La mafia nigeriana e il crack, Nino Rocca: “A Palermo è diventata un’emergenza sociale tra i ragazzi”

5 febbraio 2021
  • I quartieri di Palermo dove il crack è diffuso: Ballarò, Borgo Vecchio, Sperone
  • “E’ assolutamente necessario porre la dovuta attenzione a questo fenomeno in piena diffusione”
  • Nino Rocca, una vita in difesa degli ultimi di Palermo lancia l’allarme crack
  • Si diffonde tra i giovani per il basso costo: 5 massimo 10 euro a dose
  • Un’alleanza non codificata tra mafia siciliana e mafia nigeriana
  • Il ruolo di scuola, servizi sanitari e servizi sociali

“E’ assolutamente necessario porre la dovuta attenzione a questo fenomeno in piena diffusione”

“A Palermo il crack tra i giovani rischia di diventare un’emergenza sociale. Vorrei lanciare un appello al mondo della scuola, al mondo della sanità e ai servizi sociali. E’ assolutamente necessario porre la dovuta attenzione a questo fenomeno in piena diffusione. La repressione, da sola, non basta. Ricordo che gli interessi che ruotano attorno alla diffusione del crack a Palermo sono notevoli: dietro ci sono la mafia nigeriana e la mafia siciliana”.

Nino Rocca, una vita in difesa degli ultimi di Palermo lancia l’allarme crack

A parlare è Nino Rocca, figura storica, a Palermo, nel campo delle attività sociali. Noi lo conosciamo dai primi anni ’80 del secolo passato. In città si è sempre occupato degli ultimi. Grande in suo impegno in favore dei senza casa della città. Sempre in prima fila quando nel capoluogo della nostra Isola i poveri – perché di questo si tratta – vengono sfrattati dalle abitazioni che hanno occupato abusivamente perché nessuna autorità si occupa di loro. Due anni fa lo abbiamo intervistato a proposito delle ragazze nigeriane che vengono fatte prostituire con tanto di riti Vudù: altro argomento che Nino Rocca segue da anni. E’ di queste ore l’operazione “Showdown”, grazie alla quale gli investigatori sono riusciti a dimostrare l’esistenza, a Palermo, dell’associazione mafiosa Viking. In pratica, è un duro colpo che le autorità – con in testa il gruppo di magistrati della Direzione distrettuale antimafia coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca – hanno assestato alla mafia nigeriana. E siccome Nino Rocca conosce molto bene questo mondo, lo abbiamo rintracciato. Così ci ha raccontato che la vera emergenza, oggi – con riferimento alla mafia nigeriana – è il crack, abbinato alla prostituzione.

Si diffonde tra i giovani per il basso costo: 5 massimo 10 euro a dose

“Il crack – ci dice – a Palermo sta dilagando. E’ questo è dovuto alle sue caratteristiche. A differenza della cocaina, che ha un certo costo, una dose di crack la si può acquistare con cinque, al massimo 10 euro. E’ un prezzo che invoglia tanti ragazzi. Da qui la sua diffusione in città tra le giovani generazioni. Lancio l’allarme perché il crack dà subito dipendenza e provoca effetti devastanti”. Per la cronaca, il crack viene ricavato dalla lavorazione della cocaina. In genere, si assume inalando il fumo dopo aver surriscaldato i cristalli in apposite pipe di vetro. C’è anche chi utilizza bottiglie di plastica modificate oppure lattine. All’inizio questa sostanza stupefacente è stata concepita per i cocainomani cronici con i tessuti nasali distrutti dalla stessa cocaina. Una modalità, alla fine, per consentire ai cocainomani di continuare a drogarsi. Come giustamente dice Nino Rocca, il crack è una sostanza stupefacente altamente pericolosa perché induce in tempi brevi elevata dipendenza e rapida assuefazione psicologica e fisica. Costa poco e ha una diffusione trasversale: insomma, arriva potenzialmente a tutti. “Inoltre – leggiamo su Wikipedia – è in grado di aumentare gli istinti violenti e alterare i principali centri di controllo del sistema nervoso centrale. Spesso porta all’alienazione sociale o a forme di psicosi”.

Un’alleanza non codificata tra mafia siciliana e mafia nigeriana

“I quartieri di Palermo dove il crack è molto diffuso – ci dice sempre Nino Rocca – sono Ballarò, il Borgo Vecchio e lo Sperone. In quest’ultimo – parlo del quartiere Sperone – ci sono edifici abbandonati che sono diventati zone di ritrovo per chi vende e per chi acquista il crack. Anche se il baricentro resta Ballarò”. Chiediamo a Rocca che tipo di alleanza c’è tra la mafia nigeriana e la mafia locale. “E’ un’alleanza non codificata – ci risponde -: un’alleanza di fatto. Da quello che si dice in giro, a Palermo ci sarebbero anche laboratori per la produzione di crack”. Chiediamo se la pandemia di COVID ha ridotto la vendita e il consumo di crack: “No – ci risponde Nino Rocca – la situazione non è cambiata. Anzi, come ho già detto, il consumo di questa droga, a Palermo, è in espansione. Il via vai di giorno e di notte è continuo”.

Il ruolo di scuola, servizi sanitari e servizi sociali

Nino Rocca ci racconta che lui ha seguito e segue giovani che sono finiti nel giro del crack. Ci racconta il dolore per una ragazza che è morta. “La dipendenza – spiega – arriva dopo pochissimo tempo. E i ragazzi diventano irriconoscibili. Per le ragazze è un doppio dramma, perché finiscono per diventare ostaggio dei trafficanti, che le avviano alla prostituzione”. Che fare? “A mio avviso – dice sempre Nino Rocca – la scuola, i servizi sanitari e i servizi sociali della città debbono iniziare a dialogare. Fino ad oggi sono andati ognuno per proprio conto. Monadi senza finestre, insomma. Così non va. Penso soprattutto alla scuola, che deve essere molto più presente. A marzo è stato promosso un incontro. Il mio auspicio è che si metta in campo una strategia per fronteggiare questa emergenza”.

 

 

 

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