Finalmente c’è un politico che rompe il silenzio su una vicenda inquietante: la volontà della mafia di avvicinare 50 parlamentari di Sala d’Ercole per sistemare alcune leggi. A parlare è Francesco Campanella, senatore di Sinistra Italiana, che su questa vicenda (nata da un file trovato nel pc dell’ex vice presidente di ANCE Sicilia, Pietro Funaro, l’ex vice presidente di ANCE Sicilia oggetto di un provvedimento di confisca di beni pari a 25 milioni di Euro) ha presentato un’interrogazione al governo nazionale
Mafia & 50 parlamentari dell’Ars avvicinati dai mafiosi per discutere delle leggi da approvare: la politica batte un colpo. A rompere il silenzio è il senatore Francesco Campanella di Sinistra Italiana-Altra Europa. Che interviene a proposito della perizia condotta sul pc dell’ex vice presidente di ANCE Sicilia, Pietro Funaro, nel quale sarebbero stati ritrovati un foglio elettronico denominato “gruppo onorevoli da sistemare” e molti dei pizzini oggetto della presunta corrispondenza tra Matteo Messina Denaro, Bernardo Provenzano i Lo Piccolo e Tonino Vaccarino.
“Davanti a un elenco di onorevoli siciliani da ‘avvicinare’ per far approvare un emendamento a Sala d’Ercole – sottolinea il senatore Campanella – mi sarei aspettato un coro di voci pronte a dire che la mafia non ha tentato in alcun modo di influenzare la politica siciliana”.
Invece, dal Parlamento siciliano – che in queste ore sta completando l’approvazione di una delle peggiori leggi finanziarie nella storia dell’Autonomie siciliana – non è arrivato alcun commento. Eppure il ‘presunto’ avvicinamento di 50 deputati dell’Ars non sarebbe avvenuto venti’anni da, ma appena due anni fa. Insomma, questa bruttissima storia di mafia & politica riguarda 50 parlamentari che sono attualemente in carica.
“Ho presentato questa mattina un’interrogazione – dice Campanella – rivolta al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, chiedendo se sia a conoscenza dei fatti e cosa intenda fare Palazzo Chigi per fugare ogni dubbio su questa vicenda, che coinvolgerebbe 49 deputati regionali e lo stesso presidente della Regione, Rosario Crocetta”.
Secondo Campanella, “la notizia di per sé getta nello sconforto, perché insinua gravi dubbi sull’impenetrabilità della classe dirigente siciliana rispetto alla criminalità organizzata. Ma quel che è peggio è il silenzio assordante attorno alla vicenda, quasi a voler fare passare la storia in sordina”.
“Se anche una minima parte di quanto raccontato dal quotidiano la Stampa (come potete leggere qui) dovesse essere dimostrato, non resterebbe altra via che il ritorno alle urne. I siciliani – conclude il senatore di Sinistra Italiana – hanno pagato a caro prezzo le rivendicazioni contro la mafia. Nessuna ombra può calare all’interno del ‘Palazzo’ che li rappresenta”.
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