- “A ‘a squagghiata ra nivi si vidunu i pirtusa!”. La novità è che i ‘buchi’ finanziari dei Consorzi di Bonifica li dovrebbero pagare gli agricoltori siciliani!
- Ettore Pottino: “In Sicilia condotte vecchie con perdite del 60-70%”
- … e la Cia siciliana scopre la luna!
- “Intervenga la Regione”. Con quali soldi? I soldi che i ‘Patti scellerati’ Renzi-Crocetta hanno tolto alla Regione?
- I primi a pagare per gli scippi dello Stato alla Regione siciliana sono i Comuni, gli operai della Forestale e gli agricoltori
“A ‘a squagghiata ra nivi si vidunu i pirtusa!“. La novità è che i ‘buchi’ finanziari dei Consorzi di Bonifica li dovrebbero pagare gli agricoltori siciliani!
Recita un vecchio proverbio siciliano: “A ‘a squagghiata ra nivi si vidunu i pirtusa!“. Siamo a Giugno, praticamente in Estate, c’è caldo, dovrebbe essere il momento di irrigare le colture che aspettano l’acqua. ma in Sicilia, tanto per cambiare, c’è un gran bordello, ma bordello di quello serio! I Consorzi di Bonifica della Sicilia, ‘riformati’ nella passata legislatura dal Governo di Rosario Crocetta e dall’Assemblea regionale 2012-1017, affogano non nell’acqua che non c’è, ma nei debiti! E che fa l’attuale Governo regionale di Nello Musumeci che, stando alla fresca ‘parifica’ della Corte dei Conti, dovrebbe trovare una barca di soldi per ‘attuppare’ il disavanzo ereditato dai Governi regionali del passato? Anche se non lo dice – ma è come se lo stesse dicendo – lascia ai vertici dei Consorzi di Bonifica l’unica opzione disponibile: provare a far pagare agli agricoltori siciliani i ‘pirtusi’ finanziari dei Consorzi di Bonifica, circa 120 milioni di euro. Dove gli agricoltori siciliani, massacrati dalla globalizzazione economica imposta dall’Unione europea dell’euro, dovrebbero trovare questi soldi non si capisce.
Ettore Pottino: “In Sicilia condotte vecchie con perdite del 60-70%”
“Tra l’altro – fa notare Ettore Pottino, presidente di Confagricoltura Sicilia – c’è un aumento dei ruoli (cioè del costo dell’acqua per l’irrigazione che dovrebbe essere pagata gli agricoltori), ma in molti casi non c’è l’acqua. Le condotte dove scorre l’acqua sono spesso malandate, se non distrutte. Con perdite che possono anche sfiorare il 60-70%. Tutto è campato in aria. Ci sono province della nostra Isola – penso ad Agrigento, a Palermo, a Trapani, a Catania – dove l’acqua in agricoltura è fondamentale. Ma, ripeto, in molti casi l’acqua non c’è. La situazione è insostenibile”. Qualche giorno fa l’assessore all’Agricoltura, Tony Scilla, ha annunciato la distribuzione di terra a destra e a manca in favore dei giovani: Banca della terra di qua, Banca della terra di là e bla bla bla. Distribuiscono la terra per i giovani agricoltori, ma non c’è l’acqua. Forse l’attuale Governo regionale punta sulla cosiddetta ‘Aridocoltura? Il presidente Musumeci e l’assessore Scilla conoscono tutti i segreti dell’Agronomia e noi non ne sapevamo niente?
… e la Cia siciliana scopre la luna!
Un comunicato della CIA siciliana trasuda perplessità: “I Consorzi di Bonifica affogano tra i debiti, mentre l’acqua resta un miraggio: ma come si fa a pensare ad un ulteriore aumento dei ruoli del consortili del 20% quando i debiti per i ruoli pregressi da riscuotere ammontano a 60 milioni di euro, quelli complessivi superano i 120 milioni di euro e paga soltanto il 40% degli utenti?”. A porre questa domanda sono il presidente di Cia Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro, e il responsabile regionale Cia per i Consorzi di Bonifica, Giosuè Catania. I due esponenti della Confederazione italiana agricoltori, che non abbiamo mai avuto il piacere di ascoltare quando si parla dei signori dell’energia solare che fanno man bassa di terreni agricoli siciliani e meno che mai dello scippo delle risorse FEARS ai danni del Sud e della Sicilia da parte del Governo Draghi, sull’acqua ritrovano la favella. I due esponenti della Cia commentano l’aumento dei ruoli consortili di un ulteriore 20%, con un incremento complessivo, dal 2012 ad oggi, del +160%. “Reiteriamo la richiesta urgente di un incontro con l’assessore regionale all’agricoltura Toni Scilla per discutere della generale questione della bonifica in Sicilia – sottolinea Giuseppe Di Silvestro – mentre attendiamo da decenni una riforma solo annunciata, che rischierebbe comunque di essere un salto nel buio”. Giosuè Catania: “Possibile che l’unica scelta sia aumentare i ruoli consortili, pur sapendo che paga solamente il 30/40 % di utenti? Non ci si rende conto della situazione esplosiva che si vive in Sicilia ed è grave ed inopportuno quello che in altri termini risulta un accanimento verso gli agricoltori. E’ l’ultima singolare trovata della Regione siciliana a firma del dirigente del Servizio 4 – spiega Giosuè Catania – che impone in modo perentorio ai Consorzi di Bonifica la rimodulazione del bilancio tenendo conto del minore trasferimento del contributo regionale per il pagamento degli emolumenti al personale a tempo indeterminato. In parole povere, i
Consorzi di Bonifica, pena la non approvazione del bilancio di previsione, devono predisporre, con apposita variazione, una maggiore entrata che per il Consorzio di Bonifica di Catania ammonta ad oltre 1 milione e 330 mila euro. Per tutti i sei Consorzi di Bonifica accorpati nel consorzio unico della Sicilia Orientale, la riduzione del trasferimento da annoverare come importo nelle entrate ammonta ad oltre 5 milioni 450 mila di euro”.
“Intervenga la Regione”. Con quali soldi? I soldi che i ‘Patti scellerati’ Renzi-Crocetta hanno tolto alla Regione?
“È bene fermarsi a riflettere sulla funzionalità di un sistema che è imploso – prosegue Catania – altro che Riforma della Bonifica. 26 Anni di commissariamento avrebbero dovuto suggerire al Governo regionale un cambio di passo per garantire strumenti moderni ed efficienti liberi da incrostazioni finanziarie ed in grado di favorirne la democratizzazione”. Conclude Giuseppe Di Silvestro: “La distribuzione irrigua è a rischio gli interventi di manutenzione sulle condotte e sui canali, oltre che le gravi insufficienze strutturali in molti invasi presuppongono una reale programmazione condivisa nell’individuazione degli interventi e degli obiettivi. La Regione deve esprimere un percorso di chiarezza ed interventi risolutivi. Si proceda alla sospensione del decreto dirigenziale e di tutti i ruoli per un periodo di sei mesi per istituire una task force che faccia una volta per tutte chiarezza sullo stato dell’arte, proponga un ricalcolo delle tariffe in modo
razionale e trasparente e constati la reale volontà sull’intervento finanziario che la Regione deve disporre per sanare il pregresso dei Consorzi di bonifica. Mantenere in vita il sistema attuale diventa una scelta incomprensibile la cui responsabilità non può passare inosservata né da parte del Governo né da parte della Politica Regionale”.
I primi a pagare per gli scippi dello Stato alla Regione siciliana sono i Comuni, gli operai della Forestale e gli agricoltori
Verrebbe da chiedere alla Cia siciliana: i soldi chi li dovrebbe ‘cacciare’? Vi ricordate quando, nel 2016, scrivevamo che il Governo nazionale di Matteo Renzi e il Governo regionale di Rosario Crocetta si stavano ‘mangiando’ l’Autonomia finanziaria della Regione siciliana? Ebbene, qui trovate tre nostri articoli dell’Estate del 2016. Scrivevamo che con il secondo ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta la regione siciliana sarebbe fallita. Pensate un po’: lo scrivevamo con i nostri mezzi modesti, senza essere Corte dei Conti (oggi a caccia di disavanzi). E il fallimento sta arrivando: i Comuni siciliani senza soldi, le Province idem, gli operai forestali senza soldi e oggi la ‘news’: i Consorzi di Bonifica che chiedono i soldi agli agricoltori per l’acqua che non c’è. L’unico a parlare, in quegli anni – per i Comuni e per le Province – è stato il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta. E dov’erano tutti gli altri, Cia siciliana compresa? Il PD siciliano che oggi commenta i ‘buchi’ del Bilancio regionale non ricorda nulla dei ‘Patti scellerati’ Renzi-Crocetta?
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