Ponte Corleone che traballa: lettera del coordinatore di Palermo di Italexit, Andrea Piazza, a Musumeci e Orlando

31 marzo 2021
  • L’esponente di Italexit annuncia una manifestazione prevista l’8 Aprile
  • Andrea Piazza chiede il raddoppio del Ponte da realizzare seguendo il modello della ricostruzione del Ponte di Genova 

L’esponente di Italexit annuncia una manifestazione prevista l’8 Aprile

Palermo: si può andare avanti con il Ponte Corleone traballante? Si può andare avanti con una città sempre più inquinata dai mezzi pesanti che, non potendo attraversare il Ponte (almeno così dovrebbe essere), invadono le strade del capoluogo siciliano? La questione è affrontata dal coordinatore di Italexit di Palermo, Andrea Piazza. Che ha inviato una lettera al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Nella missiva il coordinatore del movimento creato da Gianluigi Paragone, che punta a portare l’Italia fuori dall’Unione europea, annuncia una manifestazione per chiedere “con urgenza” il raddoppio del Ponte Corleone. Appuntamento per l’8 Aprile, naturalmente a Palermo. “Il mantenimento della linea di collegamento a monte della città di Palermo fruibile con il transito dal PONTE CORLEONE sopra il fiume ORETO non è una, MA LA QUESTIONE FONDATAMENTALE per la salvaguardia del territorio costituendo l’unica linea di collegamento infrastrutturale FONDAMENTALE E STRATEGICA CHE UNISCE LA SICILIA OCCIDENTALE E LA SICILIA ORIENTALE. Ad oggi, UN PONTE CENTRALE COSTITUITO SOLAMENTE DA DUE CORSIE DA ANNI A RISCHIO CROLLO (realizzato a cavallo degli anni 50/70 ) è l’unico collegamento vitale per la vita sociale ed economica di una parte della Sicilia”. Piazza non è i solo a parlare di “rischio crollo” per il Ponte Corleone di Palermo: anche il sindacato Sinalp è intervenuto sottolineando il rischio che il Ponte venga giù. 

Andrea Piazza chiede il raddoppio del Ponte da realizzare seguendo il modello della ricostruzione del Ponte di Genova 

“Nel 2008 ricorda Piazza – è stato aperto il cantiere per il raddoppio del Ponte funzionale al collegamento delle corsie laterali di viale della Regione siciliana”. Un contratto “successivamente rescisso con l’impresa aggiudicataria CARIBONI ( realizzate 15 % delle opere ). Nell’ipotesi non altamente improbabile di cedimento del PONTE attualmente in servizio, gli effetti catastrofici ricadenti sulla vita sociale ed economica della collettività causerebbero un collasso totale della città.
Conseguentemente, tutta la politica REGIONALE E COMUNALE E’ ONERATA ED OBBLIGATA AD INTERVENIRE CON IL PROPRIO PESO POLITICO E RAPPRESENTATIVO PER CHIEDERE ANCHE AL GOVERNO NAZIONALE UN INTERVENTO IMMEDIATO ED URGENTE ‘MODELLO PONTE DI GENOVA’ NON CIRCOSCRIVENDOLO AL SOLO PONTE IN SERVIZIO A RISCHIO CROLLO”. Il coordinatore di Italexit di Palermo mette a nudo la strafottenza, tutta italiana per un pericolo incombente più volte segnalato. Ricordate cosa si diceva subito dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova: “D’ora in poi mai più incidenti per carente manutenzione dei Ponti”. Ebbene, il Ponte Corleone di Palermo è in pessime condizioni, ma non gliene frega niente a nessuno. “Il completamento del raddoppio del Ponte, autonomamente realizzabile dai lavori di manutenzione sul Ponte centrale – dice sempre Piazza – determinerebbe una benefica riduzione di carico sul Ponte attualmente in servizio e nell’ipotesi negativa di cedimento o chiusura per interventi di manutenzione straordinaria, garantirebbe per mezzo delle corsie laterali il collegamento vitale a monte della città. Confidando in un’energica iniziativa politica a tutela della collettività”. Vedremo se ci sarà un intervento ‘energico’, o se politica e autorità varie continueranno a fare finta di nulla.

Foto tratta da GLOBUS magazine

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