- Sono due battaglie delle quali non si parla nei libri di storia. Gli inglesi, con i soldi di alcuni banchieri, stanno ‘acquistando’ ad uno ad uno generali e alti ufficiali del Regno delle Due Sicilie. Ma ci sono ufficiali che non si fanno corrompere. E allora…
- … e a Pioppo Garibaldi, garibaldini e picciotti di mafia prendono una sonora legnata!
- … ma per i Duosiciliani che stanno massacrando Garibaldi, garibaldini e picciotti di mafia arriva l’ordine da Palermo: “Ritiratevi!”
- Altra battaglia, altra vittoria ed… altra ritirata ‘salva-Garibaldi’
Sono due battaglie delle quali non si parla nei libri di storia. Gli inglesi, con i soldi di alcuni banchieri, stanno ‘acquistando’ ad uno ad uno generali e alti ufficiali del Regno delle Due Sicilie. Ma ci sono ufficiali che non si fanno corrompere. E allora…
Oggi è l’1 Giugno. Ieri – 31 Maggio – abbiamo ricordato un anniversario particolare, ovvero l’1 Maggio 1860, quando Garibaldi derubò i soldi del Banco di Sicilia per consegnarli ai Savoia. Oggi torniamo un po’ indietro per raccontare due episodi che la storia risorgimentale ha nascosto e continua a nascondere. Sono die battaglie che vanno in scena alle porte di Palermo, per la precisione Pioppo e a Monreale. Garibaldi, i garibaldini e i picciotti di mafia sono freschi della vittoria taroccata di Calatafimi. Gli inglesi hanno assicurato che, da allora in poi non ci saranno più vere battaglie, perché tutti gli alti ufficiali sono stati ‘acquistati’ per la ‘causa italiana’. E’ un’informazione parziale, quella fornita dagli inglesi a Garibaldi, perché se è vero che i generali Duosicliani sono ‘appattati’ con il nemico, non altrettanto può dirsi di alcuni ufficiali. Ebbene, in quei giorni Garibaldi, garibaldini e picciotti di mafia a chi vanno d incontrare? Un paio di ufficiali del regno delle Due Sicilie che non erano a libro paga degli inglesi!
… e a Pioppo Garibaldi, garibaldini e picciotti di mafia prendono una sonora legnata!
“Nei giorni 19, 20 e 21 maggio 1860 – scrive Giuseppe Scianò ne E nel mese di Maggio del 1860 la Sicilia diventò colonia! – l’Armata Garibaldina tenta di conquistare Monreale. All’alba del 19 maggio 1860 Garibaldi ed i suoi uomini, lasciatisi alle spalle Borgetto e Sagana, scendono baldanzosi verso Monreale. Dovranno attraversare la borgata di Pioppo. Il programma dell’Eroe dei Due Mondi è semplice: conquistata Monreale, potrà piombare su Palermo, sulla Capitale cioè della Sicilia. Per la verità a Monreale sono acquartierate ingenti forze borboniche. Fra queste il Reggimento 8° Cacciatori, comandato dal Colonnello Von Mechel, coordinato da ottimi ufficiali Siciliani come il Colonnello Beneventano Del Bosco. Garibaldi, comunque, è ottimista. Conosce già di che pasta siano fatti gli alti ufficiali e gli alti funzionari dell’apparato Duosiciliano. Conta poi sulle bande di picciotti che Rosolino Pilo dovrebbe far convergere, passando da San Martino, su Monreale. E conta anche sulla constatazione del fatto che, dalla battaglia taroccata di Calatafimi in poi, nessuna formazione militare del Regno delle Due Sicilie lo abbia attaccato. Conta, infine, nonostante i mancati riscontri, sulla grande rivoluzione che sarebbe scoppiata a Palermo, nonostante tutto”. Come già accennato, Garibaldi ha avuto assicurazione che non verrà attaccato perché i militari Duosiciliani sono tutti dei traditori. Stava nascendo l’Italia… “Apriamo una parentesi – racconta sempre Scianò – per ricordare che, proprio in quei giorni, il nuovo Luogotenente del Re delle Due Sicilie, a Palermo, è il Generale Francesco Lanza, che ha sostituito l’inetto Paolo Ruffo di Castelcicala. E che, per dirla con Giuseppe Buttà, «finì di rovinare tutto». Un rimedio peggiore del male, sotto tutti i punti di vista, insomma. Seguiamo la cronaca dei fatti, che diventano, ogni giorno di più, determinanti per il destino della Sicilia (e per quello della Parte Continentale del Regno delle Due Sicilie). Sulla stretta strada per Monreale l’Eroe Nizzardo deve attraversare, intanto, il piccolo centro abitato di Pioppo, dove è piazzato un adeguato presidio dell’Esercito Duosiciliano. E dove gli abitanti forse non sono affatto rivoluzionari o filo-sabaudi. E, tanto meno, sono filo-garibaldini. Naturale quindi che vi sia immediatamente un nutrito scambio di fuoco di fucileria e, subito dopo, a distanza ravvicinata, un furibondo scontro armato. I Garibaldini subiscono, pertanto, gravi perdite. Molti di essi rimangono inchiodati su una posizione oltremodo scomoda. Gli attaccanti, guidati dal loro Duce, sono alla fine costretti a ritirarsi fra mille difficoltà. Si è trattato di una prima, brutta, sconfitta e di una grossa, inaspettata, batosta per l’Eroe dei Due Mondi”.
… ma per i Duosiciliani che stanno massacrando Garibaldi, garibaldini e picciotti di mafia arriva l’ordine da Palermo: “Ritiratevi!”
Garibaldi non si aspettava di dover combattere: gli avevano assicurato che tutti gli ufficiali Duosiciliani erano stati ‘acquistati’ alla causa. la notizia, con molta probabilità, sarà arrivata a Palermo, al porto di Palermo, dove sono acquartierati gli inglesi, che sono i ‘pupari’ della sceneggiata dei Mille in Sicilia. Interverranno subito gli inglesi? Supponiamo di sì a giudicare da quanto racconta sempre Scianò: “Altissimo invece il morale delle truppe Duosiciliane, che vorrebbero avanzare e passare ad un contrattacco vigoroso. Niente da fare, però. Dal Comando Duosiciliano di Monreale arriva l’ordine di ritirata! Si tratta di uno dei tanti assurdi, specifici, ordini salva-Garibaldi, che già conosciamo e con i quali dovremo convivere (e… soffrire) per tutta la durata delle vicende militari legate alla conquista definitiva della Sicilia e della Napolitania da parte dell’Armata anglo-piemontese-sabaudo-ungherese-mafiosa, camorrista e garibaldina nel biennio 1860-1861. Il resto di quella giornata trascorrerà senza grosse novità, dal punto di vista dei combattimenti. Le grandi manovre, politiche, nell’uno e nell’altro schieramento, tuttavia, continuano in altra sede. Ma non finirà qui”.
Altra battaglia, altra vittoria ed… altra ritirata ‘salva-Garibaldi’
A Pioppo è andata malissimo per Garibaldi, per i garibaldini e per i picciotti di mafia. Gli avevano assicurato che erano tutti ‘appattati’ e invece hanno subito una legnata micidiale a Pioppo. E se da Palermo ai Duosiciliani non fosse giunto l’ordine di interrompere l’attacco, l’Eroe dei due mondi, garibaldini e picciotti di mafia sarebbero stati malamente accoppati e addio Italia una e indivisibile! Garibaldi ha chiesto spiegazioni e gli è stato assicurato che non si commetteranno più errori. Dal 20 Maggio in poi i traditori Duosiciliani controlleranno tutto. E’ così? No. Perché ci sono ufficiali del Regno delle Due Sicilie che non ne vogliono sapere di tradire. Sono il Colonnello Von Mechel, Comandante del Reggimento Cacciatori Esteri e altri ufficiali “onesti e valorosi”, scrive Scianò. Si chiamano Bosco, Morgante, Chinnici, Luvarà, Del Giudice e altri militari. “A Monreale – scrive Scianò – restano tre battaglioni sotto il comando del Colonnello Bonanno. Con il Von Mechel sono complessivamente circa quattromila soldati Duosiciliani. Gli avamposti dell’Armata Garibaldina sono acquartierati nei pressi della parte abitata di Pioppo, sopra la Casina di Buarra. Si tratta prevalentemente delle bande di picciotti di mafia, alcune migliaia di persone, difficilmente quantificabili con esattezza. I Garibaldini D.O.C. sono, ora, una minoranza protetta. Il Von Mechel fa aggirare dall’alto gli assalitori, grazie ad una rapida azione eseguita dagli uomini comandati dal Capitano Del Giudice”. Qualcosa non sta funzionando. I picciotti di mafia, sempre ‘coraggiosi’ , alle prime avvisaglie di combattimento se la danno a gambe… “Si allontanano sempre più disordinatamente – racconta sempre Sciacò -. Alcuni di costoro tuttavia cercano di trascinare una cinquantina dei carri che trasportano equipaggiamenti e salmerie verso Partinico. Faticosamente. È un momento di Generale sbandamento. La strada rimane interrotta ed impraticabile. Sta per diventare una trappola. Giuseppe Garibaldi e i suoi Mille rischiano di rimanere senza copertura ed alla mercé del Reggimento comandato dal Von Mechel. Ma ecco che ai Duosiciliani arriva l’ordine di… ritirata… Un ordine di ritirata, insomma, che sarebbe arrivato addirittura dall’Alto Comando della Luogotenenza del Regno, dal Palazzo Reale di Palermo. Un ordine di ritirata salva-Garibaldi, arrivato con puntualità e zelo degni di miglior causa… Il Capitano De Giudice racconterà, poco dopo… che dalla posizione alta in cui si trovava con i suoi uomini, avrebbe potuto distruggere metà dell’Armata Garibaldina soltanto facendo rotolare sulla strada sottostante grosse pietre. E che, sempre con le sole pietre rotolate dall’alto, si poteva interrompere la strada che portava a Partinico. Ai soldati che volevano combattere, guidati dal Capitano Del Giudice, è concesso, tuttavia, il contentino di marciare su San Martino, dietro i monti di Monreale, a nord-est. Probabilmente si pensa ad un inutile diversivo. Ma non sarà così”. A San Martino delle Scale succederà qualcosa di imprevisto… Ma questo lo vedremo in un altro articolo.
Foto tratta da MonrealeSi
AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.-La redazione
Effettua una donazione con paypal