Il vero cancro dell’Italia, che condanna dal 1860 ad oggi il Sud e la Sicilia alla condizione di colonie, nasce negli anni subito successivi alla ‘presunta’ unificazione italiana, quando scrittori prezzolati (o “salariati”, come negli anni successivi li definì Gramsci)trasformano i patrioti meridionali e siciliani che combattevano per la libertà contro i piemontesi in “briganti”
E’ noto ciò che Antonio Gramsci pensava dell’unificazione italiana (o presunta tale):
“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti”.
Molto importanti e centrate sono le considerazioni di Hercule de Sauclières, sacerdote francese etichettato come reazionario solo perché difendeva i valori della Chiesa, autore del volume Il Risorgimento contro la Chiesa e il Sud. Intrighi, crimini e menzogne dei piemontesi.
Nel 1863 Hercule de Sauclières scriveva:
“Gli scrittori italianissimi inventarono dunque i briganti, come avevano inventato i tiranni; ed oltraggiarono, con le loro menzogne, un popolo intero sollevato per la sua indipendenza, come avevano oltraggiato principi, re ed anche regine con le loro rozze e odiose calunnie. Inventarono la felicità di un popolo disceso all’ultimo gradino della miseria, come avevano inventato al sua servitù al tempo de’ suoi legittimi sovrani”.
Queste poche righe sono molto importanti. Perché mettono sotto accusa, negli anni subito successivi alla ‘presunta’ unificazione italiana, il ruolo scorretto di quelli che Gramsci definiva “scrittori salariati” che, corrotti nell’anima, invece di raccontare come stavano le cose, scrivevano e tramandavano alle generazioni successive, cumuli di menzogne!
Sono nati così i miti i di Garibaldi, del Savoia: partono da lì i libri di storia che ancora oggi descrivono come “padri della patria” del volgari criminali. Nascono con gli ” scrittori italianissimi” descritti da Hercule de Sauclières i nomi di questi criminali dati alle vie, alle piazze, alle scuole, ai teatri. Che ciò avvenga nel Nord Italia è anche comprensibile: ma è incredibile che, ancora oggi, nel Sud Italia ci siano via, piazze, scuole e teatri dedicati a questi criminali!
Ma oggi non è solo questo l’argomento: oggi ci sembra importante segnalare ciò che Hercule de Sauclières negli anni subito successivi alla conquista del Sud da parte dei piemontesi stigmatizzava: la presenza di “scrittori italianissimi” che, subito dopo il 1860, hanno definito “briganti” i patrioti del Sud e della Sicilia che combattevano contro l’invasione dei bastardi e assassini piemontesi.
L’Italia nasce con una cultura compromessa: e ancora oggi è così. Quando un popolo non fa i veri conti con la propria storia è destinato a subire torti e angherie: ed è quello che, ancora oggi, il Sud e la Sicilia subiscono.
Il resto sono chiacchiere.
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