Governo Draghi: Salvini è un ‘prigioniero politico’, mentre Di Battista…/ SERALE

5 febbraio 2021
  • Se la Lega non andrà con Draghi, Salvini avrà contro Lombardia e Veneto; se entrerà nel Governo la Lega si sputtanerà e Giorgia Meloni gli leverà un sacco di voti 
  • Tranquilli amici del Sud della Sicilia: con Draghi, come ai tempi della banche meridionali, siamo comunque fregati 
  • Movimento 5 Stelle unito nell’appoggio al Governo Draghi? Manco per sogno!
  • Se Grillo – magari con la solita sceneggiata della piattaforma Rousseau – opterà per il Governo la scissione potrebbe essere matematica

Se la Lega non andrà con Draghi, Salvini avrà contro Lombardia e Veneto; se entrerà nel Governo la Lega si sputtanerà e Giorgia Meloni gli leverà un sacco di voti 

Che vi dobbiamo raccontare? Che tutta la grande informazione italiana (proprio grande…) dà per scontato che Mario Draghi varerà il suo Governo. Noi, invece, non solo restiamo dell’opinione che il Governo Draghi – ammesso che veda la luce – sarà comunque un ‘Governo balneare’, ma siamo anche convinti che il ‘parto’ non sarà facile. La parte più divertente della tragicomica politica-politicante italiana – almeno a noi diverte di più – in questo momento, è rappresentata dalla Lega di Matteo Salvini. Il PUD – il Partito Unico del Nord – ha dato ordine alla Lega di entrare subito nel Governo Draghi per arraffare non meno dell’80% dei fondi del Recovery (altro che Sud e Sicilia!). Ma Salvini è in grandissima difficoltà. A parte il leghista-economista Claudio Borghi, che dopo aver pontificato per anni contro l’Unione europea, se la Lega entrerà nel Governo con Draghi, non potrà più farsi vedere in giro, ciò che preoccupa la Lega è Giorgia Meloni, ‘capa’ di Fratelli d’Italia, che di entrare nel Governo Draghi non ne vuole sapere manco a brodo! Il timore di Salvini – assolutamente legittimo – è che, restando all’opposizione, la Meloni toglierà alla Lega almeno il 10 per cento di voti ‘mansi’ diventando il primo partito in Italia!

Tranquilli amici del Sud e della Sicilia: con Draghi, come ai tempi della banche meridionali, siamo comunque fregati 

E’ finito in trappola, Salvini. Se non entrerà nel Governo i leghisti lombardi e veneti, che insieme con il resto del Nord si debbono ‘ammuccare’, come già accennato, non meno dell’80% del Recovery Fund, alla faccia del Sud, se lo ‘sbrananeranno’. Se entrerà nel Governo Giorgia gli ‘soffierà’ i voti. Per non parlare di quello che succederà nel Sud quando, una volta fatto il Governo, Draghi dovrà scoprire le carte per dare i soldi del Recovery al Nord e le promesse e le chiacchiere al Sud. Insomma, tutta la fatica che Salvini ha profuso per radicare la Lega nel Sud e in Sicilia finirà alle ortiche e lo sputtanamento della Lega nel Sud e in Sicilia sarà totale!

Movimento 5 Stelle unito nell’appoggio al Governo Draghi? Manco per sogno!

Anche sul fronte Movimento 5 Stelle noi non diamo la ‘lettura’ che danno tanti altri organi di informazione. I quali motivano il viaggio di Beppe Grillo a Roma per fare da “scudo” al Movimento nella trattativa con Draghi. A noi questa sembra una balla colossale. La verità è che Grillo si è catapultato a Roma per cercare di tenere in piedi la sempre più traballante alleanza tra PD e Movimento 5 Stelle. Noi, oltre a leggere gli altri organi di informazione, seguiamo anche i post su Facebook di Alessandro Di Battista – che rappresenta l’anima critica del Movimento – e li riprendiamo. Ecco, a noi non sembra che Grillo abbia convinto Di Battista ad appoggiare il Governo Draghi: al contrario, noi abbiamo la sensazione che Di Battista, invece, abbia convinto tanti parlamentari del Movimento 5 Stelle a non appoggiare il Governo Draghi e a tenersi pronti per la scissione nel momento in cui i vari Grillo, Di Maio e altri grillini governativi diranno sì a Draghi.

Se Grillo – magari con la solita sceneggiata della piattaforma Rousseau – opterà per il Governo la scissione potrebbe essere matematica

Perché siamo conviti di questo? Perché Grillo, Di Maio e i poltronisti, guarda caso, hanno rispolverato la piattaforma Rousseau, una congrega di quattro gatti che viene usata per avallare le scelte dei poltronisti. Lo spartito dovrebbe essere il seguente: Grillo, Di Maio e i poltronisti vanno a trattare con Draghi (che è già ‘allatinato’); all’uscita diranno ai giornalisti che hanno ascoltato Draghi, ma che a decidere sarà la piattaforma Rousseau; quest’ultima, interpellata, dirà che sì, è giusto ‘impapocchiarsi’ con Draghi. E Di Battista – pensano – dovrebbe essere sistemato. Gli riuscirà? Secondo noi, manco per sogno! A nostro avviso, la scissione, questa volta ci potrebbe essere comunque, ma non sappiamo se prima o dopo la ‘recita’ della piattaforma Rousseau. Perché siamo convinti di questo? Perché l’entrata dei grillini nel Governo Draghi sarebbe la tomba del Movimento e sarebbe, anche, un colpo mortale per il neo partito di Giuseppe Conte e un grande assist al PD. Uscendo dal Movimento e lasciando Grillo e i governativi nel Governo, Di Battista e i parlamentari che lo seguiranno avranno la possibilità di giocarsi la propria partita, rilanciando un nuovo soggetto politico – da soli o con qualche possibile alleato – che godrebbe di grande credibilità presso gli elettori. Noi almeno la vediamo così. A nostro avviso, infatti, la spaccatura, dentro il Movimento 5 Stelle c’è già da un pezzo e l’uscita dal Movimento dell’eurodeputato Ignazio Corrao – da sempre molto vicino a Di Battista – non è un fatto casuale. “La scure è ai piedi dell’albero, l’albero cadrà” (Palmiro Togliatti).

Foto tratta da Notizie Virgilio.it

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