Foro Italico di Palermo: la ‘strage’ di alberi c’è stata, ma nel futuro si spera che non sarà più così

30 gennaio 2021
  • L’assalto agli alberi di tante città del mondo. E Palermo, purtroppo, rientra tra queste: il caso degli alberi del Foro Italico
  • La lettera di Maria Gabriella Pucci all’avvocato Pezzino Rao (lettera sottoscritta da alcune Associazioni) 
  • La disponibilità manifestata dall’Autorità Portuale di Palermo
  • I danni provocati agli alberi da interventi sbagliati con i pareri di due esperti di notorietà internazionale
  • Con l’asporto di rami e foglie si sottrae energia all’albero che, indebolito, sarà più vulnerabile a parassiti e malattie fungine
  • Dal Regolamento Comunale del 16-10-2008

L’assalto agli alberi di tante città del mondo. E Palermo, purtroppo, rientra tra queste: il caso degli alberi del Foro Italico

Ormai da qualche anno, in tante città del mondo, si assiste a un sistematico attacco agli alberi. A quanto pare questi abbattimenti vengono effettuati perché gli alberi cittadini intralciano la contestatissima tecnologia 5 G. In Italia con gli abbattimenti degli alberi non si scherza, a quanto pare sempre per fare posto alle antenne del 5 G. E a Palermo? Non ne parliamo: un migliaia di alberi abbattuti per realizzare gli attuali 15 Km di Tram: un Tram frequentato pochissimo dai passeggeri che costa, però, tantissimo alle ‘casse’ del Comune. Ma a Palermo gli alberi si potano e si abbattono a ritmo continuo. Si I Nuovi Vespri trotate decine e decine di articoli che raccontano l’abbattimento e la potatura di alberi. In questi giorni, a potare alberi, oltre al Comune, si sta cimentando anche l’Autorità Portuale. E proprio su queste potature non sono mancate polemiche. Anche se, come vedremo, il presidente dell’Autorità Portuale, Pasqualino Monti, ha manifestato grande disponibilità per i prossimi interventi sugli alberi che ricadono nell’area portuale di Palermo. Nulla si potrà fare, invece, per gli alberi del Foro Italico, che sono stati, come dire?, un po’ massacrati!

La lettera di Maria Gabriella Pucci all’avvocato Pezzino Rao (lettera sottoscritta da alcune Associazioni) 

Vediamo cosa è successo, cosa sta succedendo e cosa succederà nel futuro. Le cronache registrano una lettera che Maria Gabriella Pucci, da anni impegnata nella salvaguardia dell’ambiente a Palermo, ha inviato all’avvocato Pezzino Rao, presidente del ‘Comitato per la Rinascita della Costa e del Mare’. Per la cronaca, anche l’avvocato Pezzino Rao è una persona che, da anni, si batte per la tutela della città. La lettera di Maria Gabriella Pucci – che è stata sottoscritta da alcune Associazioni (WWF, Lipu, Associazione Comitati Civici di Palermo e altre ancora) – è stata inviata dall’avvocato Pezzino Rao al presidente dell’Autorità Portuale Monti, che, come già ricordato, ha dimostrato grande disponibilità per gli interventi futuri.

La disponibilità manifestata dall’Autorità Portuale di Palermo

La lettera è importante perché non vale solo per gli interventi sugli alberi che ricadono nell’area portuale, ma per gli alberi di tutta la città di Palermo, che negli ultimi anni sono stati decimati per ragioni non sempre chiare. “Noi che sottoscriviamo questa lettera – scrive Maria Gabriella Pucci – siamo coloro che hanno creduto nella Sua proposta di riqualificazione della Costa di Levante (il riferimento è all’avvocato Pezzino Rao ndr) e soprattutto in quel tratto che riguarda il Centro storico e che è quindi il biglietto di visita della nostra città quando vi è rivolto l’occhio del cittadino, visitatore o turista che sia. Noi siamo coloro che questo progetto, portato avanti dal Presidente Dott. Pasqualino Monti, abbiamo sostenuto raccogliendo l’adesione di migliaia di cittadini, progetto illuminato, che il Presidente ha portato avanti egregiamente e al quale va, come abbiamo già più volte manifestato, il nostro vivo apprezzamento ravvisando nel suo impegno una speranza che, data l’inerzia degli anni precedenti, ritenevamo spenta. Oggi però siamo qui a temere che il tanto impegno del Dott. Monti e Suo, Egregio Avvocato, venga offuscato da interventi inopportuni che danneggiano lo storico ambiente e il paesaggio recuperato. Ci riferiamo alle distruttive potature in atto sulle alberature (Ficus microcarpa) del giardino a mare del Foro Italico. Interventi che abbiamo già segnalato spinti all’indignazione di numerosi aderenti al nostro Comitato ma senza ottenerne la sospensione richiesta”. Ribadiamo ancora una volta che il presidente dell’Autorità portuale ha accolto le richieste formulate nella lettera.

I danni provocati agli alberi da interventi sbagliati con i pareri di due esperti di notorietà internazionale

Se riportiamo una lettera già superata dagli eventi relativi all’area portuale è perché la riteniamo molto interessante dal punto di vista ambientalistico e scientifico. E, quindi, vale anche per gli interventi futuri sugli alberi di tutta la città di Palermo. “Da tempo – leggiamo sempre nella lettera – in questa città le associazioni ambientaliste lamentano la mancanza di professionalità nella cura dei giardini pubblici e soprattutto il massacro sistematico con le potature sul verde cittadino. Alberi e cespugli che, in seguito all’eliminazione di rami e fogliame, spesso, dopo qualche tempo, si ammalano, da cui ne consegue l’abbattimento, o comunque, perdendo la maggior parte di rami e foglie, perdono le loro precipue funzioni. Quando un albero infatti viene privato di buona parte o di tutta la sua chioma mancherà alla sua funzione di cattura della CO2 (anidride carbonica) e alla funzione ossigenante, alla funzione di filtro per le polveri e i metalli pesanti, alla funzione climatizzante, a quella di filtro per l’inquinamento acustico (Prof. A. Chiusoli, paesaggista e massimo esperto italiano in materia di verde urbano). Inoltre, un albero con la chioma impoverita non assolverà più alla sua funzione ornamentale, né a quella psicologico-ricreativa ( Prof. Terry Hartig Università di Uppsala). Molti altri esperti a livello mondiale condannano le potature di gran parte dei rami di un albero come quelle rappresentate nelle foto allegate.

I danni provocati dalle potature drastiche ogni tre-quattro anni

E da CONALPA (Coord. Naz. Alberi e Paesaggio): “Una potatura drastica obbliga interventi analoghi ogni 3-4 anni per reprimere la vigorosa e innaturale crescita dell’albero, peggiorando sempre di più la situazione. Alla fine ci si ritrova con alberature seriamente compromesse che non hanno più la capacità di produrre servizi ecosistemici e che dovranno essere sostituite con nuovi esemplari con un costo molto alto per le amministrazioni. Una potatura corretta che non va a snaturare la forma dell’albero è molto meno costosa perché la pianta ogni anno avrà bisogno solo di una ordinaria manutenzione con piccoli interventi di miglioramento e valorizzazione.
L’eliminazione di tutte le ramificazioni di un albero non permetterà agli uccelli di creare dei nidi o di trovarvi riparo durante la notte. L’albero, in pratica, viene a perdere anche la sua funzione fondamentale di ecosistema”.

Con l’asporto di rami e foglie si sottrae energia all’albero che, indebolito, sarà più vulnerabile a parassiti e malattie fungine

“Talvolta anche i mitici cosiddetti ‘tagli di ritorno’ sono in realtà capitozzi, malcelati certo, ma sempre tagli intranodali che provocano risposte fisiologiche innaturali negli alberi”,  dice il Dott. Daniele Zanzi agronomo esperto a livello internazionale e fondatore dell’ISA ( Int.Soc. Arboriculture) italiana. Infatti ogni potatura operata su un grosso ramo provoca l’emissione di rami nuovi più fragili quindi più esposti alle sollecitazioni del vento e alla conseguente rottura. Non solo. Con l’asporto di rami e foglie si sottrae energia all’albero che indebolito sarà più vulnerabile a parassiti e malattie fungine che in seguito potranno giustificarne l’eliminazione. Inoltre la potatura di grosse branche altera l’architettura naturale dei rami che risponde al criterio di utilizzazione della luce e al portamento armonico della pianta, portamento naturale che ne determina la salute, la stabilità e la bellezza. Quando ad un albero come il Ficus microcarpa, che per suo portamento naturale tende a d assumere la forma che ricade su se stessa, vengono asportati i rami più bassi questa è un’alterazione a svantaggio del suo portamento naturale. I principi base che sopra abbiamo riportato sono ugualmente affermati proprio nel Regolamento Comunale della nostra città come di seguito riportato.

Dal Regolamento Comunale del 16-10-2008

Titolo 1 –art 1
La vegetazione come componente fondamentale del paesaggio riveste un ruolo di vitale importanza in quanto esplica dierse funzioni: culturale, sanitaria, ecologica, igienica, ricreativa, sociale ed economica…il presente regolamento promuove le diverse funzioni che il verde assolve…
TitoloIV –art. 10
Le manutenzioni riguardano la conservazione in uno stato ottimale delle piante…nonché la conservazione della loro valenza ornamentale.
TitoloVI—art.30
La potatura deve essere limitata alla sola rimozione delle porzioni di chioma secche o di quelle lesionate o alterate da attacchi parassitari… che possono pregiudicare la salute della pianta e/o la sua stabilità ovvero a quelle strettamente necessarie, essendo l’obiettivo fondamentale della potatura quello di mantenere piante sane, piacevoli alla vista e soprattutto con il massimo sviluppo della chioma compatibile con l’ambiente circostante in modo da fruire appieno degli effetti benefici della stessa… la potatura di mantenimento consiste nell’eliminazione dei rami e branche morte, malate o deperienti… la potatura di contenimento consiste nella contemporanea riduzione del volume della chioma avendo cura di mantenere la chioma dell’albero nella forma più naturale possibile.
Art-31
Per alberi di interesse culturale, storico e paesaggistico, sarà vincolante il parere della Soprintendenza.
Art.-32 La città si pone l’obiettivo di riuscire a potare le alberature urbane in funzione della specie, dell’età e delle condizioni fito-sanitarie onde evitare resezione di grossi rami e favorire una migliore cicatrizzazione delle superfici di taglio, limitando l’ingresso di parassiti fungini responsabili delle carie del legno. Le potature drastiche effettuate in passato, quando non erano disponibili i mezzi odierni e le conoscenze tecnico-scientifiche attuali, hanno accelerato nel tempo la diffusione di processi di degrado del legno interno con rischi di perdita di stabilità in numerosi soggetti. Questi fenomeni sono stati studiati con molta attenzione negli ultimi 5 anni, con la crescita di sensibilità nei confronti del bene ambiente per cui oggi si interviene con una serie di strumenti e di precauzioni che ne consentono una più accurata gestione.

Le conclusioni

Concludiamo chiedendoci dov’è finita la saggezza e la competenza espressa nel nostro Regolamento Comunale nonché dagli esperti citati. Vorremmo che sia l’Autorità Portuale, alla quale La preghiamo di fare presente il nostro rammarico, che l’Amministrazione Comunale che interviene regolarmente sulle potature della nostra città tenessero conto di quanto sopra esposto dopo aver visionato le foto che mandiamo in allegato.

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