- Il caos davanti gli uffici delle Poste e davanti le scuole
- Rete Sociale Attiva: assurdi gli assembramenti davanti gli uffici postali!
- Anziani in fila sotto la pioggia
- Le responsabilità del Governo nazionale
- Tutto a posto con le mutazioni del virus in Sicilia?
Il caos davanti gli uffici delle Poste e davanti le scuole
Siamo sicuri che in Sicilia si stia facendo il possibile per limitare i contagi? Le lunghe file di persone davanti agli uffici delle Poste sembrano raccontare l’esatto contrario. E fuori luogo – soprattutto a Palermo – sembra la riapertura delle scuole. L’abbiamo scritto e lo ribadiamo: che senso ha, se è stata istituita la zona rossa, tenere aperte alcune scuole? E, sempre a proposito delle scuole di Palermo, ridicolo suona l’invito ai genitori a non assembrarsi davanti alle stesse scuole: come dovrebbero accompagnare i bambini a scuola? Si dice che c’è la pandemia, ma davanti ad alcune scuole e agli uffici delle Poste il caos regna sovrano. Proprio sugli uffici postali interviene con una nota l’Associazione Rete Sociale Attiva (RSA). Il suo presiedente regionale Sicilia, Andrea Monteleone, e i colleghi responsabili delle strutture provinciali Cetty Moscatt, Serena Giuliano, Stefania Virga, Marzia Giacalone, Ignazio Parrinello, Massimo Corsaro, Giuseppe Bosciglio e Franco Lipari “chiedono un tempestivo intervento risolutore” per evitare la formazione di assembramenti davanti agli uffici delle Poste e per evitare, soprattutto, che la ressa davanti a tali uffici si trasformi “in ulteriore veicolo di contagio mettendo a rischio tutta la popolazione siciliana”. La nota porta la firma della direzione regionale RSA Sicilia, Gloria Tuttolomondo.
Rete Sociale Attiva: assurdi gli assembramenti davanti gli uffici postali!
“Da un anno – si legge nella nota della Rete Sociale Attiva – il mondo è cambiato, la pandemia ha colpito tutti costringendoci a rivedere i nostri stili di vita e mettendo in discussione quelle certezze sociali e relazionali che nel corso dei secoli si sono ben delineate ed affermate. Il Governo nazionale ha imposto a suon di DPCM una impressionante serie di nuove regole che hanno stravolto l’idea stessa di socialità e sicurezza, oltre che dei cittadini anche delle aziende e degli esercizi commerciali ed artigianali. Per contrastare il diffondersi del virus, a tutto il mondo imprenditoriale, commerciale e artigianale e stato imposto dal Governo nazionale l’obbligo di investire, anche ingenti somme di denaro, per adeguare i propri spazi ed ambienti ad una maggior sicurezza. Obbligando tutto il mondo produttivo ad attenersi a quelle norme che hanno imposto l’acquisto di mascherine, sanificatori, schermi protettivi, sanificazione dei locali e distanziamento delle persone presenti all’interno delle loro strutture con la conseguenziale diminuzione della presenza di clienti e relativa perdita di fatturato. Di tutte queste misure atte al contenimento della pandemia – e qui arriva l’affondo di Rete Sociale Attiva – sembrerebbero in qualche modo escluse le Poste Italiane visto che, per evitare la diffusione del virus, in piena autonomia, obbligano i loro utenti a rimanere all’esterno dei loro uffici creando indicibili assembramenti. Ma non soddisfatti di questa scellerata scelta, nemmeno hanno ritenuto necessario, civile e di aiuto sociale, posizionare all’esterno un distributore del turno, costringendo gli utenti ad arrangiarsi con ridicoli foglietti volanti appesi in prossimità degli ingressi che si prestano a dar vita a litigi e discussioni in grado soltanto di esasperare gli animi. Un utente che rimane anche delle ore all’esterno dell’ufficio, e che in queste ore ha intavolato varie discussioni su ipotetiche regole per la gestione dei turni, che si è dovuto scontrare con ‘l’intelligentone’ del giorno che ritiene di avere ragione solo lui e quindi ha il diritto ‘divino’ di scavalcare la fila; quando riesce alla fine ad entrare, la sua psiche sarà così sconvolta, che ne subirà le conseguenze anche il malcapitato addetto allo sportello. Addetto allo sportello che, a causa di queste elevate e continue tensioni sociali, scatenate da una gestione sicuramente errata, svolgerà male il proprio lavoro e sarà soggetto a pesante stress, costringendolo a rimanere sempre più spesso a casa per curarsi, con ulteriore danno verso l’azienda delle Poste che si troverà a gestire un eccesso di stress tra i propri dipendenti”.
Anziani in fila sotto la pioggia
“Non ultimo, ma di fondamentale rilevanza – prosegue la nota – è l’aspetto sicurezza ed antipandemia che chiaramente non viene in alcun modo rispettato dagli assembramenti che si creano senza alcuna regola e criterio davanti agli uffici postali. Ricordiamo a tutti noi che la maggior parte degli utenti degli uffici postali sono persone con una età avanzata che, subendo la violenza di una errata organizzazione del servizio, sono costretti a stare per ore al freddo ed alla pioggia senza alcun accorgimento per proteggere la loro salute. Inoltre riceviamo conferma da tanti utenti delle Poste Italiane che la famosa APP, tanto sbandierata come la panacea di tutti i mali, nella realtà non funziona nel modo sperato e non ha assolutamente risolto il problema delle lunghe code nei marciapiedi. In tempi di Covid, in cui tutti siamo chiamati a fare la nostra parte per poter superare al meglio questa tragica fase, e le aziende sono state costrette ad effettuare ingenti investimenti per garantire la sicurezza dei propri clienti e dei propri dipendenti, non riusciamo a comprendere come mai le Poste Italiane non hanno trovato una soluzione idonea a risolvere questa vergogna delle file ‘faidate’ lungo i marciapiedi nel pieno spregio della dignità degli esseri umani siano essi anziani, diversamente abili o donne in gravidanza”.
Le responsabilità del Governo nazionale
Ma gli assembramenti davanti agli uffici delle Poste – che ormai vanno avanti da giorni e giorni – sono uno degli aspetti del problema Sicilia. Sotto accusa sono i comportamenti di tanti cittadini: e in parte questo è anche vero. Ma non bisogna dimenticare le responsabilità del Governo nazionale che, tra la fine della Primavera e l’inizio dell’Estate dello scorso anno, ha impedito al Governo siciliano di istituire una rete di protezione in entrata. Così, da metà Maggio in poi, in Sicilia è successo di tutto: siciliani che, dal Nord Italia, si sono catapultati nella nostra Isola; turisti arrivati senza alcun controllo, crocieristi, migranti a mai finire. Questi ultimi – i migranti – fino all’Autunno inoltrato, venivano trasferiti da Lampedusa a Porto Empedocle con le navi di linea, insieme con uomini delle forze dell’ordine, turisti, cittadini isolani e personale dell’equipaggio. Come si fa ad affermare tutto questo caos non ha provocato contagi? Poi gli stessi siciliani andati in vacanza nel resto d’Italia e all’estero. Per non di quello che è successo con i ragazzi siciliani che, già nella scorsa Primavera, si sono recati a Malta per poi tornare in Sicilia infettati. A questo scenario si aggiunge la stanchezza dei cittadini siciliani dopo quasi un anno di pandemia e l’economia dell’Isola che sta andando a rotoli.
Tutto a posto con le mutazioni del virus in Sicilia?
Il risultato di tutto questo caos è che, oggi, la Sicilia è la prima Regione italiana per contagi, mentre a Palermo la situazione si aggrava! E questo è assurdo, visto che a Maggio dello scorso anno, nella nostra Isola, il virus era quasi sparito, mentre alcuni ospedali siciliani curavano malati di Covid arrivati dal Nord Italia. La politica se la prende con i cittadini siciliani indisciplinati: e in parte questo ci sta. Ma, come abbiamo ricordato, ci sono anche sbagliate del Governo nazionale e del Governo regionale. Domanda finale: in tutto il mondo ci si interroga sulle mutazioni del virus. Qualcuno si sta occupando di questo aspetto in Sicilia, considerato che nella nostra Isola, dal Maggio dello scoro anno ad oggi, in piena pandemia, sono arrivate persone da mezzo mondo?
Foto tratta da Sanità in Sicilia
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