- La tragicomica elezione di Biden, tra voti ‘postali’, violazioni costituzionali e giustizia ‘latitante’ non sta consentendo ai Dem di chiudere la partita sulla pandemia a tarallucci e vino…
- Il Senato ha già varato una legge per fare chiarezza sull’origine del Covid. Ma il Senato vuole sapere tutto delle multinazionali farmaceutiche e del ruolo svolto dai giganti del Web. A cominciare dalla censura diretta e mediata dagli algoritmi
- Le multinazionali farmaceutiche e le grandi piattaforme internet rischiano, perché negli Stati Uniti la tutela delle istituzioni democratiche viene prima degli interessi di parte
La tragicomica elezione di Biden, tra voti ‘postali’, violazioni costituzionali e giustizia ‘latitante’ non sta consentendo ai Dem di chiudere la partita sulla pandemia a tarallucci e vino…
Mentre nel mondo dilagano le varianti del virus SARS-COV-2 (le varianti e non la variante, perché di varianti ce ne sono tante, alcune note, altre sconosciute e altre che si materializzeranno), mentre l’Unione europea annuncia l’acquisto di 150 milioni di dosi di vaccino anti-Covid Moderna (a che prezzo? serviranno per combattere le varianti già presenti e quelle in arrivo?), sta passando quasi sotto silenzio una notizia a nostro modesto avviso molto importante: il Senato americano che chiede di fare chiarezza sull’origine e sulla gestione della pandemia. Per ciò che riguarda l’origine della pandemia il Senato degli Stati uniti d’America ha approvato circa un mese fa una legge per la declassificazione le informazioni relative all’origine del Covid. Con i riflettori puntati, ovviamente, sulla Cina. L’iniziativa è stata presa dai senatori Repubblicani, anche se il presidente USA, il Democratico Joe Biden, si è subito adeguato: e non poteva fare altrimenti. Perché? Perché i Dem americani, e non da ora, sono alleati della Cina. Il dubbio, insomma, è che la nuova ‘triangolazione Cina-Dem americano e Organizzazione mondiale della sanità non sortisca nulla di nuovo, se non qualche verità di comodo per salvare capre e cavoli. Così i sette senatori Repubblicani sono andati oltre e hanno chiesto chiarezza su altri elementi che hanno caratterizzato e che continuano a caratterizzare la gestione della pandemia.
Il Senato ha già varato una legge per fare chiarezza sull’origine del Covid. Ma il Senato vuole sapere tutto delle multinazionali farmaceutiche e del ruolo svolto dai giganti del Web. A cominciare dalla censura diretta e mediata dagli algoritmi
Il primo aspetto che i senatori vogliono chiarire è il ruolo svolto dai social. Il riferimento è a quanto avvenuto nei mesi scorsi, quando è stata effettuata la censura (lo stesso è presidente Donald Trump è stato censurato); e anche in riferimento a quanto avviene tutt’ora. I senatori vogliono capire se, ancora oggi – magari ricorrendo agli algoritmi le piattaforme di internet discriminino chi, per esempio, non è d’accordo sull’attuale terapia genica contro il Covid presentata genericamente come ricorso ai “vaccini”. I senatori vogliono fare luce sul perché le terapie precoci e, in generale, le terapie alternative ai cosiddetti vaccini anti-Covid sono state ignorate, se non boicottate. Chiedono, per esempio, come mai non si parli del successo ottenuto dalla medicina in Messico con il ricorso alla Ivermectina. Poi chiedono che vengano resi noti tutti i danni prodotti dagli attuali vaccini anti-Covid (quelli, per capire di cosa stiamo parlando, che ancora oggi in Italia e in alcuni Paesi europei si propongono ai cittadini): il numero dei deceduti e, in generale, il numero dei cittadini che, dopo la vaccinazione, hanno subito eventi avversi senza arrivare al decesso. I senatori repubblicani putano i riflettori sul virologo americano per antonomasia, Anthony ‘Tony’ Fauci, in auge da oltre un trentennio: vogliono scoprire se ci sono stati rapporti tra Fauci e i cinesi, anche a costo di scoprire che gli americani hanno responsabilità nella diffusione del virus a partire dai laboratori cinesi.
Le multinazionali farmaceutiche e le grandi piattaforme internet rischiano, perché negli Stati Uniti la tutela delle istituzioni democratiche viene prima degli interessi di parte
Quanto sta succedendo negli Stati Uniti è importante. Si pensava che, con la tragicomica elezione di Biden alla presidenza degli Stati Uniti, tra voti ‘postali’, violazioni costituzionali di alcuni Stati e un potere giudiziario che ha dato più volte l’impressione di non essere al di sopra delle parti, tutto sarebbe finito a tarallucci e vino, perché i Dem, una volta al potere, avrebbero bloccato tutto (o, insabbiato tutto). Ma negli USA non funziona così. E infatti i senatori stanno mettendo in grande difficoltà il Governo di Biden, costringendo lo stesso presidente a rincorrere il Senato. Altro particolare da non sottovalutare: alcune di queste iniziative sono state adottate da un gruppo di senatori del Partito Repubblicano; ma in qualche caso a chiedere chiarezza è tutto il Senato, compresi i senatori Democratici. Chi ha seguito il tormentato spoglio delle elezioni americane ricorderà che quando i voti sparivano e comparivano (per la precisione, sparivano i voti in favore di Trump e comparivano i voti in favore di Biden) qualche senatore Dem ha manifestato con i propri dubbi; questo perché negli Stati Uniti – a differenza per esempio dell’Italia – la tutela delle istituzioni democratiche viene prima degli interessi di parte. Altro particolare centrale: il Senato vuole fare chiarezza non soltanto sull’origine del Covid, non soltanto sulle multinazionali farmaceutiche che hanno imposto vaccini anti-Covid al mondo, ma anche sulle piattaforme internet. Questo è molto pericoloso per i giganti del Web, perché se il Senato dovesse accertare rapporti, come dire?, ‘incestuosi’ tra social e multinazionali farmaceutiche i provvedimenti potrebbero essere pesantissimi, dalle multe colossali ad altre iniziative ancora più duri…
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