Ma quanto sono bravi i governanti nazionali e regionali? In Primavera e in Estate, quando in Sicilia i casi di Covid erano pochi, facevano entrare tutti (e hanno messo in croce il sindaco di Messina, Cateno De Luca, che provava a controllare gli arrivi); oggi che la Sicilia è piena di virus vogliono controllare tutti… La legge di Murphy applicata alla pandemia…
Ricordate i primi giorni di Aprile di quest’anno? Noi li ricordiamo benissimo. Dal Nord Italia piombavano in Sicilia tanti siciliani. Lo scorso Aprile, è noto, il Covid-19, a Milano e dintorni, picchiava duro. E si temeva che i siciliani ‘milanesizzati’ (ma anche ‘piemontizzati’ e ‘venetizzati’) potessero portare il virus nella nostra Isola.
Era un assalto agli aerei, alle navi e, soprattutto, ai treni. E naturalmente in tanti si fiondavano in Sicilia con le proprie automobili. Risultato: nello Stretto di Messina, tra auto e treni, il caos regnava sovrano.
Ricordiamo che, ad Aprile, i siciliani malati di Covid si contavano sulla punta di una mano e gli ospedali della nostra Isola curavano gli italiani del Nord, quello che ci chiamano “terroni”. Però – lo ribadiamo – si temeva che, con l’arrivo disordinato e senza controlli sanitari di siciliani dal Nord Italia, il virus si sarebbe diffuso anche in Sicilia.
A un certo punto il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha preso il coraggio tra le mani e ha detto: a Messina comando io e chi vuole entrare a Messina si deve registrare. Da qui la sua nota ordinanza entrata in vigore, per pochi giorni, l’8 Aprile.
Com’è finita, poi, è noto: il Governo nazionale ha bloccato l’ordinanza del sindaco di Messina e tutti entrarono in Sicilia felici e contenti. E il Governo regionale di Nello Musumeci? Le cronache di Aprile registrarono un non pervenuto.
Oggi è cambiato tutto. O meglio, è cambiato l’atteggiamento del Governo nazionale e del Governo regionale. Ad Aprile porte aperte a tutti e il ‘cattivo’ era il sindaco di Messina che voleva solo controllare gli arrivi. Anche perché il primo cittadino si limitava ad applicando il Decreto del Governo nazionale che impediva ai cittadini (o quasi…) di passare da un Comune all’altro senza precise motivazioni. Il sindaco di Messina cercava di capire quali erano le motivazioni che spingevano tanti siciliani a tornare nella nostra Isola.
Se a Aprile – in piena pandemia – in Sicilia potevano entrare tutti – adesso il Governo nazionale e il Governo siciliano sono molto preoccupati. da cosa? Dalla pandemia e dai contagi, ovviamente. E ad Aprile non erano preoccupati? No!
Oggi sì che sono preoccupati. Si attendono da 80 mila a 120 mila siciliani per le vacanze natalizie. La Sicilia, dopo l’Estate ‘intelligente’, dopo i bonus vacanze, dopo le porte aperte a migranti, turisti e crocieristi e, soprattutto, dopo l’intelligentissima riapertura delle scuole è bell’e infettata.
In questo scenario i siciliani che arrivano dal Nord Italia – a differenza di quelli che arrivavano ad Aprile – sono un problema. E allora altro che ordinanza del sindaco di Messina per controllare gli arrivi: ora tutti mobilitati sono in Sicilia per controllare aerei, treni, navi e magari le automobili che attraversano lo Stretto di Messina.
E allora controlli per tutti e tamponi per tutti!
Solo due domande, meste, minimali, volendo poco poco logiche.
Prima domanda: non sarebbe stato più logico controllare gli arrivi in Primavera e in Estate quando in Sicilia i casi di Covid erano pochissimi?
Seconda domanda: quando c’è un flusso di persone in arrivo, per non creare assembramenti, è meglio lasciarli passare o bloccare il flusso e controllarli uno per uno, creando assembramenti?
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