- Alla fine degli anni ’80 fu l’allora presidente della Regione, Rino Nicolosi, a salvare questo luogo. Oggi ci sta pensando Nello Musumeci. entrambi sono catanesi
- Musumeci: “Era un impegno che avevo preso all’inizio della legislatura e che stiamo mantenendo”.
- E’ stato sede del CERISDI, sbaraccato da una politica siciliana miope che non sa nemmeno cosa sia l’alta formazione
Alla fine degli anni ’80 fu l’allora presidente della Regione, Rino Nicolosi, a salvare questo luogo. Oggi ci sta pensando Nello Musumeci. Entrambi, non a caso, catanesi
E’ destino che del Castello Utveggio di Palermo debbano occuparsi i politici catanesi. Alla fine degli anni ’80 del secolo passato l’allora presidente della Regione, Rino Nicolosi (nella foto a sinistra), nativo di Acireale, si chiedeva perché i palermitani avevano abbandonato questo luogo. E fu lui che lo salvò da un abbandono che durava decenni. Oggi l’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci, nativo di Militello in Val di Catania, ha dato vita a un’iniziativa per salvare il Castello Utveggio ancora una volta abbandonato. La storia di questo luogo che domina la città non è mai stata fortunata. L’imprenditore che lo volle – Michele Utveggio – dal quale l’edificio ha preso il nome, lasciò questo modo proprio mentre il castello era in costruzione: e forse morì perché, preso dalla frenesia dei lavori, non diede peso a un malessere che lo portò prematuramente alla tomba: un attacco di appendicite da lui trascurato (QUI TROVATE LA STORIA DI MICHELE UTVEGGIO: SE NON CONOSCETE IL PERSONAGGIO VI CONSIGLIAMO DI LEGGERE QUESTO ARTICOLO). Ma forse la vera sfortuna di questo luogo è di essere stata pensata a Palermo. Per la cronaca, non sono mancati i presidenti della Regione nati a Palermo o comunque legati a Palermo. Ma non si sono mai interessati del Castello Utveggio.
Musumeci: “Era un impegno che avevo preso all’inizio della legislatura e che stiamo mantenendo”.
“Dopo essere rimasto per anni chiuso è inutilizzato, lo storico Castello Utveggio di Palermo si rifà il look – leggiamo in un comunicato della presidenza della Regione siciliana -. Il gioiello del Liberty, in cima al Monte Pellegrino, sarà infatti oggetto di un progetto di efficientamento energetico voluto dal governo Musumeci. E’ stata già aggiudicata la relativa gara e per la fine del mese è prevista la consegna dei lavori, i cui tempi di esecuzione sono fissati in circa 7 mesi. Il finanziamento è di quasi cinque milioni di euro, con risorse del Po Fesr 2014/2020 e rientra all’interno di un maxi Piano messo in campo dalla Regione per ridurre i consumi e ottenere risparmi negli edifici pubblici. “Era un impegno – sottolinea il governatore siciliano Nello Musumeci – che avevo preso all’inizio della legislatura e che stiamo mantenendo. In questo modo recuperiamo un’altra sede prestigiosa, appartenente al patrimonio regionale, che per molto tempo era stata lasciata in stato d’abbandono, sfruttando fino in fondo le sue potenzialità”. Il Piano di interventi – avallato dalla soprintendenza dei Beni culturali di Palermo – prevede: la sostituzione di tutti gli infissi esterni con porte e finestre a taglio termico e vetrocamera; l’apposizione di un cappotto termico con resine di ultima generazione, che non alterino né il prospetto, né il colore originari; un nuovo impianto di climatizzazione caldo/freddo; il posizionamento (sul pavimento del tetto di una struttura attigua al corpo centrale) di pannelli fotovoltaici per la produzione di 25, 30 kw di energia elettrica; l’illuminazione interna ed esterna a led, compreso il vialetto di accesso; il cambio di alcuni motori energetici utilizzati per l’autoclave e la condotta antincendio”.
E’ stato sede del CERISDI, sbaraccato da una politica siciliana miope che non sa nemmeno cosa sia l’alta formazione
“Il progetto – leggiamo ancora nel comunicato – è stato redatto dall’architetto Roberto Cannella, con la collaborazione dell’Energy manager della Regione, l’ingegnere Roberto Sannasardo. Responsabile unico del procedimento è l’ingegnere Luigi Cimino. Il finanziamento è del dipartimento regionale dell’Energia, all’epoca guidato da Tuccio D’Urso. Un altro progetto relativo al Castello, elaborato dall’Ufficio speciale per la progettazione di Palazzo Orleans, è attualmente al dipartimento regionale Tecnico. Prevede una serie di interventi di ripristino infrastrutturale che riguarderanno anche i locali della foresteria e il fabbricato rurale attiguo, oltre a interessare anche i giardini esterni. Tutte opere che hanno già avuto il via libera da parte della sovrintendenza dei Beni culturali e dell’ente gestore della Riserva naturale di Montepellegrino. Il costo è stato stimato in circa 300mila euro. Il governo Musumeci era già intervenuto, nel 2018, ripristinando gli impianti di illuminazione andati completamente distrutti dopo l’incendio del giugno 2016 e il temporale del settembre 2017”. Ricordiamo che, dopo il primo restauro avviato dal presidente della Regione Nicolosi, il Castello Utveggio è stato sede del CERISDI, un Centro di alta formazione voluto proprio dal Governo regionale di allora. Il CERISDI ha operato – e anche bene – per alcuni anni. Poi la fallimentare politica siciliana ha deciso di ‘risparmiare’ sull’alta formazione. Ed è anche logico: i dirigenti, la Regione siciliana, li prende dalla legge 10 del 2000, mentre il resto del personale lo prende dai precari. La ‘selezione’ la fa la politica. I risultati si vedono. Speriamo che questa sia la volta buona per un’utilizzazione duratura di questo luogo. Magari per fare qualcosa di utile alla cultura e, in generale, alla Sicilia.
QUI LA STORIA DEL CASTELLO UTVEGGIO
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