Al contrario di quello che si cerca di far credere, gli uffici della Regione siciliana sono venuti incontro al Comune di Palermo, dimezzando i tempi per il rilascio dell’autorizzazione al proseguimento dell’utilizzazione della sesta vasca della discarica di Bellolampo. E’ il Comune di Palermo che gestisce male questo servizio. E adesso, alla disorganizzazione, si somma anche la questione finanziaria
Allora, signori amministratori del Comune di Palermo, la vogliamo raccontare la verità sulla vostra gestione dei rifiuti? Lo vogliamo raccontare che la raccolta differenziata, nel capoluogo della Sicilia, è un fallimento? Lo vogliamo raccontare che la discarica di Bellolampo – che dovrebbe essere già chiusa da anni – è stata gestita malissimo? Lo vogliamo raccontare che l’attacco alla Regione siciliana, da parte degli amministratori comunali di Palermo, è solo un tentativo per confondere le acque e nascondere le responsabilità dello stesso Comune?
Il Comune di Palermo, un mese fa circa, ha chiesto agli uffici della Regione di potere continuare ad utilizzare la sesta vasca della discarica di Bellolampo per seppellire altri rifiuti (o abbancare altri rifiuti, come si dice in termini tecnici). Secondo noi è una richiesta sbagliata, perché la discarica di Bellolampo andrebbe chiusa, perché già da tempo presenta problemi. L’ecologia non è uno scherzo.
Detto questo, gli uffici della Regione siciliana, circa un mese addietro, non hanno detto no: hanno chiesto al Comune di Palermo di completare la pratica amministrativa – cioè la richiesta per continuare ad abbancare rifiuti nella sesta vasca di Bellolampo – perché, un mese fa, è stata presentata in modo incompleto.
Gli uffici del Comune di Palermo si sono presi circa un mese – avete letto bene: circa un mese! – e hanno ripresentato la pratica agli uffici della Regione Venerdì scorso. Dopo di che il Comune ha accusato gli uffici della Regione di perdere tempo!
Adesso illustriamo come stanno le cose. La legge regionale prevede che per rilasciare questo tipo di autorizzazione gli uffici regionali hanno bisogno di sei mesi di tempo per verificare le condizioni ambientali. In casi eccezionali i sei mesi di tempo possono essere ridotti a tre mesi.
Ebbene, a noi risulta che, già oggi, gli uffici della Regione hanno deciso di dimezzare i tempi: l’autorizzazione verrà rilasciata al Comune di Palermo in tre mesi. Prima è impossibile, perché bisogna effettuare tutta una serie di controlli. Chi è che starebbe ostacolando il Comune di Palermo?
Semmai bisogna chiedersi: perché se al Comune di Palermo si parla di utilizzare ulteriormente la sesta vasca della discarica di Bellolampo hanno presentato la domanda, peraltro incompleta, solo un mese fa?
La vogliamo raccontare l’altra parte della verità? Via, raccontiamola. Stamattina abbiamo dato la notizia che una Commissione interna all’amministrazione regionale indagherà sulle discariche dell’Isola. Per la precisione, sulle autorizzazioni. Sapete perché l’assessore regionale con delega alla gestione dei rifiuti, Alberto Pierobon, ha deciso di istituire questa Commissione? Perché è stato appurato che la discarica di Alcamo presenta problemi.
Non è che, per caso, il Comune di Palermo, portava una parte dei propri rifiuti nella discarica di Alcamo, insieme ad altri Comuni del Palermitano?
La verità è che in Sicilia ci sono ancora troppi Comuni dove la raccolta differenziata dei rifiuti non decolla. E tra questi, per raccolta differenziata dei rifiuti a livelli molto bassi, c’è proprio il Comune di Palermo.
Serve a poco dire che in Sicilia ci sono Comuni virtuosi, che raggiungono alte percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti, se poi ci sono altri Comuni – magari grandi Comuni – che continuano ad operare con le discariche a pieno ritmo.
Per non parlare di quei Comuni – è il caso del Comune di Palermo – che trasportano i propri rifiuti in mezza Sicilia!
A noi risulta che il Comune di Palermo trasporti i propri rifiuti nelle discariche di alcuni Comuni della Sicilia occidentale e nelle discariche di alcuni Comuni della Sicilia orientale.
Di fatto, il Comune di Palermo scarica la propria inadeguatezza amministrativa su altri Comuni della Sicilia. E questo è sbagliato! Sarebbe molto più corretto che il Comune di Palermo trasferisse all’estero i propri rifiuti, come fanno altri Comuni italiani, evitando di inquinare i territorio di altri Comuni siciliani!
E’ inutile che il segretario generale della CGIL di Palermo, Mario Ridulfo, chiami in causa la Regione siciliana: perché la responsabilità della cattiva gestione dei rifiuti a Palermo è del Comune.
Ridulfo è arrivato in questi giorni al vertice della segreteria generale della CGIL di Palermo. Evidentemente non sa che a Palermo la munnizza ristagna nelle strade, tra alti e bassi, da quando qualche anno fa la raccolta differenziata dei rifiuti, iniziata nel 2009 in una ristretta area cittadina, è stata estesa ad altre zone della città.
E’ il Comune di Palermo che non funziona, segretario Ridulfo. La Regione siciliana, a parte la programmazione e le autorizzazioni, non c’entra proprio niente!
La competenza sulla raccolta dei rifiuti nelle aree urbane è dei Comuni.
La realtà è che a Palermo – città tartassata da tasse, imposte, autovelox, ZTL – la gente non ne può più. Se non ci fosse stata di mezzo la pandemia, il Comune avrebbe trovato il modo di inventarsi qualche nuovo balzello. Ma oggi non lo può fare. Da qui altri guai.
Non solo. A Palermo la TARI – la tassa sull’immondizia – registra un alto tasso di evasione: e in buona parte tale evasione è la risultante di una città sempre più povera.
Insomma, tra pandemia, disorganizzazione e crisi finanziaria la crisi in materia di gestione dei rifiuti, a Palermo, non potrà avvitarsi su se stessa.
Qui di seguito un nostro articolo di tre anni fa:
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