- Quello che non serve all’agricoltura (e che serve agli agricoltori per tirare a campare) lo fa la Regione siciliana con un bando che ha una logica solo se lontano dalla campagna elettorale
- La ‘confessione’ dell’assessorato all’Agricoltura della Regione siciliana: in Sicilia ci sono agricoltori non veri e non autentici!
- Lotta alla Tristeza e al Malsecco
Quello che non serve all’agricoltura (e che serve agli agricoltori per tirare a campare) lo fa la Regione siciliana con un bando che ha una logica solo se lontano dalla campagna elettorale
Cari agricoltori siciliani, ricordatevi che il prossimo anno si vota per le elezioni regionali: nuovi presidente della regione e nuovo Parlamento dell’Isola. E allora, oplà!, ecco un bel provvedimento che affronta alla ‘radice’ i problemi storici dell’agricoltura siciliana: una bella ‘passata’ di contributi ‘a pioggia’. Della serie: acchiappatevi ‘sti picciuli e futtitivinni di tuttu ‘u resto! Insomma, interventi in agricoltura all’antica. E il bello è che c’è pure uno scoppiettante comunicato: “Una dotazione di 115 milioni di euro a favore degli agricoltori siciliani. Saranno pubblicate domani le graduatorie dei due bandi dell’assessorato regionale all’Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea, guidato da Toni Scilla, scaduti il 31 dicembre 2020 e frutto della rimodulazione dei fondi europei del Piano di sviluppo rurale”. Minchia, picciotti, 115 milioni di euro: non è che sono bruscolini!
La ‘confessione’ dell’assessorato all’Agricoltura della Regione siciliana: in Sicilia ci sono agricoltori non veri e non autentici!
“Il Governo Musumeci – afferma Toni Scilla – ha impresso una forte accelerazione alle procedure di selezione e valutazione. Criteri di selezione semplici, commissioni uniche di valutazione, progetti di spesa non faraonici sono gli ingredienti necessari per la rapidità di attuazione. Siamo molto soddisfatti perché abbiamo registrato una grande vivacità imprenditoriale nell’agricoltura siciliana e una voglia di investire in qualità, sicurezza, tracciabilità e sostenibilità”. Poi il comunicato dà altre informazioni: “Il primo bando riguarda la misura 4.1 del Psr ‘Investimenti aziendali’, che può contare su un totale di 80 milioni di euro a disposizione dei cosiddetti ‘agricoltori veri e autentici’ (genuine farmer)”. Da qui apprendiamo che in Sicilia ci sono agricoltori non veri e non autentici: e se lo dicono all’assessorato all’Agricoltura c’è da crederci. Rispetto agli 80 milioni di euro apprendiamo, poi, che “I progetti sono stati selezionati”, che “la graduatoria è provvisoria” e che tiene conto “del ruolo sociale dell’azienda sul territorio, delle produzioni di qualità certificata (BIO, DOP, IGP e QS – Qualità sicura garantita dalla Regione siciliana di neo introduzione) e degli investimenti sulle strategie di adattamento al cambiamento climatico” e bla bla bla.
Lotta alla Tristeza e al Malsecco
Meno fumoso il secondo bando, relativo alla misura 5.2 del Psr (Piano di sviluppo rurale): “Sono messi a disposizione dell’agricoltura siciliana 35 milioni di euro per ripristinare gli agrumeti danneggiati dal virus della Tristeza e dal Malsecco. In questo caso la graduatoria è definitiva”.
P.s.
Ci auguriamo che l’erogazione di queste somme avvenga entro il Settembre di quest’anno, oltre no, perché andrebbe a interferire con la campagna elettorale delle elezioni regionali siciliane del 2022. Ci auguriamo che su questa storia intervenga la Commissione Antimafia regionale.
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