Nel Regno delle Due Sicilie si lavorava e si produceva per l’interesse generale, mentre con l’avvento della ‘presunta’ unità d’Italia trionfa il capitalismo del Nord: ricchezza al Nord, miseria ed emigrazione al Sud. Lo schema non è cambiato: ieri si arricchivano i capitalisti del Nord, oggi si arricchiscono i manager del Nord
La morte del Sud è stata segnata dal capitalismo franco-piemontese quando lo ha contagiato con il suo modello di sviluppo, quello “industriale”, stroncando sul nascere il meno produttivo, ma più umano progetto borbonico mirato a salvare innanzi tutto la vera casa del popolo: la terra.
Il delitto più odioso della “sinistra” italiana è stato quello di disfarsi della fastidiosa Questione Meridionale per abbracciare quella nazional-patriottarda, e fare di tutto lo stivale un immenso cantiere per la produzione di ricchezza che finiva e finisce sempre nelle mani dei capitalisti del Nord, nelle sembianze di padroni ieri e “manager” oggi.
E’ stata questa la grande vittoria cavouriano-savoiarda: esportare il modello di produzione capitalistico che al Nord era allignato e al Sud no. C’è chi si vergogna di riconoscere che nell’allora Regno delle Due Sicilie ancora il capitalismo non c’era e al Nord sì. Dovrebbero esserne orgogliosi: i popoli del Sud avevano ancora sembianze dal volto umano.
Antonio Grano – A sinistra della questione meridionale, NordeSud Edizioni, pag. 18.
Tratto da Regno delle Due Sicilie.eu
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