Mario Pagliaro: quest’anno il prezzo del grano duro di Sud Italia e Sicilia schizzerà all’insù perché in alcune aree del mondo il freddo ha ridotto le produzioni

3 maggio 2021
  • E’ la legge della domanda e dell’offerta, insomma. Ottime – almeno fino ad ora – le notizie da Sicilia e Puglia dove invece il clima non ha tirato brutti scherzi. Il ‘caso’ dell’Egitto che ha interrotto un’asta di grano tenero per prezzo troppo elevato
  • Agostino Cascio: “Fino a quando il grano duro siciliano si venderà sotto la soglia di 34 euro al quintale gli agricoltori lavoreranno in perdita” 
  • Se il prezzo del grano duro schizzerà all’insù, ciò avverrà a prescindere dalla CUN, che è stata una grande presa in giro

E’ la legge della domanda e dell’offerta, insomma. Ottime – almeno fino ad ora – le notizie da Sicilia e Puglia dove invece il clima non ha tirato brutti scherzi. Il ‘caso’ dell’Egitto che ha interrotto un’asta di grano tenero per prezzo troppo elevato

Ci ha colpiti una riflessione sul prezzo del grano tenero di Mario Pagliaro, chimico, ricercatore presso il Cnr, appassionato di climatologia. Pagliaro, qualche anno fa, quando il prezzo del grano duro del Sud Italia era bloccato a 18 euro al quintale, osservando l’andamento del clima nel mondo, anticipando gli eventi e contro tutte le previsioni, scrisse che il prezzo del grano duro sarebbe schizzato all’insù: e così è stato. Magari in Sicilia il prezzo non ha raggiunto i livelli di altre Regioni del Sud Italia (noi, nonostante il Nord Italia si sia appropriato della varietà Senatore Cappelli – varietà di grano duro d’elezione – ci rifiutiamo di considerare lo stesso Nord Italia produttore di grano duro), ma il fatto che l’Estate scorsa, in Sicilia, il grano duro è stato venduto a 27-28 euro è un dato importante: e anche se a Natale – complici le solite navi cariche di grano estero arrivate nella nostra Isola – il prezzo è sceso a 25 euro al quintale, un aumento c’è stato. Ma vediamo adesso cosa scrive Pagliaro su Facebook: “Sconvolto dal prezzo di quasi $300/t del grano tenero offerto alla prima asta relativa al nuovo raccolto, con consegna il 21 Agosto, l’Egitto #cancella la prima gara per l’acquisto di 60mila tonnellate. Se il prezzo #reale del grano tenero per grandi quantità è già di $300 a tonnellata, il prezzo del grano duro di pregio come quello siciliano o pugliese è #interamente nelle mani dei #produttori: non volete pagare €500 a tonnellata (50€ a quintale)? Compratevi il grano tenero con consegna a Settembre a $300”. Pagliaro ci dà anche un’altra notizia positiva: il clima, quest’anno, nel Sud Italia e in Sicilia, almeno fino ad ora, non ha fatto brutti scherzi: lui si aspetta ottime produzioni – in quantità e qualità – in Puglia e in Sicilia (che sono le Regioni italiane dove si produce più grano duro) e anche nel resto del Mezzogiorno.

Agostino Cascio: “Fino a quando il grano duro siciliano si venderà sotto la soglia di 34 euro al quintale gli agricoltori lavoreranno in perdita” 

Insomma, il succo’ del ragionamento di Pagliaro è che quest’anno il prezzo del grano duro crescerà ancora. “E crescerà – ci spiega lo stesso Mario Pagliaro al telefono – perché in tante aree del mondo il clima freddo sta compromettendo la produzione di grano. La Russia, ad esempio, per il secondo anno consecutivo ridurrà le esportazioni di grano”. Pagliaro ci spiega che il clima sta creando problemi anche al grano in Ucraina, nel Nord degli Stati Uniti d’America e in Canada. Ormai siamo a Maggio e, tra circa un mese, dalle nostre parti, si comincerà a raccogliere il grano. E siamo proprio curiosi di verificare se, anche questa volta, Pagliaro avrà visto giusto. Intanto, proprio in questo momento, il prezzo del grano duro siciliano, da 25 euro al quintale è sceso a 24 euro e, in alcuni casi anche a 23 euro. Un prezzo più basso rispetto alle altre Regioni del Sud Italia. E questo ci sta, perché in Sicilia la speculazione al ribasso sul prezzo del grano duro è molto forte. Che il prezzo del duro siciliano si sia abbassato ce lo confermano due agricoltori, produttori di grano duro nell’entroterra siciliano: Cosimo Gioia e Agostino Cascio. Quest’ultimo ci racconta che lo scorso anno ha venduto il proprio grano duro a 28 euro al quintale, che rispetto a qualche anno fa è un buon prezzo. “In realtà – ci dice Agostino Cascio – non è così, perché in Sicilia produrre un quintale di grano duro tra costo del lavoro, sementi, lavorazioni del terreno, raccolta e tasse che dobbiamo pagare costa 34 euro. Quindi fino a quando il grano duro siciliano si venderà a un prezzo inferiore a 34 euro al quintale, i produttori di grano duro della nostra Isola lavoreranno in perdita”.

Se il prezzo del grano duro schizzerà all’insù, ciò avverrà a prescindere dalla CUN, che è stata una grande presa in giro

Il fatto raccontato da Pagliaro – e cioè che l’Egitto ha interrotto un’asta perché il prezzo di 30 euro al quintale per il grano tenero è sembrato troppo alto – è un segnale preciso: significa che, quanto meno, il grano duro dovrebbe superare la soglia di 30 euro al quintale. Anche se Pagliaro, in realtà, si dice certo che il prezzo del grano duro, quest’anno, andrà ben al di là di 30 euro al quintale. Se le cose stanno come racconta lui – e ci riferiamo al clima freddo che ha creato problemi ad alcuni grandi produttori di grano del mondo, con riferimento sia al grano duro, sia al grano tenero – l’offerta di grano, sul mercato internazionale, dovrebbe ridursi: e, automaticamente, il prezzo dovrebbe schizzare all’insù. E se mancherà il grano duro estero a basso prezzo da fare arrivare con le navi in Puglia e in Sicilia, altrettanto automaticamente il prezzo dovrebbe aumentare in modo consistente, questa volta anche in Sicilia. Non manca molto per vedere quello che succederà. Una cosa, comunque, la dobbiamo dire: se ciò si verificherà, si potrà dire che il grano duro del Sud e della Sicilia si sarà tirato fuori da una speculazione nonostante la presa in giro della CUN, la Commissione Unica Nazionale per il grano duro che, fino ad oggi, nonostante le promesse, si è rivelata, appunto, una presa in giro. E i grillini, questa volta, non avranno molte scuse da addurre, dal momento che sono loro a gestire il Ministero delle politiche agricole.

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