- Il Recovery Fund e la crisi del Governo Conte bis
- Recovery: pochi spiccioli per il Sud e la Sicilia
- La battaglia del Movimento 24 Agosto
- I soliti politici del Sud che ignorano il Sud
- Sud: i grillini perderanno voti, il PD resisterà
- I nuovi ‘meridionalisti’ e l’eredità di Depretis
Il Recovery Fund e la crisi del Governo Conte bis
Mentre il virus comincia a mostrare i volti delle proprie varianti (a quanto pare ce n’è pure una in Sicilia, come ipotizza il dottore Carmelo Iacobello dell’ospedale ‘Cannizzaro’ di Catania), mentre i danni provocati dal SARS-COV-2 aumentano di giorno in giorno, il capo del Governo italiano, Giuseppe Conte, cerca disperatamente di non perdere la propria poltrona e, dopo mesi di ‘melina’ è costretto a cominciare a scoprite le carte del Recovery Fund. Ieri sera, da Palazzo Chigi, sono venute fuori circa 170 pagine di “progetti per far ripartire l’Italia”. Non è quello che chiedono Renzi e Italia Viva – che contestano il merito e il metodo utilizzati dal Governo Conte: tant’è vero che lo spettro della crisi di Governo non si allontana. Il Presidente del Consiglio, infatti, si è guardato bene, per l’ennesima volta, di fare chiarezza su chi gestirà questo flusso di denaro (la cosiddetta “governance”, come dicono gli amanti della lingua inglese). Ma la sommaria lettura di questi documenti che circolano già da ieri sera ci dice che dei 220 miliardi di euro e rotti del Recovery Fund per il Sud e la Sicilia ci sono, tanto per cambiare, le briciole!
Recovery: pochi spiccioli per il Sud e la Sicilia
Conte, i suoi ‘misteri’, il PD e i grillini da una parte e Renzi e il suo battagliero gruppo di parlamentari dall’altra parte, che fino ad oggi, sul Recovery, sono stati (e continuano ad essere) divisi, su una cosa, alla fine, concordano: sul fatto che il Sud e la Sicilia, anche questa volta debbono continuare a ‘leccare la sarda’. Se andate a leggere sui vari giornali come Conte, il PD e i grillini hanno programmato di spendere questi 220 miliardi di euro e rotti troverete di tutto e di più: una barca di soldi per la digitalizzazione, agricoltura, lavoro, ‘resilienza’ (ora usano sempre questa parola che fa tendenza…), “progetti omogenei”, “progetti coerenti” e bla bla bla. Ma – ribadiamo – per il Sud e per la Sicilia non c’è una mazza!
La battaglia del Movimento 24 Agosto
I nostri amici del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale di Pino Aprile hanno cercato di spostare l’attenzione del Governo nazionale – e quindi del dibattito politico nazionale – sul Sud e sulla Sicilia. Hanno coinvolto anche sei presidenti di sei regioni del Sud, compreso il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. Ma il risultato, finora, è pari a zero. A rigor di logica economica e infrastrutturale, il 70% dei fondi del recovery dovrebbero andare al Sud e alla Sicilia. Invece, da quello che capiamo noi, al Sud e alla Sicilia andranno le briciole. E le opere di un certo peso previste nel Sud e in Sicilia, le andranno a gestire gruppi imprenditoriali del Nord, esattamente come ai tempi della Cassa del Mezzogiorno e dell’Agensud. Tutto come prima, anzi, per certi versi, peggio di prima.
I soliti politici del Sud che ignorano il Sud
Il paradosso di tutta questa storia profondamente antimeridionali è che tra i politici che hanno organizzato la spesa dei fondi del Recovery ci sono tantissimi meridionali: il capo del Governo è un meridionale, alcuni ministri sono meridionali, tanti vice Ministri e Sottosegretario sono meridionali. Hanno avuto voce in capitolo Ministri, vice Ministri e Sottosegretari lucani, campani, pugliesi, calabresi e siciliani? Qualcosa l’avranno pure detta, ma nel complesso – da quello che abbiamo letto – quasi tutta la spesa di questi fondi è stata pensata per cercare di rilanciare l’economia del Nord Italia. Ci riusciranno? No, perché in realtà i danni economici prodotti dalla pandemia sono di gran lunga maggiori di quelli che l’Unione europea sta cercando di contrabbandare. E’ solo un tentativo maldestro di accaparrarsi questi soldi per sopravvivere.
Sud: i grillini perderanno voti, il PD resisterà
Se ci fate caso – basta leggere i giornali o ascoltare i TG – di tutto si parla, in questa fase politica tormentata, ma non certo dell’ennesimo tradimento ai danni del Sud. Dovrebbero essere, tanto per cominciare, i presidenti delle Regioni meridionali e il presidente della Regione siciliana – visto che sono stati mobilitati dagli amici del Movimento 24 Agosto – a scatenare una protesta molto più pesante di quella di Renzi. Invece, come noi abbiamo profetizzato, taccino. Anche perché si tratta di personale politico che, in massima parte, fa capo al PD (vedi i presidenti delle Regioni Campania e Puglia, rispettivamente Vincenzo De Luca e Michele Emiliano). In queste ore avete letto dichiarazioni di De Luca ed Emiliano e di Emiliano contro la spartizione nordista del Recovery Fund? Avete visto barricate? Anche la Sicilia tace: se non altro perché le condizioni critiche del Bilancio della Regione siciliana – dopo gli scippi romani voluto dai Governi Renzi e dall’attuale Governo – rischia di andare in tilt se non arriva qualche ‘mancia’ di Roma per far sopravvivere la Regione siciliana. Perderanno voti i partiti e movimenti che stanno tradendo ancora una volta il Sud? Il Movimento 5 Stelle sì, perché ormai non se li fila più nessuno, soprattutto al Sud e e in Sicilia. Il PD no, sia perché non c’è un’alternativa, sia perché ha in mano il potere.
I nuovi ‘meridionalisti’ e l’eredità di Depretis
Il finale di questa storia per noi era scontato. A differenza dei nostri amici del Movimento 24 Agosto, noi non andiamo dietro al PD e al Movimento 5 Stelle, che a nostro avviso sono espressione del ‘Partito unico del Nord’. E’ questo il motivo per il quale prima alle elezioni regionali della Calabria e poi alle elezioni regionali di Campania e Puglia speravamo che Pino Aprile e il suo gruppo presentassero candidati presidenti e liste alternative a PD e grillini. I nostri amici, invece, hanno preferito polemizzare con la Lega: cosa assolutamente legittima, ma che non basta per contrastare la deriva nordista. E anche in vista delle elezioni regionali in Calabria – dove si tornerà a votare per la prematura scomparsa della presidente Iole Santelli – i nostri amici del Movimento 24 Agosto continuano a perseverare nell’errore: invece di presentare, già da ora, un candidato presidente e una lista alternativi a tutta la vecchia politica di centrodestra e centrosinistra, cercano, con la scusa del ‘civismo’, di dare vita a un’alleanza con ‘pezzi’ del PD e dei grillini, in alternativa al centrodestra e alla Lega. Facendo finta di non capire che, così agendo, si presentano, in realtà, non come un’alternativa alla vecchia politica, ma come una bizzarra sostituzione di PD e grillini contro centrodestra e Lega. La verità è che a Agostino Depretis non ha insegnato niente, o forse ha insegnato tutto…
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