- Ormai i Comuni siciliani privi di sportelli bancari sono più di 100. Una vergogna!
- E gli appelli dell’Ars e dell’Anci siciliana? Né contano, né passano
- Carmelo Raffa: “Così facendo le banche tolgono un servizio oggi essenziale, penalizzando soprattutto gli anziani”
- Che può fare la Sicilia? Nulla. Perché le banche che operano dalle nostre parti sono quasi tutte del Nord e sono protette dalla Banca d’Italia
Ormai i Comuni siciliani privi di sportelli bancari sono più di 100. Una vergogna!
“Sulla chiusura degli sportelli bancari in Sicilia intervenga la Magistratura”. E’ durissima la presa di posizione della FABI, il sindacato dei lavoratori bancari con il più alto numero di iscritti nella nostra Isola. Non è la prima volta che l’organizzazione sindacale prende posizione su una delle tante vergogne che vanno in scena nel colonialista e antimeridionale sistema bancario italiano. Tanti appelli, tante denunce, ma il mondo della banche che opera in Sicilia – composto per il 90% e forse più di banche del Nord Italia, grazie alla Banca d’Italia, in assoluto una delle istituzioni più antimeridionali della storia d’Italia (forse la parola ‘istituzione’ è ormai sbagliata, visto che la Banca d’Italia è privata, controllata, ovviamente, dal Nord Italia) – continua a tirare dritto per la propria strada. Così, infatti, la Sicilia per le banche del Nord Italia? Una Regione di ‘terroni’ dove andare a prendere la ‘raccolta’ (leggere i risparmi dei siciliani) per poi andare ad effettuare gli ‘impieghi’ (leggere l’erogazione del credito) nel Nord Italia. Non prima di aver fatto ‘ingrassare’ i banchieri, mai ‘Paperoni’ come negli ultimi anni. Questa è stata la linea della Banca d’Italia da Carlo Azeglio Ciampi in poi: e, da allora, non è mai cambiata!
E gli appelli dell’Ars e dell’Anci siciliana? Né contano, né passano
E continua fino ad oggi. Dice in un comunicato il leader storico della FABI siciliana, Carmelo Raffa: “In Sicilia troppi piccoli Comuni sono rimasti senza sportelli bancari, nonostante le attività degli istituti di credito siano considerate servizi pubblici essenziali”. Raffa ricorda “le proteste di cittadini siciliani e di importanti Istituzioni regionali, quali Ars e Anci”. Ma nonostante le prese di posizione “le banche hanno continuato e continuano a chiudere le proprie filiali nei piccoli Comuni creando difficoltà a persone anziane e più deboli”. La dimostrazione – questo Raffa non lo dice, ma lo diciamo noi – che il Parlamento siciliano e l’Associazione nazionale dei Comuni italiani della nostra Isola, nell’interlocuzione con le banche, non contano assolutamente nulla.
Carmelo Raffa: “Così facendo le banche tolgono un servizio oggi essenziale, penalizzando soprattutto gli anziani”
“Spesso – aggiunge Raffa – le banche utilizzano il processo di digitalizzazione in atto come giustificazione alla chiusura degli sportelli, senza però considerare che molte persone, specie le più anziane, non sono in grado di utilizzare i sistemi tecnologici. Chiudere gli sportelli nelle zone più disagiate del Paese e della Sicilia in particolare significa far venir meno il diritto di godimento della persona, in violazione delle disposizioni contenute nella legge 146 del 1990. Auspico che sulla questione – conclude Carmelo Raffa – intervengano i magistrati, al fine di constatare la correttezza o meno di certe procedure”.
Che può fare la Sicilia? Nulla. Perché le banche che operano dalle nostre parti sono quasi tutte del Nord e sono protette dalla Banca d’Italia
Come già accennato, non è la prima volta che la FABI siciliana denuncia la chiusura degli sportelli bancari della Sicilia. Lo ha fatto nell’Agosto del 2019: “In 89 Comuni siciliani niente banche e niente Uffici postali. E i cittadini, in testa i pensionati?“. Poi nell’Ottobre del 2019. E, ancora, nel Settembre del 2019: “Smantellamento sportelli bancari in Sicilia: il Governo regionale ha qualcosa da dire?“. Argomento affrontato anche nel Febbraio del 2020, quando UniCredit ha annunciato la chiusura di 450 sportelli bancari in tutta il territorio nazionale, di cui 57 in Sicilia. L’ultimo intervento di Raffa è di circa un mese fa: “Basta con la chiusura degli sportelli bancari in Sicilia”. Ma il mondo ‘nordista’ delle banche italiane fa finta di non capire. E perché dovrebbe se il Governo nazionale di Giuseppe Conte fa di tutto per agevolare i pagamenti elettronici? Lo scenario è il seguente, insomma: i siciliani continuano ad utilizzare le banche del Nord Italia (anche perché, in tantissimi Comuni siciliani ci sono solo queste: o bere o affogare); il Governo nazionale le sostiene; la classe politica della Sicilia non ha l’autorevolezza né di interloquire con i banchieri del Nord Italia, né di dare vita a un sistema di credito alternativo. Che verrebbe comunque bloccato dalla Banca d’Italia che ormai, con l’avvento della Banca Centrale Europea – altra congrega di abusivi che, da privati, sotto la regia della Germania, controlla il sistema bancario di 27 Paesi europei – effettua qualche controllo sulle banche del Nord (senza ‘esagerare’…) e vessa il Sud. Che fare? Volendo essere proprio moderati alla Sicilia serve una rivoluzione… In attesa della rivoluzione torniamo ad invitare i Siciliani a non votare più per i partiti politici nazionali.
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