L’Associazione Comitati Civici di Palermo torna a denunciare l’abbandono di una struttura che si affaccia sul mare di Romagnolo (costa sud est di Palermo) costata 10 miliardi di euro e poi abbandonata. Il pericolo per i bambini. La Regione siciliana e il Comune di Palermo ne sanno qualcosa?
“Con la presente portiamo a Vostra conoscenza la situazione della recinzione del pericoloso pontile di Romagnolo. Le foto che vi alleghiamo, scattate ieri, mostrano una buona parte della recinzione abbattuta. Riteniamo sia necessario intervenire con urgenza a salvaguardia della pubblica incolumità”.
Così scrivono i protagonisti dell’Associazione Comitati Civici di Palermo a proposito di un pontile che, in effetti, sembra piuttosto messo male (foto sopra e anche foto sotto). Si tratta dell’ennesima denuncia di malgoverno della città. Questo, però, è un pontile particolare – una sorta di ecomostro – del quale ci siamo occupati, sempre su sollecitazione dell’Associazione Comitati Civici.
Rileggiamo alcuni passi dell’articolo che abbiamo scritto il 7 ottobre del 2020:
“La passerella a mare di Romagnolo è un ecomostro ormai diventato parte integrante del panorama della cosiddetta Costa Sud di Palermo”.
“Le foto che mostriamo – leggiamo nel comunicato dell’Associazione Comitati Civici di Palermo – evidenziano lo stato di devastazione della struttura, il cui ingresso dovrebbe essere assolutamente inibito ai cittadini, dopo il sequestro operato a seguito dell’esposto presentato anche dalla nostra Associazione nel 2016, ed a seguito dell’incendio che ha definitivamente compromesso la stabilità del pontile. Le immagini mostrano invece dei bambini che passeggiano tranquillamente fra le travi bruciate e divelte, col rischio di cadere sulla spiaggia sottostante dopo un volo di oltre cinque metri. In caso di malaugurato incidente chi sarebbe da additare come responsabile?”.
“Non bastano le inferriate, rimosse facilmente subito dopo la loro collocazione, per impedire ad una moltitudine di cittadini di utilizzare questa struttura come una terrazza sul mare, ma occorrerebbe una costante sorveglianza, data la particolare pericolosità del manufatto, ormai semidistrutto. Le condizioni all’interno sono indescrivibili, è la situazione è gravissima dal punto di vista igienico sanitario in quanto la struttura viene utilizzata come vespasiano. Le immagini pubblicate possono solamente dare una pallida idea del disastro dovuto ad incuria, abbandono ed atti vandalici ripetuti in assenza di qualsiasi sorveglianza”.
“Costruita nel 2003 con appalto pubblico negli ex ‘Bagni Petrucci’ su concessione mista privata e demaniale, costò alla comunità 2,5 milioni di euro. Nell’appalto era prevista la vigilanza privata, al modico prezzo di 200 mila euro, mai eseguita. In violazione dell’art. 677 del c.p. non è mai stata effettuata alcuna manutenzione ordinaria né straordinaria della struttura, il cui accesso è stato lasciato libero sul piano stradale, consentendo la vandalizzazione. Il 29/12/2015, a seguito segnalazione dell’ex consigliere comunale Gaspare Lo Nigro, fu deliberata della Giunta comunale la messa in sicurezza della struttura. Non fu fatto nulla”.
La denuncia dell’Associazione Comitati Civici è del 7 Ottobre dello scorso anno. Novembre, Dicembre, Gennaio: sono passati tre mesi e tutti è fermo. Aspettiamo.
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