Ce lo chiediamo perché, prima che gli sbarchi in Sicilia si interrompessero, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, aveva condotto una gusta battaglia per assicurare ai migranti presenti nella nostra Isola la giusta assistenza. I problemi sono stati risolti? Qual è, oggi, la situazione nei Centri di accoglienza per migranti della Sicilia?
Crescono in contagi di Covid-19 in Italia, crescono i contagi in Sicilia. E cresce la preoccupazione. Anche perché gli anestesisti hanno fatto sapere che al Sud, tra un mese, i reparti di rianimazione degli ospedali potrebbero andare in sofferenza. Ci chiediamo e chiediamo: qualcuno sta monitorando la situazione nei Centri di accoglienza per migranti della nostra Isola?
Poniamo questa domanda perché, da quello che abbiamo capito, i migranti che nei giorni scorsi hanno dato vita a una rivolta nel Centro di accoglienza di Agrigento, nel quartiere di villaggio Mosè, riuscendo in parte a fuggire, come dire?, non si trovavano a proprio agio.
Nelle scorse settimane, quando i migranti, per lo più tunisini, invadevano Lampedusa (a proposito: come mai il flusso si è interrotto? hanno saputo che se vengono in Sicilia debbono indossare le mascherine?), il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha iniziato una giusta battaglia per denunciare le condizioni di grande precarietà (e stiamo zuccherando la pillola) in cui i migranti vivono nei Centri di accoglienza e negli Hotspot siciliani.
Da quando si sono interrotti gli sbarchi non abbiamo più avuto notizie delle condizioni in cui vivono i migranti in Sicilia. Stanno tutti bene? Non vivono più ammassati? Indossano le mascherine e rispettano il “distanziamento sociale”?
La rivolta di villaggio Mosè ad Agrigento è stata causale? I migranti presenti negli altri Centri di accoglienza stanno tutti bene, distanziati l’uno dall’altro e con le mascherine?
In una parola: la battaglia del Governo regionale è stata fatta per fare interrompere gli sbarchi o per assicurare a questi migranti la giusta assistenza?
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