- Le morti di Viviana Parisi e del figlioletto. Daniele Mondello: “Mia moglie voleva dare una sorellina a Gioele”
- La risposta a menzogna, cinismo e cattiveria
di Teresa Frusteri
Le morti di Viviana Parisi e del figlioletto. Daniele Mondello: “Mia moglie voleva dare una sorellina a Gioele”
Visto che in queste ore non mancano certo le polemiche sul giallo di Caronia, ovvero sulle morti di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele – vedi le posizioni diametralmente opposte del criminologo Carmelo Lavorino e della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti – abbiamo chiesto a Daniele Mondello, marito di Viviana e padre del piccolo Gioele, una dichiarazione. “Mia moglie – ci dice Daniele Mondello – voleva dare una sorellina a Gioele (circostanza emersa anche dalle indagini della Procura). Abitava al quarto piano: se avesse voluto uccidersi per precipitazione lo avrebbe fatto dal balcone di casa non a 100km di distanza. Non ho mai sentito di un suicida che prepara il pranzo prima di uscire di casa. È facile attribuire ogni responsabilità a chi, oggi, non può più difendersi. È facile e, forse, comodo. Non mi interessano le opinioni: per scoprire cosa è successo avremmo potuto consultare l’oroscopo o i tarocchi. Siamo persone serie, affamate di verità e giustizia, ed abbiamo fornito incarico (a nostre spese) ad un pool di esperti al fine di mettere insieme le poche tessere rimaste di un puzzle intricato”.
La risposta a menzogna, cinismo e cattiveria
“Non ho mai commentato le chiacchiere da bar o da social – prosegue Daniele Mondello -. Non mi interessano. Bisognerebbe avere il coraggio di dire, a chiare lettere, che il cadavere saponificato di mia moglie e gli sparuti resti scheletrici di mio figlio (ti amo Gioele) non ci consentono di addivenire a nessuna verità scientifica perché mancano gli elementi su cui riflettere (distrutti dal tempo, dall’uomo, dal fato e, forse, da incompetenza diffusa). Chiedo scusa ai tanti che, durante il Covid, si sono sentiti persi, smarriti, pietrificati dalla paura. Io so come ci si sente e non vi giudico. Chiedo scusa anche ai tanti, troppi, che non solo vivono il disagio di una patologia mentale ma debbono pure sentirsi vittima di un insensato stigma sociale. Ho imparato, nel dolore, a rispondere a menzogna, cinismo e cattiveria solo con silenzio ed amore. Nel nome di mio figlio. Nel ricordo di mia moglie”.
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