- Lo ‘scioglimento’ dei grillini nel PD è stato archiviato. Conte leader di un ‘grillismo moderato’
- Le novità: Italexit e Equità Territoriale di Pino Aprile
Lo ‘scioglimento’ dei grillini nel PD è stato archiviato. Conte leader di un ‘grillismo moderato’
La notizia ufficiale è che l’ex capo del Governo, Giuseppe Conte, ha accettato di diventare il leader di un Movimento 5 Stelle in verità un po’ ‘ammaccato’. La notizia non è nuova, ma ieri è stata ufficializzata. Le conseguenze sono due: la prima riguarda lo stesso Movimento 5 Stelle, la seconda riguarda il PD. La prima conseguenza è che il Movimento, con Conte alla guida, rende ancora più evidente la trasformazione dei grillini in un partito politico moderato: chi pensava di cambiare l’Italia con un soggetto politico movimentista, in alternativa alla vecchia politica italiana, conto l’Europa dell’euro non ha più motivo di votare Movimento 5 Stelle. Che voti prenderà il grillismo in versione contiana? Voti moderati, che in parte verranno tolti al PD. Siamo arrivati così alla seconda conseguenza di Conte leader dei grillini. Al partito di Enrico Letta sarebbe andata a genio lo ‘scioglimento’ del Movimento 5 Stelle nel PD: ma così non sarà. Grillini e PD saranno alleati, certo: ma al voto andranno con simboli diversi: e per il PD saranno problemi. Se poi Potere al Popolo riuscirà a presentare una propria lista, la parte di elettorato che crede ancora nella sinistra non avrà più motivo di votare PD e potrebbe optare per il citato Potere al Popolo.
Le novità: Italexit e Equità Territoriale di Pino Aprile
Di fatto, il quadro politico italiano è destinato a frammentarsi. I partiti politici che per ora sono in Parlamento dovrebbero approvare una nuova legge elettorale proporzionale. Anche se ci sarà uno sbarramento – che non sarà eccessivo (non dovrebbe andare oltre il 3-4%) – i partiti attualmente presenti alla Camera e al Senato dovranno mettere nel conto le novità. A cominciare dalla demenziale riduzione del numero dei parlamentari. La più interessante, almeno a nostro avviso, è Italexit di Gianluigi Paragone, destinata a raccogliere i voti degli italiani che vogliono uscire dall’Unione europea (numero in crescita, anche alla luce della fallimentare gestione della pandemia da parte della Commissione europea) e, soprattutto, di quel mondo economico che è stato e continua ad essere penalizzato dall’euro e dalle scelte del Parlamento europeo e della Commissione europea (per esempio, l’agricoltura). Poi c’è il citato Potere al Popolo. E noi ci mettiamo pure i Verdi che potrebbero sfruttare il ‘traino’ politico di un Movimento in crescita nel Nord Europa. Ci dovrebbe essere anche il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale di Pino Aprile, che potrebbe scombinare i ‘giochi’ in tutto il Sud Italia. Il Movimento di Pino Aprile è di chiaro indirizzo meridionalista, anzi, si candida ad essere il soggetto politico di riferimento in tutto il Mezzogiorno d’Italia e potrebbe avere tutti i numeri per raccogliere la gran massa di voti presa dai grillini nel Marzo 2018. Poi ci potrebbero essere pure i movimenti autonomisti vari presenti in alcune Regioni italiane. A nostro avviso il quadro politico si frammenterà, ma tutti i partiti tradizionali – chi più, chi meno – sono destinati a perdere voti, a meno che non si inventino qualcosa per tenere fuori dalla competizione elettorale i nuovi soggetti politici. Già la stessa raccolta delle firme, per i nuovi soggetti politici, se ci sarà ancora il Covid, sarà un bel problema.
Foto tratta da Rivista Studio
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