Oggi, in televisione, si susseguono gli appelli per convincere i medici in pensione a recarsi a lavorare in Campania. Eppure, fino a un meno di un anno fa i Governi italiani facevano a gara per impoverire gli ospedali pubblici del nostro Paese, tagliandi a man bassa reparti, posti letto, medici e infermieri. Tutti i dati
Hanno fatto più danni i negazionisti del COVID-19 o i negazionisti che, soprattutto a partire dal 1996, hanno tagliato i fondi alla sanità pubblica italiana? nella pagina Facebook No Unione europea No euro abbiamo trovato un video illuminante.
Con parole semplici, chiare, comprensibili a tutti – e, soprattutto, con la forza dei ‘numeri’, che sono quelli che, alla fine, non possono essere smentiti – il video racconta che i tagli alla sanità pubblica italiana sono cominciati nei primi anni ’80 (proprio quando andò in scena – aggiungiamo noi, il ‘divorzio’ tra Banca d’Italia e Tesoro) e sono proseguiti fino ai nostri giorni.
C’è un momento storico particolare, quando i tagli alla sanità pubblica italiana sono pesantissimi: tra il 1996 e il 2001, quando l’Italia doveva fare ‘sacrifici’ per entrare nel sistema monetario euro che ci avrebbe resi tutti più ricchi…
Nel video si racconta – sempre con ‘numeri’ precisi alla mano – quante migliaia di medici e di infermieri sono stati tagliati dal sistema sanitario pubblico nazionale. I protagonisti di questi tagli sono stati dal 1996 ad oggi:
il Governo Prodi
il Governo D’Alema
il Governo Amato
il Governo Berlusconi
di nuovo il Governo Prodi
di nuovo il Governo Berlusconi
il Governo Monti
il Governo Letta
il Governo Renzi
il Governo Gentiloni.
Si salvano solo gli ultimi due Governi, soprattutto – è il caso dell’attuale Governo Conte bis – perché è esplosa la pandemia di Coronavirus.
Pensate un po’: fino a meno di un anno fa tagliavano medici e infermieri; oggi il Governo lancia appelli in televisione per convincere i medici in pensione a recarsi in Campania…
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