- Dedichiamo questo articolo ai nostri amici del Nord che hanno regalato alla Svizzera i turisti della neve
- In Svizzera si scia da metà Ottobre e stanno tutti bene alla faccia della pandemia
- Ovviamente, la Svizzera non fa parte della truffaldina e demenziale Unione europea dell’euro
- La chiusura degli impianti in Italia
Dedichiamo questo articolo ai nostri amici del Nord che hanno regalato alla Svizzera i turisti della neve
Italia in zona rossa da oggi. Anche le vacanze legate alla Santa Pasqua distrutte. L’immagine dell’Italia di oggi è quella di un Paese alla deriva, ormai nelle mani delle multinazionali. Che, dopo aver imposto non ricordiamo più quanti vaccini ai bambini, stanno provando ora ad imporre il vaccino anti-Covid: prima al personale sanitario e poi, con molta probabilità, cercheranno di rifilalo a tutti gli italiani. Affari su affari. Insomma, dopo un anno di pandemia – con due Governi uno migliore dell’altro – il Belpaese si ritrova con il virus e con le sue mutazioni che scorrazzano liberamente dove gli pare mentre l’economia cola a picco. Ebbene, in questo scenario vogliamo provare a fare un paragone tra quanto succede in Italia e quanto, invece, succede in Svizzera. In realtà, questo articolo non andrebbe scritto dalla Sicilia, ma dovrebbe essere scritto nel Nord Italia, perché affronteremo il tema degli impianti sciistici. Ricordate? Il Governo italiano lo ha chiusi. Mentre in Svizzera sono tutti aperti. Cos’è successo in Svizzera in questi tre mesi e forse più di attività sciistica? Si sono infettati tutti con il SARS-COV-2? Gli ospedali e le terapie intensive delle Svizzera stanno scoppiando? Niente di tutto questo: stanno tutti bene!
In Svizzera si scia da metà Ottobre e stanno tutti bene alla faccia della pandemia
Abbiamo scritto di impianti sciistici svizzeri aperti da tre mesi e forse più. In realtà, certi impianti sono aperti della Svizzera sono aperti già dalla metà di Ottobre. Eh già, mentre in Italia, ad Ottobre, ci si arrovellava se aprire o no gli impianti per sciare – aprire a Novembre? aprire a Dicembre? basteranno le mascherine? – in Svizzera gli impianti per sciare erano già operativi. Non ci crederete, visto che siamo già ad Aprile, ma gli impianti sciistici svizzeri sono ancora aperti e ospitano turisti di mezzo mondo! Fino a qualche giorno fa – sembra incredibile – risultavano aperti ben 762 impianti per attività sciistiche. Quali misure di sicurezza sono state adottata a tutela dei turisti che si sono recati e che, ancora oggi, si recano in vacanza da quelle parti? Niente di eccezionale: le mascherine nelle cabine di risalita, la riduzione del numero di passeggeri per corsa, cibo da asporto nei vari rifugi.
Ovviamente, la Svizzera non fa parte della truffaldina e demenziale Unione europea dell’euro
A conti fatti, mentre l’Italia ha bloccato i propri impianti sciistici, la Svizzera ha registrato un boom di presenze turistiche da Francia, Italia, Germania, e Benelux. C’è anche qualcosa di positivo per l’Italia: centinaia di maestri di sci italiani si sono trasferitisi in Svizzera dove i maestri di sci non riuscivano a fronteggiare l’enorme afflusso di turisti! Leggiamo un articolo de Il Messaggero del 15 Febbraio: “Dalla lussuosa St.Moritz alla splendida Crans Montana, in questi giorni molti appassionati di sci si sono riversati su quelle montagne: boom di prenotazioni negli alberghi, case piene, così come le piste. In Svizzera siamo al 100esimo giorno di sci consecutivo. Nonostante questo, non c’è stata alcuna impennata dei contagi. Anzi. Nel mese di Gennaio, i casi giornalieri nel Paese sono addirittura crollati: se ad inizio Novembre si assestavano intorno a quota 10.000, da inizio Gennaio sono scesi a 4.000-3.000, per poi scendere ancora sotto soglia 2.000 entro la fine del mese”. Nessuna conseguenza negativa: le persone tornano rigenerate dalle vacanze in montagna, dopo aver fatto il pieno di vitamina D. Ah, stavamo per dimenticarlo: la Svizzera non fa parte della cosiddetta Unione europea dell’euro. Dispone di una propria moneta e controlla la propria economia. In pratica, è l’opposto dei Paesi ‘comunitari’ dove la crisi economica ‘morde’, cisi accentuata dalla gestione dissennata della pandemia, tra chiusure & vaccini.
La chiusura degli impianti in Italia
Una domanda è d’obbligo: perché hanno chiuso gli impianti sciistici italiani? Non siamo complottisti e non vogliamo pensare che ci sia un progetto per distruggere l’economia italiana (o quasi…). Con molta probabilità, i lungimiranti governanti italiani hanno scambiato l’aria che si respira nella Pianura Padana – che è altamente inquinata – con l’aria che si respira in montagna, che non è inquinata. E’ ormai noto che i virus, oltre che essere trasportati dalle persone, si muovono con gli agenti inquinanti presenti nell’aria: questo spiega il perché in certe zone del Nord Italia la pandemia continua a non dare tregua (e non darà tregua fino a quando non ridurranno drasticamente le fonti di inquinamento). Sarebbe bastato adottare gli accorgimenti che hanno adottato in Svizzera e non ci sarebbe stato bisogno di chiudere gli impianti. Chissà qual è la verità in questa storia.
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