Prendiamone atto: il 2021 si è aperto con la zona rossa e con il Governo che il 7 Gennaio vuole riaprire le scuole. Chi pensava di avere archiviato i buoni vacanze alternati all’istituzione di zone rosse si è sbagliato. Al Governo dell’Italia ci sono sempre ‘loro’. Tra quattro giorni, ai finir della zona rossa, tutti a scuola e, come si usa dire dalle nostre parti, “comu finisci si cunta…”
Il 2021 si è aperto con la zona rossa iniziata a Natale. Prima di Natale, però, in attesa delle chiusure annunciate, nelle strade è stata ressa senza fine. Quindici giorni dopo ecco l’aumento di positivi. Oltre a un aumento di positivi sono aumentati i malati e i ricoverati? Non si capisce.
In compenso il 7 Gennaio dovrebbero riaprire le scuole. Così, almeno, pensa la Ministra della Pubblica Istruzione, Lucia Azzolina, quella con i banchi con le rotelle. Non c’è che dire: i protagonisti dell’attuale Governo nazionale hanno proprio le idee chiare…
Se due più due fa ancora quattro, considerato che gli affollamenti nelle strade sono cominciati dopo la festa dell’Immacolata Concezione, l’aumento dei positivi dovrebbe proseguire fino a metà Gennaio, quando dovrebbero cominciare gli effetti delle chiusure natalizie (leggere zona rossa), con la riduzione dei contagi.
Insomma le scuole – che secondo l’attuale Governo non sono fonte di contagi – dovrebbero riaprire quando la curva dei contagi dovrebbe cominciare ad abbassarsi. Così, per ‘riequilibrare’ il tutto…
Allora, tutti a scuola tra quattro giorni? Non si capisce, perché già alcune Regioni non sembrano in linea con le indicazioni del Governo di Roma. Il dibattito è aperto. Aperture delle scuole sì, apertura delle scuole no.
In attesa di capire come andrà a finire ci interroghiamo su quello che succederà in questo 2021. La novità è il vaccino. Uno strano vaccino, a dir la verità. Dice Ilaria Capua, direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’università della Florida:
“Chi si vaccina contro il coronavirus non si ammala ma si può infettare lo stesso e trasmettere la malattia se non porta la mascherina”.
Da quello che abbiamo capito, tutto il 2021, vaccino o non vaccino, sarà contrassegnato dalla presenza delle mascherine.
Però, sul vaccino, c’è anche un dibattito surreale: qualche politico lungimirante – in Sicilia abbiamo l’assessore-avvocato Ruggero Razza – annuncia penalizzazioni per chi non si vaccinerà. Questo intrepido governante sa già tutto di questo vaccino e mette le mani avanti.
Peccato che le vaccinazioni procedono a rilento per mancanza di vaccini…
Però ci sono alcuni Paesi che si sono liberati dal virus. La Nuova Zelanda, per esempio. In questo Paese quando si è profilata la prima ondata di Sars Cov 2, la premier Jacinda Ardern, ha fermato il Paese (altro che Milano e Bergamo che non si fermavano…). Ha dato ai quasi 5 milioni di abitanti pochi giorni di tempo avvertendoli: fate la spesa per un mese, fate scorta di libri e poi tutti in casa!
Superfluo aggiungere che in Nuova Zelanda sono state chiuse le frontiere. E per i pochi che, per motivi strettamente necessari, dovevano entrare nel Paese i controlli sono stati rigidissimi. Idem per chi doveva partire: autorizzazioni solo in caso di stretta necessità e, al rientro, controlli rigidissimi.
Agli imprenditori, ai ristoratori e, in generale, ai titolari di esercizi commerciali la premier ha detto che bisognava bloccare tutto per un mese, forse per due mesi, a seconda delle esigenze (poi si è scoperto che è bastato solo un mese). Tutti, in tempi brevi, sarebbero stati risarciti.
Insomma, in Nuova Zelanda non hanno aspettato i contagiati e i deceduti: sono passati all’attacco e ne hanno anticipato le mosse del virus. Quando il virus è arrivato si è trovato le due grandi isole le altre isole più piccole deserte. Bloccato all’inizio, ha trovato solo poche persone da infettare: e nel giro di un mese è quasi scomparso.
In Autunno, in prossimità delle seconda ondata di Coronavirus, il Governo di questo Paese ha messo a punto un sistema di tracciamento e di isolamento. Lo ha potuto fare perché, partendo da quasi zero contagi, tracciare e isolare i primi casi di positività è stato facile. E lo fanno tutt’ora: appena si presentano i casi di positività, isolamento immediato. Se lo possono permettere perché sono organizzati e perché i casi, ovviamente, sono diventati pochi.
La Nuova Zelanda, stringi stringi, ha applicato un metodo giù noto da centinaia di anni: ha bloccato la libera circolazione delle persone e delle merci. Volendo, è quello che fece a Palermo Gianfilippo Ingrassia nel 1575, quando riuscì a debellare l’epidemia di peste.
C’è speranza di vedere in Italia un sistema del genere? No. In Italia le scuole non sono fonte di contagio, i turisti non sono fonte di contagio, i crocieristi non sono fonte di contagio, i migranti non sono fonte di contagio, i cervelli portati all’ammasso non sono fonte di contagio…
In Italia e, in generale, in quasi tutta l’Unione europea si è scelta la linea apri e chiudi: un punto d’incontro – hanno spiegato i governanti dell’Unione – per tutelare la salute e l’economia.
Alla fine, però, non è stata tutelata né la salute, né l’economia!
Uno dei pochi Paesi europei che sta cambiando impostazione è il Regno Unito. Che, di fatto, con l’accordo con la Brexit, sta riducendo drasticamente la libera circolazione delle persone. Scenario per certi versi paradossale, perché questo Paese a Gennaio, a Febbraio e a Marzo dello scorso anno puntava sull’immunità di gregge escludendo il ricorso ai vaccini.
Quando hanno intuito – e studiato e verificato – che l’immunità verso questo virus sparisce dopo tre mesi hanno cambiato strategia, il pessimismo sui vaccini è stato messo da parte e oggi producono e vendono vaccini…
E l’Italia? Ha puntato sui vaccini (con le mascherine annesse), ma dubitiamo che, ad Aprile, quando il virus mollerà la presa (almeno così si spera), si farà come in Nuova Zelanda. Rivedremo i turisti, i crocieristi, i migranti e tutto ternerà come prima…
Foto tratta da Internazionale
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