La Lega di Matteo Salvini ha siglato un accordo con gli Autonomisti di Roberto Di Mauro, che oltre ad essere il leader politico di Agrigento, è collegato con tutte le altre province della nostra Isola. L’accordo arriva dopo l’adesione alla Lega di Vincenzo Figuccia, molto seguito a Palermo e provincia. Considerati i fallimenti di centrosinistra e grillini, se in Sicilia non si materializzerà un soggetto politico sicilianista, centrodestra e leghisti governeranno tutta la Sicilia per i prossimi dieci anni
Nel vuoto della politica siciliana, in assenza di una riunificazione di un soggetto politico che metta insieme tutte le ‘anime’ dell’autonomismo, del sicilianismo e dell’indipendentismo, la Lega di Matteo Salvini, piano piano, va ad occupare importanti spazi. Dopo il passaggio tra i leghisti di Vincenzo Figuccia, parlamentare regionale molto radicato a Palermo e in provincia (ma anche in altre aree dell’Isola in virtù di accordi politici), il quotidiano La Sicilia racconta di un accordo tra gli autonomisti di Roberto Di Mauro e la Lega.
La Sicilia scrive di un “patto federativo, leale e collaborativo, basato su precisi progetti, idee chiare e programmi possibili, per la crescita della Sicilia, con l’obiettivo di condurla alla pari del resto del Paese”. Questo il documento siglato a Roma da Matteo Salvini, segretario federale della Lega per Salvini premier, e Roberto Di Mauro, del Movimento per la Nuova Autonomia e vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana.
Di Mauro non è solo il vice presidente del Parlamento siciliano, ma molto di più. Pronto accomodo, ad Agrigento – collegio elettorale dove viene eletto – ha messo nel sacco la vecchia e la nuova politica: alle elezioni comunali ha praticamente polverizzato il centrosinistra e ha portato a Canossa tutto il centrodestra siciliano, facendolo convergere sul suo candidato, Francesco ‘Franco’ Miccichè, eletto sindaco della Città dei Templi.
LA LEGA SI RADICA IN SICILIA – De Mauro è stato tra i protagonisti del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo e delle varie esperienze di questo soggetto politico che c’è e non c’è. oggi è uno dei referenti di primo piano degli autonomisti dell’Isola. Piaccia o no, va detto che l’accordo tra Di Mauro e la Lega dà a questa forza politica un’importante chiave di accesso per il radicamento in Sicilia.
Tutto si può dire di Di Mauro: ma non che la Sicilia non sia al centro della sua azione politica. E lo stesso discorso vale per Figuccia.
IL DOCUMENTO SALVINI-DI MAURO – “L’obiettivo comune – si legge ancora nel documento firmato da Salvini e Di Mauro – è lo sviluppo economico della Sicilia che richiede un salto di qualità dell’azione politica attraverso azioni basate su pochi ma concreti punti cardine: sviluppo infrastrutturale partendo da priorità ineludibili: il Ponte sullo Stretto, l’Alta velocità ferroviaria sull’asse Catania-Messina-Palermo, il completamento dell’anello autostradale e i collegamenti viari interni, da costruire anche attraverso i project financing”.
E ancora:
“Fiscalità di vantaggio decennale per le imprese che vogliono investire in Sicilia, diventando così un polo di attrazione per esse e per sviluppare economia e lavoro; Lotta senza quartiere alla criminalità organizzata, attraverso iniziative di legge ma anche con la selezione dei quadri dirigenti e sino alla sua completa cancellazione dalla Sicilia; Sviluppo dell’agroalimentare siciliano, con la tutela della sua produzione dal dumping, la valorizzazione in sicurezza della filiera, la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio; Turismo come priorità d’azione e una continua e costante promozione dell’Isola ad ogni livello e con azioni mirate verso i ‘luoghi dove la domanda è più importante e utile al comparto siciliano; Decentramento sostanziale e reale dalla Regione, di poteri e risorse verso gli enti locali, front office del territorio, delle sue esigenze e della popolazione”.
“E ancora – leggiamo sempre su La Sicilia – semplificazione della burocrazia, sfrondandone subito gli orpelli e velocizzandone l’azione a beneficio dei Siciliani; Digitalizzazione e sviluppo tecnologico; stop immediato all’assistenzialismo, piaga e vulnus per la Sicilia del domani e della nuova classe dirigente e, di converso, iniziative comuni di valorizzazione del merito, della competenza e dell’etica responsabile, puntando su una generazione di Siciliani che non vedano oltre lo Stretto il proprio futuro ma possano essere protagonisti della Sicilia del domani a ‘casa propria”.
“Sono pochi e precisi principi – conclude il documento – su cui la Lega per Salvini premier e il Movimento per la Nuova Autonomia lavoreranno da subito, in sinergia e condivisione ad ogni livello istituzionale e territoriale, cooperando nelle scelte e nelle decisioni, condividendone i passaggi, pensando e pianificando insieme la Sicilia di domani”.
Poco più di un anno e mezzo fa – era l’Aprile del 2019, scrivevamo:
LA LEGA COPRE UN VUOTO POLITICO NEL SUD E IN SICILIA – “La Lega di Salvini prende piede anche al Sud perché va a coprire un vuoto politico determinato dalla lenta agonia della vecchia politica di centrodestra e di centrosinistra, dalla crisi dei grillini e, soprattutto, dalla mancanza di un partito del Sud (o di movimenti locali credibili presenti nello stesso Sud). Con molta probabilità, dopo aver provato i grillini, il Sud proverà anche Salvini”.
Quando abbiamo scritto questo articolo (che potete leggere per esteso qui) siamo stati letteralmente sommersi dalle critiche. Attenzione: nell’Aprile dello scorso anno i grillini non avevano ancora scelto di disperdersi nel PD e di sparire: ma già allora era chiarissimo che avevano dimenticato il Sud, penalizzandolo con il sì alla TAP nel Salento, con gli impegni non mantenuti a Taranto (dove in campagna elettorale, nell’Inverno del 2018, avevano promesso di chiudere l’acciaierie ex ILVA), con l’abbandono dell’agricoltura del Sud e via continuando.
Oggi lo scenario è ancora più chiaro: il centrosinistra, in Sicilia, non esiste più, se non nelle clientele locali e negli ultimi ‘residuati bellici’ di quelli che un tempo furono il Pci e la sinistra Dc. I grillini sono destinati a scomparire, mentre il centrodestra – che in Sicilia è sempre stata la compagine politica più forte – si ritrova al proprio interno una Lega che si va radicando in tutte le province.
MUSUMECI E CATENO DE LUCA – Nel 2022, quando si voterà per le elezioni regionali regionali siciliane, rischiamo di avere due candidati del centrodestra – l’uscente Nello Musumeci e il sindaco di Messina Cateno De Luca – con altri candidati che si fermeranno al 4-5%: e questo sarebbe assurdo!
Si può creare un’alternativa? Sì, ma non per vincere le prossime elezioni regionali siciliane del 2022, che ormai sono ipotecate dal centrodestra. Bisogna lavorare a un soggetto politico che si dovrà confrontare con un centrodestra siciliano che si presenterà agli occhi dei siciliani come un soggetto politico ‘sicilianista’.
Lotta impossibile, allora? No, perché quando a Roma governerà il centrodestra e in Sicilia governerà pure il centrodestra, succederà quello che succede da sempre: il Centro Nord si prenderà quasi tutto lasciando le briciole al Sud e alla Sicilia. Magari, visto che c’è la Lega che si deve radicare nel Sud, lasceranno a Sud e Sicilia qualche briciola in più: ma sempre briciole saranno.
Ai siciliani non resta che prepararsi, provando a dare vita a un soggetto politico sicilianista vero, sul modello di quanto fatto in Catalogna. E’ possibile? Sì. C’è l’esperienza di Siciliani Liberi, l’esperienza di Antudo, gli amici di TerraeLiberazione di Mario Di Mauro, Unità siciliana di Salvo Fleres e Andrea Piraino, Gran Sicilia e via continuando con gli altri movimenti, tutti importanti. Bisogna provare a riunificarli tutti sotto il segno della Sicilia.
Da scartate a priori l’ipotesi di unirsi a un soggetto politico del Sud Italia, alla luce del sostanziale fallimento politico del Movimento 24 Agosto di Pino Aprile che, in questo momento – sembra incredibile ma è così! – si ritrova addirittura alleato della Campania di Vincenzo De Luca e della Puglia di Michele Emiliano – cioè con due esponenti del PD! – nell’inutile battaglia sul Recovery Fund.
La battaglia politica – peraltro già persa in partenza – del Movimento 24 Agosto è sbagliata per quattro motivi.
Primo motivo: i fondi del Recovery arriveranno, se andrà tutto bene, all’inizio del 2022 e quindi parlarne ora è inutile.
Secondo motivo: a Marzo del prossimo anno, quando la pandemia comincerà a mollare la presa e l’Eurozona si ritroverà con la propria economia alle corde, il Recovery Fund andrà riscritto: parlarne oggi potrebbe essere, quindi, due volte inutile.
Terzo motivo: fare ‘comunella’ con il PD e con il centrodestra, facendosi scudo con gli “interessi di tutto il Sud” è un errore che accredita la vecchia politica e scredita il Movimento 24 Agosto.
Quarto motivo: la salvezza del Sud e della Sicilia non potrà mai essere dentro l’Unione europea dell’euro gestita ma massoni, predoni, ricattatori e strozzini. Non sappiamo quali siano le intenzioni degli amici delle altre Regioni del Sud, ma la Sicilia deve pensare già da ora alla propria indipendenza, al di fuori dell’Eurozona massonica.
La Massoneria, nel Sud Italia e in Sicilia ha già fatto danni enormi nel 1860 e ancora oggi ne piangiamo le conseguenze. Continuare con i massoni ‘europeisti’ – peraltro servi sciocchi del globalismo economico e finanziario liberista – è solo demenziale!
Foto tratta da Dagospia
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