Accorpare le società del Comune di Palermo. Motivo: risparmiare. E il Consiglio comunale?

5 febbraio 2021
  • Desta perplessità l’accorpamento delle società che fanno capo al Comune di Palermo
  • Le condizioni di Cgil, Cisl e Uil: “Coinvolgere le persone che vi lavorano”
  • Sabrina Figuccia: “La competenza non è del sindaco, ma del Consiglio comunale”

Desta perplessità l’accorpamento delle società che fanno capo al Comune di Palermo

I soldi al Comune di Palermo scarseggiano e stanno arrivando tempi ancora più brutti. Fatti salvi gli stipendi dei dipendenti comunali che non possono essere toccati, rilevato la pressione fiscale comunale è ormai alle stelle, non rimane che andare ad incidere sulle società controllate. Come? Tre strade: o riducendo le retribuzioni dei dipendenti (cosa in parte fatta, almeno per alcune società), o licenziare i dipendenti (cosa che scatenerebbe un pandemonio sociale), o rimescolando le carte, ovvero fondendo le società del Comune per pagare, con gli utili di alcune società i ‘buchi’ delle altre società. Ed è quello che sta facendo il Comune. Funzionerà? Non sarebbe più logico ridurre gli sprechi, che sono ancora tanti?

Le condizioni di Cgil, Cisl e Uil: “Coinvolgere le persone che vi lavorano”

“La questione dell’accorpamento delle partecipate – dicono il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana e Ignazio Baudo per la Uil Palermo – non può essere affrontata senza un confronto con i lavoratori. Un tema così complesso e delicato, che coinvolge migliaia di lavoratori, deve essere discusso innanzitutto con i dipendenti, con le persone, con i cittadini, che ogni giorno prestano servizio in queste aziende. Per questo motivo, a dicembre, quando sono stati annunciati i tagli alle partecipate, avevamo chiesto di essere convocati dall’amministrazione comunale. E oggi per lo stesso motivo riteniamo che scelte del genere non possano essere prese senza un approfondimento con i lavoratori e quindi con le organizzazioni sindacali e senza un chiaro ed esplicito piano industriale di riferimento. Pochi giorni fa – aggiungono Mario Ridulfo, Leonardo La Piana e Ignazio Baudo – abbiamo ribadito al prefetto che intorno alla vicenda delle partecipate, che stanno vivendo un momento di grande criticità, occorre massima attenzione anche perché il tema coinvolge, oltre alle società e ai lavoratori, anche la qualità dei servizi essenziali per i cittadini. Cgil, Cisl, Uil hanno deciso di convocare una riunione in videoconferenza, con le federazioni sindacali di tutte le categorie sindacali interessate, per affrontare l’argomento. Indipendentemente dalla proposta, non si può prendere una decisione in merito al futuro delle partecipate comunali senza il coinvolgimento delle persone che vi lavorano. Quest’idea, di un accorpamento dei capitali societari in un’unica holding in cui far confluire Rap, Reset, Amg Energia, Amat, Sispi, Amap, ritorna a distanza di tempo – continuano i tre rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil – Non è la prima volta che, soprattutto in coincidenza dei momenti di crisi e di difficoltà delle società partecipate, sentiamo parlare di questa ipotesi di razionalizzazione. Qualsiasi azione per intervenire sui riassetti delle aziende, ai fini del miglioramento del servizio al pubblico erogato ai cittadini, non potrà prescindere da un confronto ampio con i lavoratori”.

Sabrina Figuccia: “La competenza non è del sindaco, ma del Consiglio comunale”

Molti critica la consigliera comunale della Lega, Sabrina Figuccia, che non risparmia critiche al sindaco della città, Leoluca Orlando: “Come un mago un po’ suonato dal tempo che passa, il sindaco Orlando ha tirato fuori dal suo cappello la peregrina idea di accorpare tutte le aziende comunali, esclusa, bontà sua, l’Amap, in un’unica holding. E’ l’ennesima dimostrazione che ormai il nostro primo cittadino vive in un mondo tutto suo, fuori dal tempo e con un concetto della politica ancorato alla prima Repubblica. In un mondo che va verso la super specializzazione, dove vengono valorizzate competenze sempre più specifiche, Orlando pensa invece ad una sorta di minestrone indifferenziato, forse nel tentativo disperato di allungare il brodo per annacquarlo completamente. E’ sotto gli occhi di tutti che alcune partecipate (Rap in primis) stanno vivendo periodi terribili, ma problemi cronici non possono essere risolti distribuendoli anche alle altre. La verità è che si deve cercare piuttosto un modello funzionale e concreto che non coincida con quello anacronistico ideato negli anni ‘70 da un sistema da prima Repubblica. Occorre, invece, una struttura che sia capace di mettere al centro la produttività e i nuovi sistemi tecnologici. Non è certo risparmiando qualche stipendio (a proposito, quando costerebbero i vertici di quest’holding?) che si può pensare, a mo’ di bacchetta magica, di risolvere le enormi criticità che si sono accumulate ed ingrandite nel corso di questi ultimi anni. E, un ultimo particolare che forse il sindaco trascura: non lo sa che l’intera materia è competenza del Consiglio comunale?”.

Sulla vicenda intervengono anche i consiglieri comunali di Forza Italia, Marianna Caronia, Giulio Tantillo, Andrea Mineo, Roberta Cancilla e Fabrizio Ferrara: “Abbiamo appreso, solo tramite la pubblicazione di una delibera di Giunta, che il Sindaco ha dato mandato al Direttore Generale di ‘avviare gli atti prodromici ed istruttori alla costituzione di una Holding’ che accorpi in un unico soggetto giuridico la RAP, la RESET, la SISPI, l’AMG e l’AMAT. Al di là delle considerazioni di merito sul contenuto di tale direttiva, che lascia ampie perplessità circa la scelta delle specifiche azienda includere e non includere nel preannunciato percorso, siamo molto perplessi dai tempi e dalle modalità. Fermo restando che spettano al Consiglio comunale decisioni di tale portata per l’assetto organizzativo della ‘macchina’ comunale nel suo complesso e per la qualità e tipologia dei servizi resi ai cittadini, crediamo che già prima di dare questo ‘mandato’ al Direttore Generale, il Sindaco e la Giunta avrebbero dovuto affrontare la discussione con l’Organo consiliare. Una discussione dalla quale certamente potrebbero venire, e verranno al momento opportuno, utili indicazioni, indirizzi e decisioni per la vita delle aziende. Aziende il cui generale stato di difficoltà non può essere risolto con provvedimenti frettolosi, né tantomeno privi di un ragionamento politico di prospettiva sui servizi per la città”.

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