- La “criticità nel bando misura 13” del PSR Sicilia viene segnalata da Enza Bellavia, del Movimento Terra è Vita, e da Carmelo Galati, esponente dell’Unione Allevatori Sicilia
- Si bloccano le provvidenze se un’azienda zootecnica passa dal padre al figlio. E questo è un problema. I vertici politici e burocratici dell’assessorato all’Agricoltura si sono impegnati a venire incontro alle esigenze degli agricoltori e, in particolare, degli allevatori
- “… la misura 13 nasce come premio compensativo a ‘superficie’ e non a ‘soggetto’, pertanto si suggerisce di modificare la clausola attuale…”
La “criticità nel bando misura 13” del PSR Sicilia viene segnalata da Enza Bellavia, del Movimento Terra è Vita, e da Carmelo Galati, esponente dell’Unione Allevatori Sicilia
Invece di rendere la vita semplice agli agricoltori siciliani – in questo caso ai giovani allevatori della nostra Isola che hanno sostituito i genitori nella gestione delle aziende zootecniche nelle aree montane che sono già svantaggiate – la burocrazia regionale complica tutto con provvedimenti cervellotici, supponiamo nel nome di una legalità formale. La storia la raccontano Enza Bellavia, del Movimento Terra è Vita, e Carmelo Galati, esponente dell’Unione Allevatori Sicilia. Tre giorni fa Carmelo Galati e Enza Bellavia hanno partecipato a un incontro presso la sede dell’assessorato regionale all’Agricoltura di quello che resta della Sicilia. E lì hanno esposto il problema all’assessore regionale Tony Scilla e al dirigente generale, Dario Cartabellotta. Un incontro importante nel corso del quale i vertici politici e burocratici dell’assessorato hanno manifestato grande disponibilità per venire incontro alle esigenze degli agricoltori e, in particolare, degli allevatori della nostra Isola.
Si bloccano le provvidenze se un’azienda zootecnica passa dal padre al figlio: ma he senso ha?
La questione riguarda il PSR, il Piano di Sviluppo Rurale della Sicilia. Dicono Enza Bellavia e Carmelo Galati: “Gentile assessore, Gentile Dirigente Generale, abbiamo accolto con soddisfazione la decisione dell’Amministrazione di emanare il bando specificato in oggetto, indispensabile per il mantenimento delle attività zootecniche delle aree montane, tuttavia è stata rilevata da più parti una criticità riguardo alle condizioni di ammissibilità riportate al punto 3.3 delle disposizioni attuative, allegato prot. 14863 del 01.04.2019 che recita: ‘I richiedenti, al momento della presentazione della domanda di sostegno, dovranno dimostrare la disponibilità delle superfici nell’anno in cui viene presentata la domanda dell’indennità, in base ad un diritto reale di godimento debitamente provato attraverso la proprietà del bene o la presenza di contratto d’affitto o di comodato d’uso; nei casi di contratto d’affitto di comodato d’uso è condizione di ammissibilità la decorrenza continuativa almeno dal 15 maggio dell’anno precedente della presentazione della domanda di sostegno …’. Ebbene, tale condizione esclude tutti i subentri aziendali che, di fatto, rappresentano la naturale continuità delle aziende storiche. L’obiettivo delle aziende agricole tende al ricambio generazionale, promuovendo l’insediamento di giovani agricoltori attraverso la cessione da padre a figlio e con la costituzione di nuove società; queste nuove figure rappresentano, di fatto, la continuità delle aziende storiche, ma che, secondo il punto 3.3 già menzionato, vengono escluse dalla partecipazione al bando. Le stesse aziende infatti avrebbero avuto diritto al sostegno se non avessero effettuato il subentro perché in possesso dei requisiti di ubicazione e di indirizzo produttivo”.
“… la misura 13 nasce come premio compensativo a ‘superficie’ e non a ‘soggetto’, pertanto si suggerisce di modificare la clausola attuale…”
Ci rendiamo conto che è bene controllare prima dell’erogazione dei fondi europei in agricoltura a chi finiscono tali sostegni. Ma una cosa è controllare i subentri tra estranei, altra e ben diversa cosa è il passaggio di un’azienda dal padre ai figli: in quest’ultimo caso di tratta di passaggio molto semplice: che bisogno c’è di richiedere la “decorrenza continuativa”? “Già dal bando 2019 – dicono sempre Enza Bellavia e Carmelo Galati – i soggetti che hanno iniziato la conduzione nello stesso anno di presentazione della domanda non hanno potuto accedere al bando. Queste aziende sono state fortemente penalizzate, quindi è auspicabile che l’amministrazione provveda alla modifica di queste condizioni di ammissibilità. Si evidenzia altresì che la clausola al 3.3 si contrappone alle stesse finalità del bando, il quale recita:
‘L’obiettivo della misura 13 (…) è volto a mantenere e far proseguire l’attività agricola-zootecnica agli agricoltori che operano …’. Mentre, all’interno del PSR è previsto che ‘Le indennità sono concesse agli agricoltori che si impegnano a proseguire l’attività agricola e di allevamento nell’area eleggibile al sostegno per la durata del periodo corrispondente all’annualità di pagamento’. A tal fine si evidenzia che il PSR prevede espressamente che ‘I beneficiari dovranno dimostrare la disponibilità delle superfici per l’anno in cui viene presentata la domanda dell’indennità in base ad un diritto reale di godimento debitamente provato attraverso la proprietà del bene o la presenza di contratto registrato di affitto o di comodato d’uso. (c.f.r PSR.784 punto 8.2.12.3.1.6. Condizioni di ammissibilità). Il sostegno è pertanto rivolto agli agricoltori ed allevatori che si impegnano a proseguire quell’attività nel periodo corrispondente all’annualità di pagamento e non invece a coloro che possedevano le suddette superfici nell’anno anteriore all’annualità di pagamento medesima. La clausola, pertanto, si pone in contrasto con gli obiettivi del bando e del PSR e dei regolamenti comunitari. Altro aspetto importante da evidenziare è che la misura 13 nasce come premio compensativo a ‘superficie’ e non a ‘soggetto’, pertanto si suggerisce di modificare la clausola attuale, e/o eliminare qualunque filtro informatizzato introdotto in sede di VCM al fine di evitare che l’illegittima clausola sia ostativa alla liquidazione di un premio essenziale per il mantenimento dell’attività agricola all’interno delle zone montane e svantaggiate”.
Come già accennato, sia l’assessore Scilla, sia il Dirigente generale, Cartabellotta, si sono già mobilitati per risolvere questi problemi. Considerato che hanno già dato risposte positive ad alcune istanze arrivate dal mondo agricolo, si può parlare di moderato ottimismo.
Foto tratta da Ragusa Libera
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