosi per andare dietro a Casaleggio e alla sua piattaforma. Chiusa la partita con Casaleggio – peraltro in modo pessimo – Conte ha pensato di diventare leader del Movimento 5 Stelle e di rilanciarlo. E Grillo l’ha ‘placcato’.
Grillo ha ‘placcato’ Conte con il ‘bastone’, ma ora proverà a ‘ingabbiarlo’ ancora con la ‘carota’
Fine della partita? No. Grillo – che, lo ribadiamo ancora una volta, ha un accordo con il PD – dopo aver utilizzato il ‘bastone’, proverà a richiamare Conte con la ‘carota’. Perché il compito di Grillo non è solo quello di far confluire il Movimento 5 Stelle nel PD (e d’accordo con Grillo saranno i maggiorenti del Movimento ai quali avranno promesso chissà che cosa), ma anche quello di non fare nascere nulla che possa fare perdere voti al PD e di non fare scappare deputati e senatori grillini che, in massa, non verranno rieletti, ma che continuano a seguire Grillo per motivi misteriosi. Conte cadrà ancora una volta nel tranello? Non lo escludiamo. Vedrete: Grillo richiamerà Conte e gli dirà: facciamo rinascere il Movimento, facciamolo insieme, lavoriamo di comune accordo, siamo tutti una famiglia e tiritipt e tiritapt. Ribadiamo: non escludiamo che Conte ‘abbocchi’ per la terza o quarta volta: il personaggio è questo: un soggetto politico assolutamente sopravvalutato.
I sondaggi che danno i grillini al 16% funzionali al gioco di Grillo e del PD
Anche i ‘sondaggi’, che danno il Movimento 5 Stelle al 16 per cento, sembrano fatti apposta per reggere il gioco a Grillo e al PD. Come può un Movimento che è passato in un anno dal 32 e rotti per cento del 2018 al 16 per cento delle elezioni europee del 2019 – per poi quasi scomparire alle elezioni comunali e alle regionali – prendere il 16 per cento alle future elezioni politiche del 2023 è un mistero. Tra l’altro, gli attuali parlamentari grillini sono così bravi, diligenti e intelligenti che hanno continuato a penalizzare il Sud e la Sicilia, cioè chi li ha votati in massa nel 2018, dallo scippo di 70 miliardi di euro a Sud e Sicilia nel Recovery Plan allo scippo di 2 miliardi di euro di fondi agricoli, scippo sempre a carico di Sud e Sicilia. E siamo certi che sarebbero anche pronti a votare l’Autonomia differenziata, un imbroglio pensato dal Nord per scippare alle regioni del Sud altri 70 miliardi di euro circa all’anno.
E oggi? Conte è in ritardo. Se i toglie dalla testa il Movimento potrebbe provare a dare vita a un nuovo soggetto politico: cosa che avrebbe dovuto fare lo scorso Gennaio, quanto aveva il vento politico e mediatico in poppa
Cosa dovrebbe fare adesso Conte? In realtà, la domanda è: cosa avrebbe dovuto fare appena ‘disarcionato’ da Palazzo Chigi? Fondare subito un nuovo soggetto politico sfruttando al massimo l’onda politica e mediatica che, in quel momento, era molto favorevole a lui. Invece, ancora una volta, si è lasciato logorare da Grillo e dai vari Di Maio, Fico e maggiorenti vari. Ora gli viene difficile dare vita a un nuovo soggetto politico. Lo scorso Gennaio lo avrebbero seguito tanti parlamentari e avrebbe avuto molto seguito nella base. Invece da Gennaio ad oggi è sembrato somigliare un po’ al corvo di una celebre favola: tutti a dirgli: “Ma quanto sei bello, ma quanto sei bravo, avrai il 16 per cento e bravo di qua e bravo di là”. E mentre glielo dicevano, gli impedivano di fare quello che avrebbe dovuto fare. ovvero un nuovo soggetto politico. Adesso, forse, dovrebbe avere capito il gioco. A meno che non faccia la fine del corvo delle celebre favola che, invitato a parlare, perché, gli dicevano, avrebbe sicuramente avuto una voce bellissima, parlò e lasciò cadere il pezzo di formaggio a beneficio della volpe che se lo mangiò…
Foto tratta da Il Riformista
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