- Alla manifestazione, organizzata dall’Associazione Mio Italia, sono intervenuti i parlamentati regionali di Attiva Sicilia
- Un fondo di 30 milioni di euro a sostegno del settore nella Finanziaria regionale
- Le difficoltà finanziarie della Regione siciliana, volute da Roma, complicano tutto
Alla manifestazione, organizzata dall’Associazione Mio Italia, sono intervenuti i parlamentati regionali di Attiva Sicilia
E’ possibile far ripartire l’economia in tempo di Covid-19? E’ possibile far ripartire l’economia a Palermo e in Sicilia? Noi, in realtà, non sappiamo più cosa pensare. Dopo la zona rossa si è passato alla zona arancione e poi ancora alla zona gialla. Il tutto in un clima contraddittorio: bisogna non assembrarsi, ma nella nostra Isola arrivano turisti, crocieristi e migranti. Con tutta la buona volontà del caso, non riusciamo a capire cosa potrebbe succedere nelle prossime settimane. Le varianti del virus consiglierebbero cautela prescrizioni, che a quanto pare sembra valgano soprattutto per i siciliani. Intanto l’economia siciliana va giù: è il caso dei ristoratori che sono in grande difficoltà. Oggi un gruppo di operatori di questo settore ha dato vita a una protesta a Palermo, davanti Palazzo Reale, dove ha sede il Parlamento dell’Isola. Alla manifestazione, organizzata dall’Associazione Mio Italia, sono intervenuti i parlamentarti regionali di Attiva Sicilia, Angela Foti e Sergio Tancredi (nella foto tratta da Siciliaunonews).
Un fondo di 30 milioni di euro a sostegno del settore nella Finanziaria regionale
Intanto va detto che quella di oggi è stata una manifestazione civile e pacifica. Insomma, nulla a che spartire con la manifestazione dell’Ottobre dello scorso anno, finita con lanci di bombe carta. I due deputati regionali hanno ricordato l’impegno del gruppo parlamentare Attiva Sicilia nei confronti del settore, a cominciare dal disegno di legge che prevede ulteriori ristori regionali, oltre a quelli individuati dallo Stato. In particolare, si prevede un contributo a fondo perduto per sostenere tutte le imprese del settore della ristorazione che acquistano e usano prodotti di filiere agricole e alimentari valorizzando materie prime siciliane (con priorità per quelle a marchio Dop e Igp e per quelle a rischio di spreco). “È evidente che i ristoratori non possono più aspettare – dice Sergio Tancredi -. Un risarcimento per le chiusure va dato. Istituire un fondo da 30 milioni potrebbe evitare il tracollo delle imprese e per questo puntiamo a far inserire la misura direttamente nella Finanziaria. Ma le difficoltà della Regione siciliana sono note e quindi non possiamo ancora conoscere i tempi. È ovvio che è dal governo nazionale che devono arrivare gli aiuti principali”.
Le difficoltà finanziarie della Regione siciliana, volute da Roma, complicano tutto
Il riferimento è alla manovra economica e finanziaria 2021 che il Parlamento siciliano ha iniziato a discutere in questi giorni e che dovrebbe essere approvata entro la fine del mese. Ma se la Regione è in difficoltà a causa di un accordo-capestro che il passato Governo Conte bis ha imposto alla Sicilia, dove dovrebbe trovarli questi 30 milioni di euro? “È lo Stato che deve garantire il sostegno per le spese, penso ad esempio a costi per utenze, affitti e mutui – duce Angela Foti, prima firmataria del disegno di legge sui ristori -. La Regione siciliana può contribuire alla ripartenza e il disegno di legge è uno strumento utile in questa direzione. Se questa proposta viene accolta dal Governo regionale e si usa la via amministrativa, ad esempio lo strumento della delibera di Giunta, questo incentivo alla ripartenza potrà arrivare più velocemente. Noi presenteremo anche un ordine del giorno all’Ars per sollecitare l’approvazione della misura”. I rappresentanti dell’associazione Mio Italia sono anche stati ospiti della trasmissione su facebook WebInArs che ha approfondito le questioni relative alla crisi.
Foto tratta da Partanna notizie in tempo reale
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