L’Italia dei Savoia cercava in Africa e in Sudamerica un luogo dove internare e far sparire i ‘terroni’ che si ribellavano ai piemontesi

27 gennaio 2021
  • Sapevano che, prima o poi, sarebbe venuta fuori la storia del lager di Fenestrelle e volevano deportare i cafoni ribelli del Sud
  • La verità che emerge dal carteggio dell’archivio storico della Farnesina

Sapevano che, prima o poi, sarebbe venuta fuori la storia del lager di Fenestrelle e volevano deportare i cafoni ribelli del Sud

In questa ‘scheggia di storia’ dell’Italia post ‘presunta’ unificazione si conferma un’amara verità: i criminali piemontesi cercavano un luogo dove spedire migliaia e migliaia di cittadini dell’ex Regno delle Due Sicilia che si rifiutavano di sottomettersi a casa Savoia. Avevano già a disposizione la fortezza di Fenestrelle, dove scannavano e facevano sparire centinaia di ‘terroni’, ma volevano un posto più sicuro, perché temevano che un giorno qualcuno avrebbe scoperto gli eccidi di Fenestrelle. Così cercavano un luogo fuori dall’Italia dove imprigionare e scannare i meridionali ribelli: e lo cercavano in Africa, in Sudamerica e dove capitava. Su Fenestrelle sono stati sputtanati, anche se una certa Italia continua a negare l’evidenza. Ricordiamoci che l’Italia di oggi, con il solito Nord che cerca di scippare al Sud le risorse del Recovery e i fondi europei dell’agricoltura è figlia dell’Italia post ‘presunta’ unificazione che cercava luoghi dove internare e scannare i meridionali che si ribellavano all’invasione piemontese del Sud! 

La verità che emerge dal carteggio dell’archivio storico della Farnesina

“L’obiettivo vero di Fenestrelle pertanto non era la reclusione ma l’eliminazione dei detenuti, o la loro deportazione fuori dal territorio nazionale. Si spiega così il carteggio, emerso dall’Archivio storico della Farnesina (v. Documenti Diplomatici Italiani) tra i vari ministri del tempo, Menabrea (1868), Visconti Venosta (1872) e Cadorna (1873) con i ministri inglesi Bartle Frere prima ed il conte Granville poi, nonché con il Console generale a Tunisi Luigi Pinna, per la concessione di una colonia penitenziaria da costruire nelle desolate lande del Borneo, dello Yemen o del Sahara, atta a trasferirvi i “briganti”. Sul Borneo poi, il governo italiano insisterà a più riprese, tramite il coinvolgimento del Ministero della Regia Marina (v. Ufficio Storico Marina Militare), ma senza successo. A causa dei numerosi rifiuti per altri luoghi richiesti, tra i quali perfino quello del Governo argentino, contattato dal Ministro Della Croce, per un sito in Patagonia, o quello del Portogallo (il cui re aveva sposato Maria Pia figlia di Vittorio Emanuele II), per uno in Mozambico, non è difficile immaginare, come la missione del senatore Nino Bixio nel 1873, sempre alla ricerca di un luogo adatto nei mari delle Isole della Sonda (Sumatra e Borneo), abbia avuto questo obiettivo”.

Giuseppe Bagnasco Filibustieri – Arrembaggio conquista e distruzione del Regno delle Due Sicilie, Thule Edizioni, pag. 18, 20.

Tratto da Regno delle Due Sicilie.eu

Foto tratta da Indygesto

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