- Non sappiamo quali siano le prove nelle mani dell’amministrazione regionale he ha formulato un’accusa gravissima. Intanto chiediamo alla stessa Regione: a che punto sono le opere di prevenzione del fuoco?
- La replica del Sifus Confali
- La replica di Cgil, Cisl e Uil
Non sappiamo quali siano le prove nelle mani dell’amministrazione regionale he ha formulato un’accusa gravissima. Intanto chiediamo alla stessa Regione: a che punto sono le opere di prevenzione del fuoco?
Allibiti. Non troviamo altre parole per commentare l’articolo del Giornale di Sicilia sugli operai della Forestale che sarebbero tra i responsabili degli incendi dei boschi della nostra Isola. E’ evidente che chi ha dato questa notizia avrà le prove di ciò che ha detto. Anche se non possiamo non sottolineare un dato oggettivo che abbiamo raccontato lo scorso 25 Aprile: “E’ arrivato il caldo, ma nei boschi siciliani non ci sono né opere di prevenzione del fuoco, né operai forestali! E se arriva una sciroccata?“. Non possiamo non ricordare che, nella manovra finanziaria 2021 approvata dal Parlamento siciliano, per il settore forestale la copertura finanziaria è aleatoria, come abbiamo scritto nel nostro approfondimento sulla Finanziaria regionale 2021: “… l’articolo 22 interviene in favore dell’attività forestale e dei lavoratori di questo settore: ma è un articolo privo di copertura finanziaria (in attesa dei fondi europei da riprogrammare)”. Fino ad ora l’attuale Governo regionale, in materia di forestazione – comprese le attività di prevenzione degli incendi – ha venduto fumo: speriamo che, al fumo del Governo siciliano non si aggiunga il fumo del fuoco…
La replica del Sifus
Intanto arriva la replica del segretario generale del Sifuf Confali, Maurizio Grosso: “Respingiamo al mittente le vergognose, generiche, strumentali e prive di fondamento accuse di essere anche gli incendiari del patrimonio boschivo rivolte dal Giornale di Sicilia ai lavoratori forestali siciliani. Rileviamo che sia altresì vergognoso, qualora corrispondesse al vero, che a fornire l’assist ai giornalisti per confezionare le infamanti accuse siano stati autorevoli dirigenti della Regione siciliana che, evidentemente, incapaci di attivarsi in tempi utili verso la prevenzione degli incendi medesimi, preferisco scaricare le loro responsabilità verso gli operai forestali. Non esistono libri, fascicoli e quant’altro, né pubblici, né segreti che possono dimostrare alcun tipo di responsabilità pro incendi in capo ad un solo operaio forestale. Sono tutte illazioni e luoghi comuni atti a spegnere sul nascere il loro diritto a rivendicare la stabilizzazione dopo 30 anni di mortificante precariato. Per queste ragioni il Sifus ha già dato mandato al proprio ufficio legale di querelare il Giornale di Sicilia ed il giornalista che si è reso protagonista dell’articolo contro i forestali”. Grosso aggiunge che il Sifus ha dato inoltre mandato al proprio ufficio legale di querelare i dirigenti regionali che avrebbero fornito queste informazioni. Il segretario generale del Sifus non esclude che possa arrivare una smentita dagli uffici della Regione; se ciò non avverrà il sindacato darà vita a una petizione popolare per chiedere al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, di “rimuoverli dall’incarico”. Ancora: “In conclusione, è singolare che l’attacco strumentale verso i forestali siciliani sul Giornale di Sicilia arrivi stamattina mentre su iniziativa del Sifus un significativo gruppo di parlamentari regionali di diverse forze politiche sta presentando all’Ars un disegno di legge che mira al tempo indeterminato per tutti i forestali siciliani. Ciò avviene, ovviamente, in contrapposizione alla proposta di riforma del comparto forestale promossa dall’assessore all’Agricoltura, Tony Scilla, e dal Presidente Musumeci”.
La replica di Cgil, Cisl e Uil
Sulla vicenda intervengono anche gli esponenti di Cgil, Cisl e Uil: ” Generalizzare non serve a capire quali siano i problemi reali. Ed è pericoloso, un fatto grave, perché in questo modo si rischia di individuare soltanto un nemico, esponendolo. Nel 2017 un giovane armato di pistola minacciò dei forestali che stavano spegnendo un incendio, a Santa Cristina Gela in provincia di Palermo, accusandoli di essere loro quelli che appiccano gli incendi nei boschi. Bisognerebbe nelle statistiche ricordare anche i lavoratori morti nel tentativo di spegnere gli incendi”, dichiarano il segretario Flai Cgil Palermo Dario Fazzese, il segretario Fai Cisl Palermo Trapani Franco Nuccio e il segretario Uila Uil Palermo Giuseppe La Bua. I segretari di Flai, Fai e Uila, prosegue il comunicato, “replicano alle dichiarazioni, riportate oggi dal Giornale di Sicilia, del dirigente del Corpo forestale e del servizio Antincendio che nella loro relazione annuale evidenziano presunte responsabilità degli operai stagionali, assieme ad altre emergenze come la mafia dei pascoli, tra le cause dei roghi di origine dolosa”. Per gli esponenti delle tre organizzazioni sindacali la vicenda “ricorda molto l’attacco generico di Musumeci ai dipendenti pubblici fannulloni. Una brutta abitudine delle istituzioni regionali, quella di scaricare le proprie inadempienze sui dipendenti – proseguono Fazzese, Nuccio e La Bua -. Puntare il dito su lavoratori che svolgono un compito che li pone in condizione di rischio per la propria vita sembra più un tentativo di mettere le mani avanti rispetto ai ritardi della programmazione della campagna di prevenzione antincendi, sempre più precaria, anche nei fondi adoperati per garantirne lo svolgimento corretto. La Regione dovrebbe assumersi le sue responsabilità. Se poi si vuole fare chiarezza su chi possa avere interessi negli incendi, si seguano i soldi spesi: è facile capire chi guadagna dagli incendi, e non sono certamente i lavoratori, che spesso pagano con la propria vita. Difenderemo la dignità degli addetti del settore in ogni sede, anche giudiziaria, da ogni tentativo di diffamare lavoratori che svolgono onestamente il proprio lavoro”.
P.s.
Quelle lanciate dall’amministrazione regionale sono accuse con noi e cognomi o generiche?
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